Il Museo del Novecento presenta una mostra monografica dedicata a Marinella Pirelli (1925-2009), che sottolinea l’intenzione dell’Istituzione milanese di presentare in maniera critica, accanto ai grandi maestri del XX secolo, figure attive e originali nel panorama artistico del Novecento ancora poco conosciute al grande pubblico. L’esposizione, con un forte carattere di ricerca, mira da un lato a presentare un’acuta sperimentatrice del linguaggio visivo italiano e a rileggerne il lavoro in relazione al contesto storico artistico nazionale e internazionale, dall’altro a restituire l’idea di un Novecento interdisciplinare e intermediale. Attiva nella scena artistica italiana a partire dal Secondo Dopoguerra nell’ambito della pittura, nello studio intorno alle immagini in movimento e agli ambienti di luce, Marinella Pirelli si distingue per un lavoro di indagine costante, che ha portato negli anni Sessanta a risultati pionieristici nel campo del cinema sperimentale. L’esposizione si concentra proprio su questo aspetto, prendendo in considerazione il periodo compreso tra il 1961, anno del primo film d’animazione, al 1974, in cui Marinella realizza il suo ultimo film, Doppio Autoritratto, prima di rinchiudersi in un silenzio di quasi trent’anni. (Nella foto di apertura: Marinella Pirelli all’interno della sua opera, Film Ambiente, 1969- 2004 ferro, acciaio, policarbonato, immagini in movimento, suono, Fotografia di  Sergio Tenderini, Allestimento a Villa Panza, Varese, 2004).

Luce Movimento. Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli, promossa e prodotta da Comune di Milano|Cultura con Electa e curata da Lucia Aspesi e Iolanda Ratti, segue la monografica del 2003 in Permanente e il progetto espositivo incentrato sui lavori luminosi realizzato a Villa Panza nel 2004. Al Museo del Novecento saranno presentati i film dell’artista, a pieno titolo ascrivibili al cinema sperimentale degli anni Sessanta e Settanta che propongono, da un lato suggestive pellicole giocate su equilibri tra colore e forme astratte che prendono il via dalla meditazione sui fenomeni luminosi e sulla rifrazione della luce, dall’altro una riflessione sulla femminilità e sull’essere artista.

Marinella Pirelli Museo 900 Milano
Meteora doppio tramonto, 1970-72, acciaio, metacrilato, lampadina, motorino Crouzet. Foto di Sergio Tenderini.

Fulcro del percorso di mostra sarà il Film Ambiente, una struttura cinematografica percorribile, realizzata e brevettata nel 1969, che sottolinea l’innovativo apporto della Pirelli nell’ambito del Cinema Espanso italiano e i progetti per gli “ambienti di luce” dei primi anni Settanta. In mostra, oltre ai lavori dedicati alle immagini in movimento e alla produzione grafica, ci saranno documenti dall’Archivio Marinella Pirelli, quali carteggi e progetti, insieme a foto realizzate, tra gli altri, da Gianni Berengo Gardin, Fabio Donato e Ugo Mulas. Il catalogo, edito da Electa, si propone come un’ampia monografia dell’opera cinematografica di Marinella Pirelli, presentando per la prima volta una completa e significativa filmografia critica.

Breve biografia dell’artista 

Marinella Pirelli nasce a Verona nel 1925 e si trasferisce a Belluno nel 1937. Qui compie gli studi classici e si forma come pittrice autodidatta nello studio del pittore Romano Conversano, dove conosce Beniamino Dal Fabbro, Tancredi, Rodolfo Sonego ed Emilio Vedova. A Milano, tra il 1948 e il 1949 lavora come illustratrice, scenografa, costumista e attrice per la compagnia di teatro “ll Carrozzone” di Fantasio Piccoli. Nel 1950 si trasferisce a Roma, dove frequenta, tra gli altri, Pietro Consagra, Giulio Turcato, Pietro Cascella, Salvatore Scarpitta, ma anche giovani professionisti del cinema, tra cui Mario Bernardo, grazie al quale ottiene un incarico come disegnatrice per la casa cinematografica d’animazione Filmeco. Nel 1952 a Roma incontra lo scrittore Giovanni Pirelli, che sposa l’anno seguente e da cui avrà due figli, Pietro e Francesco. La famiglia si trasferisce definitivamente a Varese nel 1960, ma Marinella continuerà ad avere uno studio anche a Roma fino al 1975, frequentato da artisti come Luciano Fabro, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Mario Merz, Jannis Kounellis, Piero Dorazio. Fra il 1960 e il 1974 si dedica ai lavori cinematografici sperimentali in 16 mm, progressiva presa di coscienza di una tecnica legata alla luce e al movimento, che porterà al Film Ambiente nel 1969, e ai cicli delle Meteore e dei Pulsar all’inizio degli anni Settanta. Nel 1973, in seguito alla prematura scomparsa del marito, Marinella si ritira progressivamente dalla scena artistica fino alla fine degli anni Novanta, quando l’attenzione critica sul suo lavoro si riaccende soprattutto con la pubblicazione di una monografia-biografia a cura di Flaminio Gualdoni.

Fra i riconoscimenti ottenuti in carriera: la personale del 1960 presso la Galleria delle Ore di Milano, con una presentazione in catalogo di Renato Guttuso; nel 1964 vince la Coppa Fedic (Federazione italiana dei Cineclub) per il film di animazione Pinca e Palonca; la partecipazione nel 1969 alla manifestazione di San Benedetto del Tronto “Al di là della pittura” (a cura di Gillo Dorfles, Luciano Marucci, Filiberto Menna); la partecipazione nel 1971 alla manifestazione “Prospekt 71” (Düsseldorf), su invito dalla gallerista Denis Renè Mayer.

 

Articolo precedenteAltopiano del Renon: un inverno ancora tutto da vivere
Articolo successivoSan Valentino sotto la neve