Il quartiere metafisico Eur (acronimo di Esposizione Universale di Roma) risale all’epoca fascista. Fu Bottai, governatore della città, a proporre a Mussolini la costruzione di un nuovo quartiere per ospitare l’Esposizione Universale del ‘42 e celebrare le imprese del regime. A causa della Seconda Guerra Mondiale, l’esposizione non ebbe mai luogo, ma il progetto sopravvisse anche alla fine del fascismo stesso. Negli anni ‘50 i fermenti del dopoguerra portarono all’effettiva costruzione del quartiere Eur.

I lavori furono affidati a Marcello Piacentini: con la sua architettura razionalista doveva celebrare la grandiosità di Roma, proiettarla al futuro senza dimenticare il passato. Vennero costruiti lunghissimi stradoni come raccordo tra piazze smisurate,  immensi edifici in marmo, bianchi e irreali, parchi e laghi artificiali, il tutto nel rispetto di uno schema geometrico perfetto e razionale.

Oggi la zona stupisce per la grandiosità dei palazzi, l’atmosfera surreale che si respira, e quel senso di straniamento che si vive tra le sue strade, come in un quadro di De Chirico. Se volete vedere un lato diverso della Città Eterna, seguite il nostro itinerario nel quartiere Eur, alla scoperta dei monumenti che lo rendono unico.

Cosa vedere nel quartiere Eur

©Paolo Simoncelli

Il cuore del metafisico quartiere Eur è l’Obelisco Marconi. Alto 45 metri, svetta dall’immensa rotonda assediata dal traffico: solo durante le “pause” dei semafori lo si può ammirare tra vuote scenografie. È composto da 92 pannelli in marmo con altorilievi che celebrano Guglielmo Marconi e la sua scoperta. Proprio accanto si trovano il Museo delle Civiltà diviso in sezioni: il Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari L.Loria, il Museo Preistorico Etnografico L.Pigorini, il Museo dell’Alto Medioevo A.Vaccaro e il Museo d’Arte Orientale G.Tucci.

Il vicino viale della Civiltà del Lavoro unisce il Palazzo dei Congressi al Palazzo della Civiltà Italiana, meglio conosciuto come Colosseo quadrato. Monumento simbolo del quartiere, è realizzato in  pietra d’Istria, con le facciate “traforate” da 54 archi, 9 orizzontali e 6 verticali, e gruppi equestri angolari in travertino, i Dioscuri. È oggi sede della Maison Fendi.

Percorrendo via Tupini e poi viale dei Santi Pietro e Paolo si arriva alla Basilica dei SS.Pietro e Paolo. Un’altra scenografica scalinata sale da viale Europa ai piedi della Basilica, annunciata dalle statue dei due Santi. Il tempio è formato da cubi, avancorpi e nicchioni sovrastati da una cupola di 31 metri.

Scendendo lungo viale della Civiltà del Lavoro e deviando per via Ciro il Grande, si trova il Palazzo degli Uffici con la monumentale scritta “La terza Roma si dilaterà verso altri colli, lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno”.

©Paolo Simoncelli

Dall’Obelisco si scende in auto lungo la Colombo, passando proprio sopra il Laghetto dove si affaccia il Palazzo dell’Eni, alto 85 metri. In piazza Pakistan si trova il Fungo, ex serbatoio idrico, mentre di fronte, in piazza Nervi, si stagliano il Palalottomatica progettato nel 1957 dall’omonimo architetto e “Novecento” (2004), gigantesco cono in bronzo assemblato con blocchi, cunei e sfere. La sua grottesca struttura simboleggia le contraddizioni del secolo scorso.

Sul numero 278 (marzo 2020) di Itinerari e Luoghi, in edicola dal 27 febbraio, trovate maggiori informazioni, curiosità e un itinerario dedicato al quartiere metafisico Eur e all’architettura razionalista del Lazio.
Qui trovate invece maggiori consigli di viaggio. 

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