L’anno scorso si è celebrato il centesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini, avvenuta mentre si trovava a Bruxelles. Il grande compositore lucchese era uso girare il mondo, curioso come pochi ai tempi suoi e appassionato della vita e della modernità. Tuttavia Puccini si era ritagliato un suo luogo del cuore nel silenzio della natura del Lago di Massaciuccoli, dove aveva acquistato una torretta: l’aveva fatta restaurare a suo piacimento per trasformarla in un grazioso villino (in apertura la facciata, foto Mky_Media di Michele Cordoni) dove faceva ritorno sempre volentieri. Vi riposava, vi componeva, vi giocava a carte bevendo allegramente con gli amici del posto. All’epoca non erano molti, perché Torre del Lago (oggi popolosa frazione della città di Viareggio) non era che un gruppetto di case sparute fra la palude e il mare.

Ritorno allo splendore
Oltre alla casa, vi aveva ricavato un bel giardino che all’epoca lambiva il bordo dello specchio d’acqua, dove amava anche cacciare. Ebbene, al merito della Fondazione Simonetta Puccini l’intera palazzina è stata negli anni accuratamente ristrutturata e dotata di un auditorium e di una foresteria, ma oggi anche il suo sbocco esterno torna all’antico splendore: sabato 17 maggio riapre al pubblico il giardino a cui l’autore era tanto legato, presentandosi all’inaugurazione in una veste completamente rinnovata a seguito di un accurato intervento di recupero botanico e paesaggistico. Durato sei mesi, il restauro ha restituito il lustro che merita a uno spazio che va immaginato come una specie di piccolo parterre all’italiana sul lago, dove il maestro si affacciava a osservare le sue piante e i suoi fiori mentre respirava a pieni polmoni l’aria pulita del padule.

Un progetto attento
Fortemente voluto dalla fondazione che si occupa della villa e reso possibile dal sostegno economico di numerosi donatori privati (a cui si può ancora contribuire qui), ma soprattutto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il recupero ha riportato il giardino al suo disegno originario a seguito di una ricerca condotta su fotografie d’epoca, documenti e planimetrie originali, nell’ottica di restituire l’identità storica rispettando i principi della sostenibilità e della manutenzione compatibile nel tempo.

Specie e cromatismi
Le aiuole sono tornate alle loro geometrie con materiali coerenti e bordure di bosso, e grande attenzione è stata data alla tutela delle piante esistenti, conconsolidando i lecci storici che circondano l’area e risistemando le rampicanti monumentali, come il glicine e la bignonia, che da sempre caratterizzano la villa. Varie le specie reintrodotte, tra cui le palme ornamentali tanto amate da Puccini, e poi rose antiche, gerani, fucsie, garofanini, margherite, viole e ortensie, scelte per offrire una fioritura continua dalla primavera all’autunno e per rispettare sia la scala cromatica originaria sia l’alternanza tra pieni e vuoti che dava ritmo agli spazi secondo il gusto di Puccini. Che davanti casa, luogo della sua sepoltura, ritrova oggi quello che definiva “il mio rifugio perfetto”.
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