
Due millenni fa, in un maggio come questo, la Valle d’Aosta stava per cambiare nome e destino (immagine in apertura, l’area megalitica di Aosta, ph. Enrico Romanzi). Nel 25 a.C. nasceva Augusta Prætoria, oggi Aosta, e con essa la romanizzazione definitiva di una valle che, fino ad allora, aveva resistito. Ma prima della città, prima delle strade e degli archi trionfali, c’erano i Salassi, e prima ancora, misteriose popolazioni preistoriche.
Nel 2050° anniversario della fondazione di Aosta, vale la pena guardare indietro. Perché la grande insidia degli “anni zero” è farci dimenticare tutto ciò che li ha preceduti.
L’arma segreta dei Salassi
Ci vollero oltre 150 anni ai Romani per sottomettere i Salassi, popolo celtico abituato a vivere e combattere in alta quota. A proteggerli non erano armi, ma le montagne: un baluardo naturale contro l’avanzata delle legioni romane. Le tracce lasciate da questa civiltà non sono nei fondovalle, ormai romanizzati, ma su alture impervie, dove si nascondono i segni di un passato “invisibile” fatto di pietre mimetizzate nel paesaggio. Serve fatica per vederle. Ma ne vale la pena.

Trekking tra i resti del Villaggio dei Salassi sul Monte Tantané
A 2.400 metri, sopra La Magdeleine, si trova uno dei siti archeologici più suggestivi della Valle. Il “Reparé du Tantané” è un insediamento preromano scavato a partire dal 2003: decine di capanne in pietra, utensili, ceramiche, semi, monete celtiche.
Le costruzioni si distribuiscono su due versanti: alcune in alto su un dosso erboso, altre nella valletta sottostante. Il percorso ad anello di 12 chilometri (difficoltà E, dislivello 750 metri) parte da Artaz e regala, oltre alla storia, una vista mozzafiato sul Cervino. L’escursione è fattibile in circa 4 ore e mezza.

Prima dei Salassi: le pietre sacre della Preistoria
Più si sale nel tempo, meno certezze abbiamo. Ma proprio questo rende affascinante il Cromlech del Piccolo San Bernardo, cerchio di pietre a 2.188 metri di quota, ai piedi del Monte Bianco. Difficile dire chi l’abbia costruito, ma è certo che fosse un luogo sacro. Forse un osservatorio astronomico: la leggenda vuole che al solstizio d’estate una pietra si illumini esattamente al tramonto, dietro il Mont Lancebranlette.

La preistoria nel cuore di Aosta: il Mega Museo dell’Area Megalitica
L’area archeologica coperta più vasta d’Europa si trova a due passi dal centro di Aosta. Scoperta nel 1969, l’Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans è un viaggio millenario: dalle tracce agricole del V millennio a.C. alle stele antropomorfe dell’Età del Rame, dai dolmen ai tumuli dell’Età del Ferro, fino alle necropoli romane. Un cammino a ritroso nel tempo, in un luogo che è stato sacro per migliaia di anni.
Un altro modo di guardare la Valle
Oggi Aosta celebra la sua fondazione romana con eventi, mostre e rievocazioni (qui il calendario completo: Eventi Aostae 2025). Ma per chi ama andare oltre le pietre più evidenti, questo è il momento giusto per scoprire anche le archeologie invisibili. Quelle che si raggiungono solo a piedi. Quelle che parlano piano. Ma che raccontano, forse, la parte più antica e autentica della Valle d’Aosta.
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