Principesse da salvare; spiriti malvagi; gnomi, folletti, ninfe e piccole creature nascoste nei boschi o nelle acque dei laghi: la montagna, per la sua bellezza selvaggia, è da sempre terra di leggende e favole, tramandate di generazione in generazione.

Vi abbiamo già raccontato l’antico mito dello Zlatorog, che avvolge di mistero il Triglav, la montagna più alta della Slovenia. Oggi scopriamo insieme le leggende più affascinanti legate alla Valle del Vanoi, una terra dalla natura incontaminata nel cuore del Trentino.

Gli spiriti del lago Pisorno

Non lontano dal più famoso lago di Calaita, il Pisorno è un piccolo specchio d’acqua a 2200 metri d’altitudine. Le sue acque sono verdi e profondissime, impossibili da misurare. Si racconta che il Pisorno, con “il cuore nella profondità della montagna”, sia abitato da spiriti protettori: chi getta un sasso nelle sue acque provoca terribili tempeste. 

Leggenda vuole che ben due parroci abbiano tentato di sfatare il mito lanciando sassi nel Pisorno, e che entrambi siano stati sorpresi da forti piogge e grandinate. Un uomo provò invece a sfatare la leggenda della sua profondità: legò una pietra a una fume e la lasciò scorrere, ma la pietra non toccò mai il fondo. Sorpreso, allungò una mano per sfiorare l’acqua; una forza lo trascinò in profondità e l’uomo annegò.

Sanguanei

Uomini tozzi dalle braccia lunghe, vestiti di rosso e con un ampio cappello nero in testa, i sanguanei sono considerati i responsabili di frane e disastri naturali. Queste creature dispettose sono dotate di lunghi bastoni bianchi con cui creano grossi buchi, così che la pioggia penetri nel terreno fino a farlo franare. Secondo la leggenda, i sanguanei sono al servizio del torrente Rebrut, il primo corso d’acqua in sponda destra del Vanoi, da sempre causa di vari smottamenti. 

Il folletto Mazaròl

Il Mazaròl è un burbero vecchietto che vive nei boschi, un instancabile lavoratore ed esperto di latte e formaggi. Indossa un cappuccio rosso ciliegia, un berretto affusolato e buffi zoccoli di legno. Si narra che chi pesta le sue orme sia costretto per magia a seguirlo nel bosco e ad accudire gli animali.

Tanto tempo fa una fanciulla seguì le impronte di Mazaròl, il quale decise di tenerla nella sua grotta come serva. Le insegnò a fare il burro, il cacio e la Toséla, un formaggio fresco tipico della zona preparato con latte intero appena munto. Un giorno un cacciatore la trovò nei boschi e la riportò in paese: ripresa la memoria, la fanciulla rivelò ai paesani tutti i trucchi che il Mazaròl le aveva svelato. Ecco perchè, ancora oggi, gli abitanti della zona sono bravissimi nella preparazione di caci e ricotte. 

Tosela del Caseificio Sociale Primiero, Caoria – ©Anna Brianese e Alberto Campanile

Sul numero 283 (agosto/settembre 2020) di Itinerari e Luoghi, disponibile in edicola e online, trovate maggiori informazioni, curiosità e un itinerario dedicato alla Vale del Vanoi.
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