L’Islanda è tra le terre più giovani e spettacolari del pianeta, con più di trenta vulcani attivi, cascate fragorose, geyser, ghiacciai e imponenti rocce. Ma l’isola non è solo natura: tra le sue ricchezze rientrano anche i miti e le leggende tramandati nei secoli che ancora oggi sono una presenza viva nell’immaginario popolare. In nessun altro posto come in Islanda le storie si intrecciano con la natura e il territorio, avvolgendo l’isola di un’aurea magica e misteriosa.

In questo articolo vogliamo guidarvi in un viaggio tra quattro leggende che raccontano un pezzo di Islanda, per immergerci nella storia e nel paesaggio di questa terra unica.

Drangurinn Rock

©Anna Luciani | Simone Chiesa

A sud dell’isola, ai piedi del monte Eyjafjöll, si incontra un misterioso masso chiamato Drangurinn Rock. La leggenda racconta che la formazione non sia avvenuta in modo naturale, ma che il masso sia stata staccato dal monte Hrútafel da un fuorilegge e poi gettato nel campo dove oggi lo si può osservare. Sotto il Drangurinn Rock ci sono ampie caverne che i contadini usavano come stalle e che, sempre secondo gli antichi miti, un tempo erano abitate dagli elfi. Gli islandesi hanno un vero e proprio culto per queste creature, tanto che a Reykjavik si trova una scuola che tiene corsi sugli elfi.

Reynisdrangar

©Anna Luciani | Simone Chiesa

Spostandosi dalla terra all’oceano, al largo della costa meridionale dell’isola si trovano i Reynisdrangar, tre maestosi faraglioni di rocca vulcanica. Imponenti, frastagliati e neri  come il carbone, queste rocce si affacciano sulla famosa Spiaggia Nera. Secondo la leggenda, i Reynisdrangar sono tre trolls trasformati in pietra dalla luce del giorno mentre tentavano di attraccare con la loro nave.

Skógafoss

©Anna Luciani | Simone Chiesa

Larga 25 metri e con un tuffo di 60 metri, la cascata Skógafoss è un’altra meraviglia dell’isola avvolta nel mistero. Si narra che Thrasi, il primo navigatore vichingo ad approdare nella zona, nascose il suo forziere proprio dietro la cascata. In molti tentarono di trovarlo senza successo; solo un ragazzo riuscì ad avvicinarsi al tesoro, legò una corda a uno degli anelli laterali ma tirò con troppa forza e il forziere affondò. Gli rimase solo l’anello d’argento con incisioni runiche, oggi custodito nel museo della vicina Skógar. Da quel momento, nessuno ebbe più il coraggio di sfidare la potenza di Skógafoss.

Asbyrgi

Soprannominato il “rifugio degli dei”, Asbyrgi è un canyon a nord dell’isola. Le rocce che lo delimitano sono alte circa 10 metri e hanno una forma molto particolare, simile a un immenso ferro di cavallo. Da qui nasce la leggenda sulla sua creazione: si racconta che a formarlo fu uno degli otto zoccoli del cavallo di Odino, conosciuto come Sleipnir, “colui che scivola veloce”. Un altro mito racconta invece perché Asbyrgi sia chiamato il “rifugio degli dei”: quando il popolo islandese tradì gli dei, gettando gli oggetti sacri nella cascata di Godafoss, questi decisero di non abbandonare del tutto l’isola ma si rifugiarono nel canyon protetto per continuare a vegliare.

Sul numero 279 (aprile 2020) di Itinerari e luoghi, disponibile in edicola e online, trovate maggiori informazioni, curiosità e un itinerario dedicato all’Islanda. Per leggere altre leggende legate a luoghi e paesaggi, non perdetevi questo articolo sulle rocce in equilibrio precario.
Qui trovate invece tutti i nostri consigli di viaggio. 

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