A pochi mesi dall’insediamento del Consiglio di Amministrazione e dalla nomina dei componenti del Comitato Scientifico, il Presidente Vittorio Sgarbi rivela i nuovi indirizzi del Mart di Rovereto e presenta il programma dei prossimi mesi. Grandi mostre di carattere storico, prestiti provenienti dai maggiori musei internazionali, una grande produzione insieme al Guggenheim di Bilbao. E ancora: musica, danza, cinema, giornate gratuite e eventi per il grande pubblico. (Nell’immagine di apertura un’opera di Fortunato Depero, Broadway).

Gli onori di casa li ha fatti Gianfranco Maraniello, dal 2015 Direttore del Mart di Rovereto, che ha accolto i giornalisti italiani e stranieri ricordando le straordinarie caratteristiche del Mart: “la prima architettura italiana realizzata nel nuovo millennio per essere un polo museale inserito in un contesto paesaggistico di rilievo per costruire nuove ritualità culturali”. È qui che nei prossimi mesi si dipanerà “L’Autunno caldo”, il programmaideato con il nuovo Presidente, Vittorio Sgarbi, e il CdA del Museo composto da Silvio Cattani, Vicepresidente, e Dalia Macii, consigliera.

Il Mart, ha spiegato Maraniello: “è eccezionale per qualità della proposta culturale, ha una visione progettuale solida, un patrimonio unico e la capacità di organizzare culturalmente anche i servizi, come il rinnovato bookshop e la nuova caffetteria che aprirà il 22 ottobre con la gestione dello chef Alfio Ghezzi”.

Affermazioni confermate dall’Assessore alla cultura e all’istruzione Mirko Bisesti che ha sottolineato quanto il Mart sia una delle scommesse vinte dal Trentino: “Oggi vogliamo partire da questo contesto particolare, che è allo stesso tempo territoriale e internazionale, per progettare un museo ancora più aperto e disponibile, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, dei giovani e delle scuole che costituiscono per noi un segmento fondamentale”.

Di apertura ha parlato anche il Governatore del Trentino Maurizio Fugatti: “Vogliamo un museo più frizzante, per questo abbiamo nominato Vittorio Sgarbi presidente. La nostra intenzione come amministrazione è avere un riscontro territoriale e reputazionale tangibile sia in termini culturali, sia in termini turistici ed economici”.

Un Mart più pop, attrattivo, che nei prossimi mesi offrirà un calendario formidabile di mostre e appuntamenti per il grande pubblico.
Al presidente Vittorio Sgarbi il compito di presentare l’Autunno caldo: “La mia stagione è iniziata prima del previsto, non bisogna aspettare il 2020 per vedere il Mart di Sgarbi perché abbiamo già preparato un programma straordinario” .
Dal 20 settembre l’Autunno caldo del Mart sarà un palinsesto ricco di nuove grandi mostre, alcuni preziosi cammei, momenti di approfondimento, giornate di festa e appuntamenti per ogni tipologia di pubblico: famiglie, giovani, specialisti. Come sempre la faranno da padrone l’arte moderna e l’arte contemporanea, ma non mancheranno audaci confronti con il passato e momenti di divulgazione scientifica. Fondamentali saranno le collaborazioni con grandi musei internazionali e italiani, ma anche con istituzioni e realtà del territorio coinvolte nella programmazione degli eventi.

La mostra chiave dell’autunno sarà quella dedicata a Isadora Duncan che il Presidente ha definito “una figura dalla carica formidabile, una vicenda umana leggendaria e universale che attrarrà certamente un folto pubblico”. Dal 19 ottobre. Al centro della proposta espositiva ci sarà anche il confronto tra periodi diversi. Al Mart la grande arte varca le frontiere storiografiche e le gerarchie proponendo accostamenti che favoriscano il riconoscimento delle realtà storiche, il raffronto tra canoni e paradigmi che è alla base dell’educazione all’arte. Si comincia tra poche settimane con Gino Rossi e Arturo Martini dal 4 ottobre e Bernardo Strozzi e Yves Klein dal 25 ottobre.

Ha spiegato Sgarbi: “Quello di arte contemporanea è un concetto estetico, si tratta di un tema a cui pensiamo e che ripensiamo. Da anni diciamo che tutta l’arte è contemporanea. Confrontiamo tutto con il contemporaneo perché certe volte l’antico è più moderno del contemporaneo. Ora smettiamo di dirlo e ci lavoriamo! Ecco quello che voglio fare al Mart: cercare affinità”.

 

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