In occasione della 27° edizione di Cantine Aperte, organizzata dal Movimento Turismo del Vino Toscana il week-end 25 e 26 maggio, La Leccia apre le porte al pubblico con un’iniziativa che intreccia cultura del vino, patrimonio enogastronomico e arte, in un viaggio coinvolgente alla scoperta di stili, territori e creative riflessioni. Oltre a offrire la possibilità di assaggiare i vini e scoprire i segreti della vinificazione e dell’affinamento, la cantina di Montespertoli, immersa in un’oasi di tranquillità circondata da boschi, ospiterà alcune opere di Marco Bagnoli. Artista toscano non ascrivibile ad alcun specifico movimento o corrente, nelle sue opere Bagnoli propone “un meccanismo di vita quale gioco di polarità antagoniste”, come scrive Germano Celant in un saggio a lui dedicato, “creando un dialogo tra dentro e fuori nell’architettura”. Le creazioni in mostra a La Leccia sono state scelte per inserirsi nel contesto, dando origine a una partecipazione fluida dello spettatore, capace di immergersi all’interno dell’opera e di uscirne, intrecciando senza schermi l’esperienza artistica con quella enologica.

La storia de La Leccia è essenzialmente la storia di una famiglia e dei suoi vigneti, situati sui colli della Val di Botte vicino Montespertoli. Una realtà agricola sostenuta e sviluppata dalla Famiglia Bagnoli che, con passione, umiltà ed entusiasmo, ha scelto di tutelare e valorizzare questa piccola porzione di territorio del Chianti. Alla guida oggi sono Paola, Sibilla e Angelica Bagnoli, tre donne dalla personalità decise, rappresentanti di una famiglia ancora oggi straordinariamente unita. La Leccia punta in particolare sul Sangiovese, che vinifica sia nelle espressioni più classiche del territorio che in versione “bollicine”. Biologica certificata dal 2019, produce olio extravergine di oliva e miele.

In cantina, si potranno assaggiare i vini dell’azienda, tra cui Cantagrillo Bianco di Toscana IGT, un Trebbiano in purezza che riprende metodi di vinificazione tipici della tradizione: dopo un parziale appassimento delle uve in pianta e la pressatura una parte del vino viene affinata in piccole botti di acacia, rovere, ciliegio e gelso per ottenere una cuvée esclusiva da unire con la parte affinata in acciaio. Altre etichette in degustazione saranno Boh, spumante da uve Sangiovese, Leccino, Sangiovese in purezza, Sua Santità, Vin Santo del Chianti Doc.

Cantine Aperte 2019 La Leccia – Visita guidata dell’azienda e della cantina con degustazione. Prezzi a persona: 1 calice 5,00 €, 2 calici 8,00 €, 3 calici 10,00 €, eventuale merenda 5,00 € in più a persona.

Via della Leccia, 37 – Montespertoli Mob. 366/9236378 – info@laleccia.it

 Biografia dell’artista – BIOGRAFIA DI MARCO BAGNOLI

Marco Bagnoli, dopo la formazione scientifica e una laurea in chimica, si impone nella seconda metà degli anni 1970 e da allora la sua presenza sulla scena artistica è costante. Basti pensare alle sue partecipazioni alla Biennale di Venezia (1982, 1986, 1997), a Documenta di Kassel (1982, 1992) e al Sonsbeek di Arnhem (1986); alle suepersonali presso prestigiose istituzioni artistiche quali De Appel, Amsterdam (1980 e1984), Centre d’Art Contemporain, Genève (1985), Musée Saint-Pierre Art contemporain, Lyon (1987), Magasin, Centre National d’Art Contemporain, Grenoble (1991), Castello di Rivoli (1992), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (1995), IVAM, Centre del Carme, Valencia (2000), České Muzeum Výtvarných Umění, Praha (2009), Madre, Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli (2015); ai suoi passaggi in grandi musei, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma al Centre Georges Pompidou di Parigi. Nel 1981 occupa con una grande installazione la Villa Medicea La Ferdinanda di Artimino, e da lì in poi inizia una serie di interventi in architetture importanti spiritualmente e storicamente, come, a Firenze, la Cappella Pazzi (1984), la Sala Ottagonale della Fortezza da Basso (1989), l’Abbazia di San Miniato al Monte (1992, 1994, 2012, 2018), il Forte di Belvedere (2003, 2017), il Giardino di Boboli (2013), la Stazione Leopolda (2014). Opere di Bagnoli sono nelle collezioni del MAC Lyon dal 1987, del Centro Pecci di Prato dal 1988, del Castello di Rivoli dal 1992, del Garrison Art Center dal 2013 e del Magazzino Italian Art dal 2017, ambedue nello stato di New York, del Museo MADRE di Napoli dal 2016, della GAM di Torino dal 2019. Il 5 maggio 2017 si è aperto a Montelupo Fiorentino l’Atelier Marco Bagnoli: nel suo insieme è concepito dall’artista come un’opera d’arte totale (Gesamtkunstwerk). Dal febbraio 2018 è installata permanentemente in piazza Ciardi a Prato la fontanaLʼanello mancante alla catena che non cʼè (1989-2017) e, dal 20 aprile dello stesso anno, Araba fenice (2011-2013) è in comodato al Museo Novecento di Firenze.Janua Coeli, un lavoro commissionato per il Millenario dell’Abbazia di San Miniato al Montea Firenze, è attualmente installato all’esterno e all’interno della basilica. Nel 2018 è uscito il volume Germano Celant, Marco Bagnoli, Skira, una monografia curata da Celant, a cui si deve il saggio introduttivo, oltre che una cronologia firmata dallo stesso Celant unitamente ad Antonella Soldaini, dove si analizza e documenta il percorso artistico di Bagnoli dagli anni 1970 a oggi.

 

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