In viaggio lungo la Via Emilia: storia e biodiversità del Parmigiano Reggiano DOP

L’Emilia-Romagna è l’unica regione italiana che prende il nome da una strada, la via Emilia costruita dai romani tra il 189 e il 187 a.C.: attraversa per gran parte le province appartenenti all’area di origine del Parmigiano Reggiano DOP, formaggio dalla storia millenaria inventato e perfezionato nelle abbazie dei monaci benedettini e cistercensi tra Parma e Reggio Emilia.

Parmigiano Reggiano DOP
Parmigiano Reggiano DOP

Oggi può essere prodotto anche a Modena, a Bologna a ovest del fiume Reno e a Mantova a sud del fiume Po.

Territori in cui gastronomia e arte convivono in armonia con splendidi paesaggi e la celebre ospitalità emiliana.

Parma segna il confine occidentale della zona d’origine.

Città d’arte, è stata incoronata Capitale Italiana della Cultura 2020, gli amanti del bello non posso che rimanere a bocca aperta alzando gli occhi verso la cupola affrescata dal Correggio nel Duomo, o entrando nel battistero di marmo rosa di Verona, o ancora scoprendo il meraviglioso Teatro Farnese.

A Parma si trova anche la maggior parte dei caseifici del Parmigiano Reggiano, ben 150 su 330, e una visita guidata alla produzione dovrebbe rientrare in qualsiasi agenda di viaggio.

Il Caseificio Ugolotti si trova proprio sulla via Emilia, a pochi chilometri dal centro storico.

Continuando il viaggio verso est si incontra la valle del fiume Enza.

Al confine tra le province di Parma e Reggio Emilia è considerata la “culla” del Parmigiano Reggiano.

Benvenuti nelle Terre Matildiche che in epoca medievale appartennero alla potente feudataria presso il cui castello si recò l’imperatore Enrico IV, scalzo e in abiti da penitente, per chiedere perdono a papa Gregorio VII.

Anche su queste colline, come su quelle di Parma, Modena e Bologna, nasce il Parmigiano Reggiano di Montagna, riconoscibile grazie al suo colore paglierino intenso dovuto ai fieni, ai prati e alle essenze di montagna.

Scendendo a valle si incontrano le fattorie con le vacche di antica Razza Reggiana, salvate dall’estinzione negli anni ’80 da alcuni produttori di Parmigiano Reggiano come l’Azienda Agricola Grana d’Oro.

Attraversando i prati stabili polifiti della campagna si giunge a Reggio Emilia.

Prima di ripartire, entrate in Municipio per visitare la Sala del Tricolore: è proprio qui che il 7 gennaio 1797 nacque la bandiera nazionale italiana.

Modena coi suoi motori fenomenali” canta Francesco De Gregori,

Modena la città natale di Luciano Pavarotti, Modena e il suo Duomo che con la Torre Civica e la Piazza Grande è stato inserito nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Una volta che sarete sazi di tutte le bellezze che Modena sa offrire, vi suggeriamo di allontanarvi dalla città per una visita al Caseificio Santa Rita.

Nell’alto appennino modenese si produce l’unico Parmigiano Reggiano riconosciuto Presidio Slow Food: quello di vacca bianca.

Poche centinaia di capi producono un Parmigiano Reggiano raro e prezioso.

Prima delle fine del viaggio assaporate una scaglia di 36 mesi, possibilmente in abbinamento a qualche goccia di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.

Per info e contatti:

Alla scoperta del pianeta Parmigiano Reggiano: il prodotto, la storia, i caseifici, il consorzio dei produttori, e le ricette; tutto su: www.parmigianoreggiano.com

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