
Capri, perla dell’arcipelago campano. Chi non ha in mente il suo profilo frastagliato che fronteggia la penisola sorrentina offrendo al Golfo di Napoli un meraviglioso baluardo marittimo volto a sud? Destinazione tra le preferite di villeggianti che amano il lusso e la mondanità tanto quanto di chi vuol passare una bella giornata al mare in una gita giornaliera dalla spesa contenuta, l’isola non è solo meta di un turismo frivolo. Basti pensare alle occasioni in ambito naturalistico, che spaziano dalle più affollate escursioni alla Grotta Azzurra e ai Faraglioni ai più accessibili e non meno emozionanti sentieri panoramici, e a quelle di tipo culturale grazie alla presenza di musei e ville romane nonché di architetture particolari come l’eclettica Casa Rossa, fatta costruire alla fine dell’800 dal colonnello americano John Clay MacKowen per raccogliervi la sua collezione di reperti archeologici. Oppure la Villa San Michele, voluta dal medico e scrittore svedese Axel Munthe (1857–1949), costruita nell’arco di una vita come casa per l’anima – che, parole sue, ”ha bisogno di più spazio del corpo” – e circondata da un meraviglioso giardino con vedute mozzafiato (in apertura uno straordinario affaccio sul porto di Capri, ph. Raffaele Lello Mastroianni).

L’arte di oggi in quel che fu ieri
Facendo base proprio a Villa San Michele e nel centro storico di Anacapri, e proprio sulla storia antica e in particolare sul valore culturale e iconografico delle rovine, si impernia la nona edizione del Festival del Paesaggio, che da domenica 7 settembre fino al 3 novembre torna con l’intento di rielaborare il tema del viaggio in Italia. La rassegna Travelogue. Paesaggi con rovine si sviluppa infatti come una sorta di contemporaneo grand tour, nell’unione di ricerca delle vestigia dei tempi che furono e di ricerca contemporanea, nel tentativo di proporre relazioni inedite tra arte e paesaggio. Opere che nei siti in cui sono collocate si discostano dall’estetica classica per farsi vere e proprie riletture dei contesti che le abbracciano. Così abbiamo i dipinti di Angelo Mosca che indagano la relazione tra rovina e ritrovamento e la grande parete di paillettes della svedese Katarina Löfström, che riflette un’immagine in continua mutazione, l’installazione sonora di Alessio de Girolamo che fonde memoria musicale e linguaggio digitale e il progetto video del duo di registi Masbedo, i piccoli paesaggi astratti in terracotta di Luca Pancrazzi esposti a Villa San Michele e le installazioni diffuse di Sislej Xhafa, artista kosovaro di origine e newyorkese di adozione.


Progetti speciali per luoghi speciali
È poi del tutto declinata al femminile la rassegna che si fa forza sulle novità proposte da cinque giovani artiste. S’intitola Ruina. Ricercare un’identità nell’antico e nell’attuale, è realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE in collaborazione con Villa San Michele e offre al visitatore un dialogo fra antichità e attualità su temi che potremmo dire “antropologicamente evergreen”: la fragilità della memoria pubblica e personale, il rapporto tra storia intima e storia collettiva e quello tra creazione artistica e dimensione sociale, il tentativo di individuare in un paesaggio ricco di rovine l’origine di un possibile nuovo alfabeto visivo. Cinque under 35 (Clarissa Baldassarri, Morena Cannizzaro, Maria Cavinato, Carmela De Falco, Irene Macalli) che – ciascuna nel suo linguaggio artistico – leggono le vestigia e le mostrano con il loro sguardo, restituendo una sorta di presenza attiva in grado di offrire una via di salvezza a storie e tradizioni in aria di oblio.
Un festival, una storia nella Storia
Curato da Arianna Rosica e Gianluca Riccio, il Festival del Paesaggio è promosso dall’associazione Il Rosaio, che promuove la cultura artistica contemporanea sostenendo le varie fasi di ricerca, sperimentazione e divulgazione attraverso l’organizzazione di progetti espositivi, programmi di formazione e residenze per artisti, la pubblicazione di volumi, interagendo con soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, al fine di favorire lo scambio di conoscenze. Volte a indagare e interpretare il paesaggio contemporaneo nella molteplicità dei suoi aspetti e delle sue declinazioni, ogni anno (fin dal mese di maggio) le attività del festival includono mostre personali e collettive, laboratori e vere e proprie masterclass; una particolare attenzione è rivolta agli studenti delle scuole superiori dell’isola, con l’obiettivo di avvicinare le giovani generazioni ai linguaggi dell’arte contemporanea e sensibilizzarli sulla tutela ambientale e del patrimonio paesaggistico.
Nell’ambito di questa nona edizione s’inaugura anche il Premio Jumeirah Capri Palace, un riconoscimento istituito dal prestigioso albergo isolano per valorizzare due tra i protagonisti dei principali progetti: gli artisti selezionati da una giuria d’eccezione (la presidente, Cristiana Perrella, dirige il MACRO di Roma) vedranno le loro opere entrare a far parte della collezione permanente dell’hotel, ricevendo inoltre un contributo economico.
Tutte le informazioni dettagliate sul sito del festival.
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