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Terra Brigasca: una lingua, una terra, una cultura proprie

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La più piccola minoranza linguistica italiana: così vengono definiti oggi i Brigaschi, popolo montano dell’area franco-ligure-piemontese dalle radici occitane. Chi sono? Dove abitano? La loro terra, la Terra Brigasca appunto, è oggi spezzettata tra tre regioni e due Stati diversi. Zona di montagna, radicatamente alpina e pastorale, la Terra Brigasca porta su di sé i segni di una cultura e di un retaggio comuni smembrati dalle macchinazioni della storia: tra abbandoni e ritorni, è un territorio di confine vivo e vibrante, una sorta di selvaggio west tutto da scoprire. Ma, prima di tutto, da conoscere e rispettare nelle sue peculiarità.

Cos’è la Terra brigasca

Partiamo dal territorio, dunque. Cos’è la Terra Brigasca? Dove si trova, e qual è la sua peculiarità? Siamo al confine tra Francia, Piemonte e Liguria, nei lembi di terra che si intrecciano a cavallo delle Alpi Marittime e si stringono attorno alle pendici del Monte Saccarello. Centro primario di questo territorio era il comune (allora piemontese) di Briga Marittima, in Val Roja, caratterizzato da una società e da un’economia di tipo prevalentemente pastorale: a Briga erano poi collegate un gran numero di borgate nelle vallate limitrofe, come l’alta Val Tanaro o l’alta Valle Argentina.

È il caso ad esempio di Realdo, in Valle Argentina, fondato tra il XV e il XVI secolo dai pastori brigaschi di provenienza roiasca in cerca di nuovi pascoli per le greggi e che con il tempo divenne non soltanto il punto di riferimento per le varie borgate minori al di qua dei colli Sanson e Collardente (tra cui Borniga, Pin, Abenin, Craviti, Ciapapè, Vesignana, Frasciu e Case Carmeli), ma anche punto di snodo per i commerci tra le valli, soprattutto per quanto riguardava la lana.

Realdo era anche l’ultimo avamposto del regno sabaudo sul confine con quello genovese: il confine separava tra loro gli abitati di Realdo e di Verdeggia, quest’ultimo pure di origine e cultura brigasca ma politicamente legato alla Liguria anziché al Piemonte. Politica a parte, le varie aree brigasche avevano dei tratti in comune: una lingua propria, tanto per cominciare, ma anche usi, costumi e tradizioni caratteristiche. Allevavano inoltre una varietà di pecora autoctona, la pecora brigasca appunto, che ben si adattava a queste terre di montagna aspre e impervie.

A cambiare definitivamente la situazione furono gli accordi di Parigi del 1947, i trattati di pace postbellici, quando il territorio brigasco fu diviso tra Italia e Francia. Briga Marittima passò ai vicini d’oltralpe e divenne La Brigue, nel distretto delle Alpes Maritimes. Al Piemonte restarono Briga Alta (composta da Upega, Carnino e Piaggia) e Viozene, frazione del comune di Ormea. Alla Liguria toccarono invece sorte Realdo e Verdeggia, afferenti al vicino comune di Triora. Così la politica allontanò ciò che le tradizioni e la storia avevano unito.

E oggi?

Oggi la Terra Brigasca non ha uno statuto autonomo, né lo cerca: i brigaschi si sentono convintamente italiani, non hanno velleità indipendentiste, ma hanno mantenuto e recuperato una forte coscienza di gruppo. Sono la più piccola minoranza etnico-linguistica d’Italia e grazie al un forte lavoro di studio e ricerca stanno salvando dall’oblio testimonianze e tradizioni della zona. Ogni anno, a rotazione, nei paesi della Terra Brigasca ligure, piemontese o francese si svolge un raduno molto partecipato, che raggruppa tutti i brigaschi e i loro discendenti e che per qualche giorno ripopola queste belle vallate di confine.

I paesi della Terra Brigasca

  • La Brigue (Francia)
  • Morignole (Francia)
  • Briga Alta, comune sparso composto da Upega, Carnino e Piaggia (Piemonte)
  • Viozene, frazione di Ormea (Piemonte)
  • Realdo, frazione di Triora (Liguria)
  • Verdeggia, frazione di Triora (Liguria)

Mare d’inverno: Camiguin

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Nella provincia di Mindanao, nella Filippine, c’è una isola che, nonostante qualche acquazzone, saprà incantarvi con la sua natura lussureggiante e incontenibile e dove potrete godervi il mare d’inverno: Camiguin!

Dopo aver raggiunto Koh Lipe in Thailandia e Koh Rong in Cambogia, è arrivato il momento di attraccare sulle sponde della piccola isola di Camiguin, nelle Filippine. Il mare d’inverno, in questa perla del sud est asiatico, si tinge dei colori della lava.

Camiguin è una piccola isola (l’intera circonferenza misura circa 79 km) a nord di Mindanao, nel cuore delle Filippine.

Con oltre una ventina di coni di scorie alti più di 100 m, Camiguin ha più vulcani per kmq di qualsiasi isola sulla terra” [Lonely Planet]. Quando illuminati dal sole sono lo sfondo di tutte le prospettive e dominano tutta l’isola. Sulle spiagge, la sabbia nera di lava si getta in un mare cristallino e pieno di vita.

mare d’inverno Camiguin
spiaggia nera a Camiguin (foto: Anna Luciani)

Quello che colpisce, arrivati sull’isola, oltre ad una natura strabordante è una sensazione: quella di essere su una terra autentica.

Oltre al paese principale, Mambajao, ci sono numerose comunità e villaggi sparsi sulla costa e nell’entroterra, lungo le strade che salgono su fino in cima alle montagne. Sono realtà semplici e modeste, ma la natura le sovrasta, come un immenso giardino tropicale, aggraziando anche le capanne più malconce. Palme, frangipane, orchidee, foglie di ogni sfumatura dell’arcobaleno vi lasceranno senza parole ad ogni curva, ad ogni angolo dell’isola.

E al tramonto, quando il cielo si tinge di rosa e arancione, si compie la magia.

Camiguin custodisce però un altro immenso giardino: quello sotto il mare, accessibile dalle sue sponde o visitando due piccoli atolli di sabbia bianchissima a pochi minuti di barca dalle sue sponde.

Dove stare a Camiguin

Sull’isola ci sono numerosi resort, sul mare o più in alto sulla montagna.

Esiste un luogo perfetto per godere al meglio della magia di Camiguin: il Nypa Style Resort

Poco distante da Mambajao, il resort è immerso nella foresta tropicale, circondato da un giardino lussureggiante. Pochi bungalow perfettamente inseriti nel contesto paesaggistico e rispettosi dei materiali e delle sistemi costruttivi tradizionali.

Un vero angolo di paradiso.

Qui potrete consumare pasti deliziosi: il ristorante, oltre ad offrire colazioni succulenti e prelibate, è aperto anche a cena (e a pranzo su prenotazione) e offre un menu di base italiano ma spesso contaminato da influenze asiatiche e internazionali. 

Ilenia e Stefano vi faranno sentire a casa.

Potrete noleggiare un motorino e partire da qui alla scoperta dei luoghi più suggestivi di Camiguin.

Mare d’inverno Camiguin resort
Nypa Style Resort (foto Anna Luciani)

Come arrivare a Camiguin 

In aereo:

Da/Per Cebu c’è un volo giornaliero.

Potete prenotare i biglietti sul sito di CebuPacificAir, il volo dura circa un’ora.

L’aeroporto di Camiguin è vicinissimo a Mambajao .

In barca: 

Da/Per Bohol parte un ferry dal porto di Balbagon ogni lunedì, mercoledì e venerdì dal porto di Jugna. Partenza alle 8.00 da Camiguin per Bohol, alle 13.00 da Jagna per Camiguin. I biglietti si possono fare solo al porto il giorno della partenza. La traversata dura circa 4 ore. 

Da/Per Mindanao partono numerosi ferry dal porto di Benoni, più volte al giorno (circa ad ogni ora), che raggiungono Balingoan in circa un’ora e un quarto.

Per accedere all’isola è necessario compilare un format on Line: https://cleancamiguinqr.com/ al termine del quale verrà rilasciato un QR code da mostrare non appena sbarcati sull’isola. Dovrà essere esibito anche se deciderete di visitare l’isola di Mantigue. È richiesta la prenotazione della struttura di pernottamento prima dell’arrivo sull’isola. 

Cosa fare a Camiguin 

L’isola saprà rapirvi con i suoi ritmi rilassati e un territorio ricchissimo da scoprire.

Tra le varie attività, potrete:

  • andare in giro in motorino (che potete noleggiare presso la struttura che vi ospita o a Mambajao). Seguite la strada principale che gira attorno all’isola, con calma ammirando il paesaggio verso il mare e verso la montagna. Fermatevi nei vari punti di interesse, addentratevi verso l’interno, parcheggiate per un tuffo. Lasciatevi stupire dalla bellezza della natura incontenibile dell’isola.
mare d’inverno Camiguin
Camiguin (foto: Anna Luciani)
  • visitare le cascate: sull’isola ci sono diverse cascate. Katibawasan Falls e Tuasan Falls sono spettacolari e facilmente accessibili. Per raggiungere la Binangawan Falls è consigliato l’accompagnamento di una guida: il sentiero per raggiungerla è impegnativo.
mare d’inverno Camiguin cascata
Katibawasan Falls (foto: Anna Luciani)
  • fare trekking sul vulcano Hibok-Hibok, si tratta però di una salita ripida e impegnativa. Una volta in cima, nelle giornate particolarmente limpide il panorama spazierà fino a Bohol, Cebu e Negros.
  • organizzare un’escursione a White Island, piccolo atollo di sabbia bianca in continuo movimento. Sull’Isola potrete noleggiare un ombrellone e rilassarvi in un mare tropicale dalle mille sfumature d’azzurro. 
  • organizzare un’escursione all’isola di Mantigue. Per raggiungere le due isole partono continuamente barche da 4 persone nei porticcioli antistanti.
mare d'inverno camiguin
Mantigue island (foto Anna Luciani)
  • rilassarvi in uno dei centri termali dell’isola, come le Ardent Hot Springs
  • organizzare un’immersione: attorno all’isola ci sono alcuni spot particolarmente interessanti per fare immersioni. In particolare: White Island e Mantigue Island. Per le escursioni Diving si consiglia il centro Coraya-divers: professionalità, affidabilità e attrezzatura in ottime condizioni.
mare d’inverno Camiguin tartaruga
tartaruga a Mantigue Island (foto: Anna Luciani)
  • fare snorkeling. Attorno all’isola ci sono numerosi luoghi per ammirare la meraviglia custodita sotto al mare
    • Sunken Cemetery
    • Spiaggia davanti al ristorante Beehive 
    • Spiaggia davanti al locale Taste and See
    • Cantaan Kabila White Beach Giant Clam Sanctuary
    • Mantigue Island.

Si consiglia di partire con maschera e boccaglio e scarpine da roccia. Sull’isola c’è la possibilità di noleggiarli.

(foto Anna Luciani)

Spesso per accedere a luoghi di particolare pregio paesaggistico, oltre al biglietto è richiesto il pagamento di una tassa che può variare dai 25 ai 100 pesos.

In alcune riserve marine è obbligatoria la presenza di una guida.

Dove mangiare a Camiguin 

L’isola ospita numerosi ristoranti e locali, tra cui:

mare d’inverno Camiguin cibo filippino
Kare Kare, Haruhay Eco-Beach Tavern (foto: Anna Luciani)
  • Crito”s Crust Pizzeria ottima pizza in un piccolo locale sulla strada principale a Mambajao
  • J&A Fishpen, ristorante affacciato sulla laguna, specialità di pesce 
  • Shriner’s Sports Pub bellissima terrazza affacciata sul mare, specialità di pesce  
  • Taste and See Camiguin locale molto accogliente, con una vista meravigliosa sul mare, adatto soprattutto per colazioni e merende.
  • The BeeHive Driftwood Cafe locale affacciato sulla spiaggia. Menù a base di prodotti locali, ambiente originale e molto accogliente. Perfetto per un aperitivo al tramonto

Ti racconto un museo: l’Ecomuseo delle Erbe Palustri

Appena entrate vi sembrerà di essere in una scuola. Vi basterà poi fare qualche altro passo per pensare di essere finiti a casa di una azdora romagnola, poi ancora in un ristorante e infine anche in un museo! È un’esperienza incredibile, questo è l’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Bagnacavallo nel cuore della Romagna.

Ti racconto un museo: l’Ecomuseo delle Erbe Palustri

Prima di tutto, cos’è un ecomuseo?

Si tratta di un’istituzione culturale che, come richiama il nome stesso, riprende lo stile del museo e lo amplifica. L’ecomuseo è la rappresentazione di un particolare territorio, con le sue tradizioni, il suo patrimonio naturalistico e storico-artistico, tutelandolo e valorizzandolo.

Non è solo un luogo delimitato da quattro mura e pieno di oggetti, è proprio una filosofia, è un luogo in cui le persone che vivono quel determinato territorio possono riconoscersi e in cui i visitatori possono scoprire nuove tradizioni e usanze.

Tutto questo è presente anche nell’Ecomuseo delle Erbe Palustri.

lavorazioni fatte con le erbe palustri presenti presso l'ecomuseo

L’Ecomuseo delle Erbe Palustri

Qui viene svolta un’attenta attività di ricerca e recupero volta a valorizzare e non far dimenticare le antiche tecniche di lavorazione delle erbe palustri sviluppatesi in particolare nella comunità di Villanova.

Raccontano quella che è stata una vera e propria economia rurale integrata con il territorio e che ancora oggi riesce ad essere portata avanti grazie all’Ecomuseo.

In questo territorio, infatti, si viveva e si lavorava con le erbe palustri, ma quali sono quelle principali?

Canna, stiancia, giunco lacustre, carice e giunco pungente. Un’attività, quella della raccolta delle erbe, che era in perfetta armonia con la natura: l’utilizzo delle erbe tramite gli sfalci stagionali garantiva, infatti, il continuo rinnovarsi dell’ecosistema.

Il percorso museale

Il percorso è davvero particolare. Abbiamo una prima parte interna, in quegli spazi che erano prima una scuola. Qui si possono scoprire il passato e la complessità del territorio, il modo in cui vivevano le persone, le tradizioni e gli usi e costumi.

Cosa si può costruire con le erbe palustri? Di tutto. Si possono creare delle vere opere d’arte fino ad oggetti di utilizzo comune.

borsette e cesti fatti intrecciando le erbe palustri

Possiamo pensare a scope, cesti o sedie ma anche calzature, cappelli, borse e pochette, oggetti estremamente raffinati e unici nel loro genere.

Tutto questo è raccontano grazie ad un ciclo di sale di approfondimento delle 5 erbe.

Non solo, una parte è dedicata anche ai giochi di una volta con una grandissima riflessione, anche dal punto di vista ecologico, sullo smisurato numero di giochi e giocattoli presenti attualmente in commercio, quando in realtà, basterebbe davvero poco per far divertire un bambino, ma non voglio anticiparvi troppo, perché gli operatori del museo sapranno immergervi nella giusta atmosfera.

Uscendo all’esterno dell’ecomuseo, troverete la parte di etnoparco, in cui potete vedere da vicino le capanne realizzate con canna palustre, delle strutture incredibili e che variano a seconda della loro destinazione d’uso. Ne troverete diverse infatti, e sono state tutte costruite in modo fedele dall’ultimo maestro capannaio.

entoparco con la capanna tipica romagnola in canna palustre

Parte conclusiva del percorso museale è l’area ristoro, non un’area qualunque, ma una vera e propria locanda, la locanda dell’allegra mutanda! Il perché del nome lo capirete appena entrati, l’atmosfera riprende quella delle sagre di paese, mentre file di mutande stese si trovano sopra i tavoli, un guizzo eccentrico e assolutamente fenomenale.

La locanda dell'allegra mutanda

Qui potete trovare i veri prodotti locali e vi sentirete un po’ come a casa di nonna, si mangia sano, si mangia bene e soprattutto si impara mangiando.

L’Ecomuseo delle Erbe Palustri è una di quelle realtà del territorio che meritano di essere valorizzate e raccontate, perché troppe volte ci dimentichiamo del passato persi dalla frenesia delle giornate, qui potete ritornare, anche solo per un pochino, indietro nel tempo.

Buona visita!

ECOMUSEO DELLE ERBE PALUSTRI
Via Ungaretti 1, Villanova di Bagnacavallo 48012
Orari di apertura: Da Martedì a Venerdì, 9-13. Sabato 9-13 e 15-18. Domenica: 10-13 e 15-18
Lunedì chiuso.
Telefono: 0545 280920 Mail: erbepalustri@comune.bagnacavallo.ra.it
Ingresso 2€

Mare d’inverno: Koh Rong

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Avete mai pensato di fuggire qualche settimana per affrontare i freddi mesi di inizio anno?  Ecco la seconda proposta per vivere il mare d’inverno: Koh Rong (Cambogia).

(Il primo articolo della serie “Mare d’inverno: tre isole nel sud est asiatico – Koh Lipe” lo trovate qui).

Quando si parla di Cambogia il mare non è la prima cosa che viene in mente, eppure a largo delle sue coste, davanti a Sianukville, sorgono due bellissime isole: Koh Rong e Koh Rong Samloem.

Koh Rong, rispetto a Koh Lipe in Tailandia (se ti sei perso l’articolo leggilo qui) è molto più selvaggia e poco infrastrutturata. Ci sono solo pochi piccoli centri: Preksway village a nord est, Sangkat village a sud est, Koh Toch village a sud e di Sok San village a ovest. Qui, scelta la struttura, vivrete giornate immerse nella natura e spesso isolati dal resto del mondo.

Muoversi da un punto all’altro non è così semplice: i collegamenti più efficienti sono via barca ma richiedono tempo. I motorini sono relativamente costosi e i percorsi interni abbastanza dissestati. Per chi volesse avventurarsi a piedi considerate distanze impegnative.

Per questi motivi una volta raggiunta l’isola sarete particolarmente invogliati a rimanere stanziali, rilassandosi nella vostra “spiaggia”. E vista la bellezza della natura non vi dispiacerà affatto! 

Koh Rong è un’isola bellissima: spiagge bianchissime e mare cristallino, caldo, azzurrissimo, circondato da palme.

Ed è un’isola dove ci si rilassa e dove potrete godervi il mare d’inverno in piena tranquillità.

Mare d’inverno Koh Rong
Coconut beach (foto: Anna Luciani)

Dove stare 

Coconut beach è una delle spiagge più scenografiche dell’isola. Qui sorge un resort  semplice e immerso nel verde. La terrazza del ristorante si affaccia sul mare e ogni mattina svegliarsi e fare colazione si trasforma in un momento rigenerante. La struttura mette a disposizione bungalow  accoglienti con bagno privato e tende immerse tra gli alberi con bagni condivisi.

C’è tutto quello che serve: un paio di ristoranti e un piccolissimo supermercato. La struttura è comunque molto attrezzata per tutte le esigenze di prima necessità: dal repellente, all’acqua, al gel contro le punture di zanzare, al kit di primo soccorso. 

Mare d’inverno Koh Rong
Il mare di Koh Rong (foto: Anna Luciani)

Come arrivare a Koh Rong/Coconut Beach

Arrivare a Sihanoukville

Da Phnom Penh potete raggiungere Sihanoukville in aereo o in autobus. Se decide di usufruire delle linee degli autobus si consiglia caldamente la compagnia Giant Ibis per comodità, puntualità, serietà. Ci vogliono circa 6 ore.

Se partite da altre città della Cambogia la soluzione più comoda è l’aereo.

Da Sihanoukville a Koh Rong

Da Sihanoukville verso le due isole partono ogni giorno numerosi traghetti. Non tutti i traghetti fermano in tutte le spiagge e via terra i collegamenti sono complessi e non sempre garantiti, quindi conviene scendere nella spiaggia giusta. Per questo motivo controllate sul sito della struttura: solitamente è indicata la compagnia che fa scalo sulla loro spiaggia. Diversamente scrivete per chiedere informazioni precise.  Per raggiungere Coconut Beach la migliore opzione è la  Speed Ferry Cambodia. I biglietti si possono fare al porto di Sihanoukville, in agenzia o on line.  

Mare d’inverno Koh Rong
approdo (foto: Anna Luciani)

Le spiagge a Koh Rong

Con un tour in barca organizzato dalle strutture è possibile visitare le principali spiagge dell’isola:

  • Koh Toch, la “più affollata” ma comunque bellissima
  • Sok San Beach, lunghissima e bianchissima, un vero paradiso tropicale.

Non aspettatevi grandi barriere coralline anche se a largo di Koh Toch c’è un isolotto che offre fondali interessanti (visitabile durante il tour in bar).

Infine Coconut beach che riserva una sorpresa: qui potrete assistere al fenomeno del plancton luminescente! Ricordate di entrare in acqua la notte in assenza di luna (luna nuova o luna già tromantata all’orizzonte). Con una maglia provate a “raccogliere” l’acqua come fosse una bacinella e vedrete la magia.

Mare d’inverno Koh Rong
Tramonto a Koh Rong (foto: Anna Luciani)

Cosa fare a Koh Rong

  • rilassarvi
  • nuotare, spingendovi fino all’estremità settentrionale della spiaggia di Coconut Beach potrete vedere qualche formazione corallina 
  • leggere
  • prendere il sole
  • passeggiare
  • fare il bagno di notte per ammirare il plancton luminescente 
  • noleggiare un motorino e andate in giro per l’isola.
  • partecipare ad un tour attorno all’isola. 
Mare d’inverno Koh Rong
Barca (foto: Anna Luciani)

 

Dove dormire e dove mangiare a Koh Rong

Se cercate un po’ di vita soprattutto la sera il consiglio è quello di valutare strutture nei villaggi di Koh Toch e di Sok San, i più animati dell’isola (seppur molto piccoli).

Per chi invece vuole tranquillità e natura allora Coconut Beach è il posto ideale. Sulla spiaggia ci sono 3 strutture e altrettanti ristoranti/bar e un piccolissimo supermarket. 

Struttura consigliata:  Coconut Beach Bungalows che mette a disposizione bungalow molto spaziosi con bagno e terrazza, e tende in ottimo stato, tutte coperte da un tetto, pulite (lo trovate  sui principali motori di ricerca di viaggio).

Mare d’inverno Koh Rong
Coconut beach Bungalow (foto: Anna Luciani)

Nella zona comune, il grande ristorante con terrazza affacciato sulla spiaggia, è possibile usufruire delle prese per caricare dispositivi elettronici. Il ristorante è aperto a colazione/pranzo e cena con piatti buoni e prezzi onesti. 

Mare d’inverno Koh Rong
Tenda (foto: Anna Luciani)

Mare d’inverno: tre isole nel sud est asiatico.

La prima tappa era Koh Lipe.

Non perdetevi la prossima tappa: ci sposteremo nelle Filippine! 

5 borghi della Romagna tutti da scoprire

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Se vi dicessi che la Romagna è perfetta per essere visitate in tutte le stagioni e non solo d’estate? C’è molto altro oltre alla riviera romagnola e ve lo svelo oggi con un piccolo assaggio, 5 borghi della Romagna perfetti per le vostre prossime gite.

La Romagna dei borghi e dei paesaggi collinari mi ha piacevolmente colpito. È un territorio rilassante, caloroso, fatto di profumi delicati e sapori forti, è un territorio verde, in cui la natura è la vera padrona indiscussa e noi non possiamo fare altro che apprezzarne i suoi frutti e restare a bocca aperta davanti ai paesaggi che ci mostra.

Ci sarebbe davvero tanto da raccontare, è un territorio davvero ricco di bellezza, ma concentriamoci su 5 borghi della Romagna, 5 luoghi tutti da scoprire.

5 borghi della Romagna tutti da scoprire - centro di Brisighella

Brisighella e il suo oro liquido

Benvenuti in uno dei borghi più belli d’Italia! Brisighella è uno di quei borghi che sa affascinare fin da subito. I suoi colori, il suo cibo, posto alle pendici del Parco appenninico della Vena del Gesso, in questo borgo si respira tutta le genuinità romagnola, almeno secondo me.

Caratteristica principale del borgo sono i suoi tre pinnacoli rocciosi, tre punti panoramici perfetti. Parlo della Torre dell’Orologio, da cui si gode di una bella vista di Brisighella dall’alto, la Rocca Manfrediana, altro punto panoramico sulla città e il Santuario della Beata Vergine del Monticino.

Conoscete l’oro liquido di Brisighella?
L’Olio Extravergine di Brisighella è stato il primo in Italia ad ottenere la Denominazione di Origine Protetta, è un prodotto di estrema qualità che merita di essere apprezzato con una degustazione. Se vi ho incuriosito, vi consiglio di dare un’occhiata alle esperienze proposte da Terre di Brisighella, vi posso assicurare che non ve ne pentirete.

degustazione presso Terre di Brisighella

Famosissima a Brisighella è la tanto fotografata Via degli Asini o Via del Borgo. Si tratta di una via sopraelevata e coperta, qualcosa di unico dal punto di vista architettonico, una vera bellezza. Questa via era abitata dai birocciai, che trasportavano il gesso dalle cave servendosi proprio di asini, da qui il suo nome.

Via degli asini a Brisighella

Potete raggiungere Brisighella in auto o in treno, la stazione è molto vicina al centro storico

Bertinoro, il balcone della Romagna

Continuiamo la nostra scoperta dei borghi della Romagna con Bertinoro, parte della rete dei Borghi Autentici d’Italia, città del vino e dell’ospitalità.

Perché proprio dell’ospitalità? In Piazza della Libertà troverete una colonna, la colonna dell’ospitalità. La colonna dell’ospitalità, citata anche nella Divina Commedia.

Si tratta di una colonna con 12 anelli, ad ogni anello corrispondeva una famiglia del borgo, in questo modo, il pellegrino che arrivava a Bertinoro e legava il suo cavallo ad uno degli anelli, veniva ospitato dalla famiglia proprietaria dell’anello.

Sempre da questa piazza potete capire perfettamente anche l’appellativo “balcone della Romagna”. Bertinoro è infatti definita anche il balcone della Romagna proprio per la sua terrazza con una vista panoramica stupenda sulle colline.

In foto purtroppo non rendo molto l’idea, ho trovato una giornata piuttosto nebbiosa, ma vi auguro di essere più fortunati. Prima di salutare Bertinoro, fate una capatina alla sua rocca, che ospita il Museo Interreligioso del borgo, ed è circondata dal verde, un posto perfetto per fare un pic nic osservando il paesaggio.

bertinoro - il balcone della romagna

Bertinoro è perfetta da raggiungere in macchia. Essendo piccolina, consiglio di visitarla unendola ad un altro borgo.

Rocca San Casciano e la festa dei falò

Il nostro percorso tra i borghi della Romagna ci porta nella Valle del Montone.

Parto subito con il raccontarvi la particolarità di questo borgo. A Rocca San Casciano la festa dei falò è una vera e propria tradizione che passa da generazione a generazione. il borgo è suddiviso tra Rione Borgo e Rione Mercato, le due fazioni che si sfidano durante i festeggiamenti. È un sentimento forte ed impetuoso come il fuoco che viene celebrato durante questa festa.

Il borgo, a prescindere dalla festa tipica che si tiene ogni anno in primavera, è un vero gioiellino. Nella Chiesa del Suffragio potete addirittura vedere un Tondo di Andrea della Robbia mentre proprio accanto alla chiesa, sotto alla torre della piazza, troverete l’ultimo negozio di ciabattini, un piccolo cimelio storico.

A dominare il borgo dall’alto troverete il Castellaccio, ciò che resta dell’antica rocca circondata da mura, praticamente distrutta dal terremoto del 1661.

Se siete affamati, vi consiglio la trattoria La Pace, proprio nella piazza principale, dove poter assaggiare la pasta fresca fatta a mano e prima salutare il borgo, vi consiglio una foto da cartolina lungo il ponte di Via Francesco Domenico Guerrazzi.

5 borghi della Romagna tutti da scoprire - rocca san casciano

Anche questo è uno di quei borghi facilmente raggiungibili in auto, soprattutto se volete visitarlo insieme al prossimo gioiellino che vi presenterò.

Portico di Romagna: vi sembrerà di entrare in una fiaba

Una di quelle ambientazioni fiabesche che ti fanno dire wow. Portico di Romagna sembra davvero uscito da un libro fantasy.

Percorrendo Via Roma, la via principale che attraversa il borgo, incontrerete la particolarissima Biblioteca dei Libri Liberi, una speciale biblioteca in cui chiunque può lasciare un libro e chiunque può prenderlo, un luogo in cui i libri sono davvero liberi e raccontano un sacco di storie, non solo italiane. È il paese stesso che ha realizzato questo luogo salvando tanti libri e ancora oggi i turisti ospiti del borgo possono lasciare un libro.

Percorrendo Via Borgo dell’Erta potete vedere le classiche viuzze colorate che solo i borghi sanno regalare. Questa via si chiude con un bellissimo ponte a schiena d’asino, il Ponte della Maestà.

Portico di Romagna

Se i tornanti non vi danno fastidio, prima di andare via vi consiglio di andare a vedere una delle stranezze della Romagna, il Vulcanino del Monte Busca.

Eh si, in Romagna ci sono pure i vulcani!

Si tratta di una fontana ardente di metano, qualcosa si piuttosto comune un tempo. Oggi ne sono rimaste davvero pochissime e questo è uno dei pochi esempi rimasti. È davvero suggestivo, un fuoco perenne in cima al monte, con un panorama magnifico tutto intorno.

vulcanino del monte busca

Se volete approfondire questi luoghi, vi consiglio di non perdervi l’uscita di questo mese di Itinerari e Luoghi in edicola.

Premilcuore, alle porte delle Foreste Casentinesi

Arriviamo all’ultimo dei nostri borghi della Romagna, almeno per questo articolo.
Premilcuore è un o dei borghi Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Siamo nel cuore delle colline romagnole, proprio alle porte del Parco delle Foreste Casentinesi, a lato del fiume Rabbi.

È il borgo perfetto per immergersi nella quiete e nella natura. Un posto piccolissimo e delizioso, in cui ho visto con piacere tantissime rondini. Percorretelo per le sue stradine e soffermatevi in Largo Tre Cantoni, la piazza principale di Premilcuore.

La vera punta di diamante del borgo è la sua natura. Raggiungete la Cascata della Sega, lo troverete facilmente sul navigatore. Qui potete vedere tutta la potenza del Rabbi. Piccole cascate e piscine naturali perfette per rilassarsi dalla calura estiva, un paesaggio unico in cui è l’acqua la vera protagonista.

borgo di premilcuore in romagnaIndossate delle buone scarpe da trekking e percorrete il sentiero che costeggia il Rabbi fino alla Grotta Urlante. Bellissima e pericolosissima, qui è vietato nuotare e tuffarsi, ma potete raggiungerle costeggiando il fiume e stando attendi a non scivolare sui sassi levigati, un’escursione davvero molto bella, perfetta per il periodo primaverile.

 

Se visitate il borgo e l’area naturalistica durante il weekend, consiglio di arrivare presto in auto, i posti sono pochi c’è il rischio di non trovare parcheggio.

La Romagna ha ancora tanto da offrire, ma intanto iniziamo a scoprirla grazie ai suoi borghi.

Buona visita!

Mare d’inverno: tre isole nel sud est asiatico – Koh Lipe

I lunghi mesi invernali, con i loro cielo plumbei e le temperature troppo basse, possono essere affrontati col sorriso organizzando un viaggio al mare d’inverno: tre isole nel sud est asiatico possono essere la soluzione per ridare colore e calore ai primi mesi dell’anno.

Gennaio e febbraio sono il periodo ideale per rilassarsi al sole delle spiagge bianche di Thailandia, Cambogia e Filippine.
A partire da oggi e per i prossimi due lunedì scopriremo tre piccole perle del sud est asiatico all’insegna del mare d’inverno.

Mare d’inverno: Koh Lipe – Thailandia

Koh Lipe è una delle oltre 50 isole che dell’arcipelago di Tarutao, Parco Nazionale Marino e dista solo 50 km dalla Malesia.

Perchè andare a Koh Lipe 

Koh Lipe è un’isola esotica con paesaggi incantevoli dove riposare. Qui troverete tutti i servizi necessari per rendere la vostra vacanza comoda e piacevole. L’attività principale è lo snorkeling.
L’isola si può comodamente girare a piedi, in bici o in tuk tuk.
Il centro turistico, vivace e animato, coincide con la walking street: è una zona molto urbanizzata, mentre la zona più occidentale è immersa nel verde e nel silenzio. L’offerta in termini di alloggio e vitto è davvero molto varia e adatta a tutti.

Le spiagge sono ampie e l’arcipelago offre numerose occasioni per escursioni, immersioni e snorkeling. Il mare è molto pulito e la stessa barriera corallina, un po’ più rada e meno colorata a riva, è comunque in buono stato e allontanandosi un po’ dalle spiagge principali risulta rigogliosa, colorata e soprattutto animata.

Mare inverno isole nel sud est asiatico Koh Lipe
snorkeling koh lipe (foto di Anna Luciani)

Arrivare a Koh Lipe

Da Bangkok prendere un volo per Hat Yai. Raggiungere Pak Bara con un taxi/minivan o pullman che partono dalla stazione degli autobus (circa 2ore).
Da Pak Bara salpano i traghetti per Koh Lipe. L’ultimo è alle 15.00, in caso perdeste l’ultimo potete pernottare una sera a Pak Bara. I biglietti del traghetto potete farli direttamente a Pak Bara, ci sono diverse agenzie che si equivalgono a livello di prezzo e servizi.

All’arrivo al porto di Koh Lipe, in base alla posizione del vostro hotel, considerate la possibilità di prendere un tuk tuk che vi porterà ovunque.

  • Altre opzioni:
    da Krabi: minivan fino a Pak Bara;
    da Puket: traghetto, che impiega circa 7 ore e fa alcune fermate in altre isole.

Per tornare sulla terra ferma
Le barche dall’isola partono alle 9.30 / 11.30 / 13.30 e 15.30. Lungo la Walking Street ci sono decine di agenzie. Verificate sempre gli orari.

Mare inverno isole nel sud est asiatico Koh Lipe
partenze (foto di Anna Luciani)

Cosa fare a Koh Lipe

  • Rilassarsi sulla spiaggia
  • Nuotare
  • Fare snorkeling: È possibile ammirare la bellezza dei fondali semplicemente entrando in acqua dalla spiaggia e nuotando verso il largo qualche metro. Tra i fondali più vivaci e colorati si segnalano quello davanti alle calette oltre Sanom beach, raggiungibili con il kayak (partendo da Pattaya). Sull’isola c’è la possibilità di partecipare a tour organizzati che raggiungono varie isole dell’arcipelago ed infine, privatamente attraverso il taxi boat, si può visitare Koh Adang, l’isola di fronte, un vero spettacolo per gli occhi. Consiglio: nonostante non sia difficile né costoso noleggiarli, si consiglia di portate maschera, boccaglio e scarpine per la roccia da casa. Inoltre prestate attenzione agli orari della bassa marea perché renderà difficile nuotare sui coralli.
Mare inverno isole nel sud est asiatico Koh Lipe
snorkeling koh lipe (foto di Anna Luciani)
  • Affittare un taxi boat e raggiungere Koh Adang che dista circa 30 minuti di barca. Portatevi qualcosa da mangiare e preparatevi a fare snorkeling in un vero e proprio giardino sott’acqua! Il centro principale in cui recarsi per organizzare un’uscita con il taxi boat si trova a nord di Sunrise Beach, basta andare in spiaggia, chiedere e mettersi d’accordo con i barcaioli.
  • Partecipare ad un tour organizzato dalle agenzie incentro. Ci sono diverse proposte: dall’uscita serale alle giornate di pesca, ma i due tour principali sono l’A (che raggiunge le isole più vicine) e il B (che si spinge più a largo).
  • Fare diving: il Parco di Tarutao offre numerosi spot di grande interesse per le immersioni.
  • Noleggiare un kayak: ci sono numerosi chioschi sulla spiaggia di Pattaya
  • Passeggiare sulla spiaggia o nella foresta nel “cuore dell’isola”.

Le spiagge a Koh Lipe 

Le spiagge principali sono quattro, molto lunghe e ampie (a parte una):

  • Pattaya beach (a sud): È la spiaggia principale. La mattina ci sono tantissime barche ormeggiate (le famose long tale boat) che partono per le escursioni, questo la rende meno attraente per chi ama fare snorkeling e nuotare serenamente anche se alcune aree sono specificatamente delimitare. Paesaggisticamente è comunque molto bella. Verso le 17.00 si anima di localini per l’aperitivo.
Mare inverno isole nel sud est asiatico Koh Lipe
pattaya beach_aperitivo (foto di Anna Luciani)
  • Sunrise beach (ad est): Spiaggia lunghissima di sabbia bianca e fine che sfuma nel blu del mare. A nord e a sud ci sono due isolotti perfetti per lo snorkeling.
Mare inverno isole nel sud est asiatico Koh Lipe
sunrise beach (foto di Anna Luciani)
  • Sunset beach (a nord): Qui, nel tardo pomeriggio decine di persone (ma mai troppe) si radunano sulla spiaggia bevendo un aperitivo e godendosi lo spettacolo del tramonto.  La mattina c’è un po’ di ombra e la sera quando il sole si abbassa si sta davvero bene.
Mare inverno isole nel sud est asiatico Koh Lipe
sunset beach (foto di Anna Luciani)
  • Sanom Beach (a sud): Una delle calette più belle e rilassanti raggiungibile con una passerella di legno che parte alla fine di Pattaya sulla destra (guardando il mare). La mattina è molto soleggiata.
Mare inverno isole nel sud est asiatico Koh Lipe
sanom beach (foto di Anna Luciani)

La Thailandia non è solo mare. La regione di Chang Mai, nel nord ovest del Paese, è il luogo perfetto per tutti coloro che cercano cultura, storia, natura. Qui un articolo che parla di uno dei suoi templi principali.

Non perdetevi gli articoli delle prossime settimane che vi guideranno alla scoperta di altre due perle per godere del mare d’inverno: tre isole nel sud est asiatico!

  • Koh Rong – Cambogia
  • Camiguin – Filippine

Usanze e tradizioni dal mondo per festeggiare Capodanno

Baciarsi sotto al vischio, mangiare 12 chicchi d’uva o ancora saltare 7 onde nell’oceano: usanze e tradizioni dal mondo per festeggiare Capodanno e assicurarsi un nuovo anno pieno di fortuna.

Usanze e tradizioni a Capodanno in Brasile 

In Brasile il 31 dicembre le spiagge del litorale sono invase di persone che aspettano in trepidante attesa lo scoccare della mezzanotte. Occhi al cielo, per ammirare gli spettacoli pirotecnici che da Rio a Salvador illuminano di colore le città, e piedi nell’oceano. I piedi in acqua sono obbligatori, e lo sguardo rivolto verso il mare, perché la tradizione vuole che appena arrivato il nuovo anno si debbano saltare 7 onde esprimendo 7 desideri.  Questa usanza ha origine dalla tradizione africana, importata nel continente latino-americano durante il periodo delle conquiste. Saltare sette volte nel mare è un omaggio alla Regina dell’acqua e del mare: l’orixà Iemanjá, e il numero “7” è legato ad un’importante simbologia dell’umbanda, religione afro-brasiliana. Questa usanza richiama fortuna per il nuovo anno e allontana i momenti difficili dell’anno appena trascorso. 

Altrettanto importante, in Brasile, in questa magica notte, è il  “dress code”: bisogna essere vestiti rigorosamente di bianco indossando lingerie colorata, scelgono di indossare colori che simboleggiano ciascuno un desiderio che si auspica venga esaudito nell’anno che verrà: il giallo simboleggia i soldi e la prosperità, l’arancione il successo,  il rosso rappresenta la passione e la forza, il verde speranza, salute ed equilibrio, infine il blu è simbolo di armonia e tranquillità. 

Si dice anche che per gli appassionati di viaggio, desiderosi di vivere un anno pieno di avventure, è d’obbligo mettere un abito bianco dentro la valigia, indossarlo il mattino successivo al Capodanno, e visitare un’ attrazione turistica. Proviamo?

usanze e tradizioni dal mondo a capodanno
Young ladies looking the New Year’s Eve

Usanze e tradizioni a Capodanno in Danimarca

In Danimarca invece, nonostante l’apparente compostezza della cultura del nord d’Europa, esistente una tradizione molto scaramantica. Allo scoccare della mezzanotte, l’usanza vuole che ogni commensale salga sulla sedia e salti giù, in questo modo esce dal vecchio anno ed entra in quello nuovo. A questo punto, per scacciare gli spiriti malvagi, piatti e bicchieri dovranno essere lanciati contro la porta di casa propria o quella di amici e parenti. 

usanze e tradizioni dal mondo a capodanno
Colorful houses at Nyhavn Waterfront (Copenhagen, Denmark) with fireworks during New Year’s celebration

Usanze e tradizioni a Capodanno in Spagna 

Tra le usanze e le tradizioni di Capodanno, le più note e diffuse sono sicuramente quelle a tavola: lenticchie, melograno… e uva. Sì, perché in Spagna, durante la nochevieja, per assicurarsi prosperità e fortuna nel nuovo anno, è tradizione mangiare 12 chicchi d’uva allo scoccare della mezzanotte, uno per ogni mese dell’anno che verrà. 

usanze e tradizioni dal mondo a capodanno
Traditional lucky grapes to celebrate the last night of the year.

Usanze e tradizioni a Capodanno in Estonia

Infine, un’altra usanza molto curiosa, da vivere seduti a tavola, fa parte delle tradizioni estoni: qui, il primo giorno dell’anno, si devono consumare almeno 7 pasti (oppure 9 o 12, tutti numeri fortunati), in questo modo il nuovo anno sarà ricco di abbondanza e prosperità. Salsicce e crauti, patate arrosto, dolci di marzapane e pan di zenzero daranno l’energia necessaria per affrontare con forza i dodici mesi che verranno. È importante però, ad ogni pasto, lasciare qualche avanzo per gli spiriti degli antenati che verranno a fare visita alle famiglie.

 

Conoscete altre usanze e tradizioni dal mondo per festeggiare capodanno e assicurarsi un 2024 pieno di fortuna e serenità

Tra borghi e borgate in Terra Brigasca

L’alta Valle Argentina e la Terra Brigasca sono uno dei territori più alpestri e selvaggi della Liguria. Sono considerate un paradiso del trekking, grazie alla fitta rete di sentieri del CAI ben segnalati e al passaggio di tratte anche di lunga percorrenza, come l’Alta Via dei Monti Liguri e la Via del Sale. Con questo itinerario proponiamo un percorso facile e piacevole, dedicato specificatamente alla scoperta dei borghi e delle radici brigasche dell’area.

Alla scoperta della Terra Brigasca ligure

L’itinerario prende il via da Verdeggia, piccola borgata posta ai piedi del Monte Saccarello, in Alta Valle Argentina. Più che “da vedere”, c’è molto da vivere in questo minuscolo paese pietroso, a cominciare dalla calma dei carugi e dalla bellezza del panorama. Curiosiamo nell’abitato dopo una bella colazione al bar-ristorante Il Ritrovo degli Amici, e concediamoci il tempo per visitare anche la Ca’ de Vitoriu (casa-museo che ricostruisce gli ambienti quotidiani di vita e di lavoro della comunità brigasca), oltre che il forno comunitario posto all’imbocco del paese.

Spostiamoci poi in auto a Realdo, detto anche Ca’ da Roca, altra suggestiva frazione del comune di Triora (IM) caratterizzata da una posizione spettacolare, aggrappata com’è sull’orlo di una falesia rocciosa di alcune centinaia di metri. Possiamo lasciare qui l’auto, e girare tra gli stretti carugi a piedi, apprezzando gli scorci caratteristici e romantici. Il paese mantiene i tratti caratteristici dell’architettura rurale antica. Tre le strade – o carugi – principali: Er Carùgë, Ër Carùg dë mégë ed Ër Carùgë Sutàn, quest’ultimo fiancheggiato dagli orti posti sul limitare della falesia. Interessante anche Ër Carùgë di Ebréu (attuale via Rogli), che ospita una vecchia casa-palazzo in passato abitata da ebrei (commercianti di lana). Merita ovviamente una visita il museo A Ca’ di Brigaschi, con testimonianze documentali sulla comunità brigasca franco-ligure-piemontese, ma meglio contattare in anticipo per organizzare la visita!

Borgate rurali brigasche

Realdo è molto piccolo, quindi lo si visita piuttosto in fretta. Una volta concluso il tour nell’abitato, ci dirigiamo a piedi verso la borgata di Borniga. Il sentiero prende il via a ridosso del torrente, a monte dell’abitato di Realdo, laddove finiscono le case: superiamo un ponticciolo in legno e seguiamo il tracciato, ben visibile e in leggera salita, all’interno di un bosco verdeggiante e suggestivo. Dopo una cappella votiva dedicata a San Francesco, il sentiero si fa più ripido e si ricollega – in circa tre quarti d’ora di cammino – alla carrozzabile tra Realdo e La Brigue.

Alla vostra destra ecco le case della minuscola frazione di Craviti! Borniga invece è situata alla nostra sinistra: la raggiungiamo in dieci minuti di cammino lungo la strada. La borgata è considerata la principale tra le borgate realdesi ed è chiamata “la terrazza sulla Valle Argentina” in virtù della posizione panoramica alle pendici del Monte Saccarello. Situata su un poggio soleggiato, ha mantenuto intatta l’atmosfera di un tempo, con le caratteristiche architettoniche rurali dell’area brigasca. Oggi il borgo si ripopola principalmente nei mesi estivi, mentre in passato la popolazione era stabile e praticava la pastorizia e la coltura di patate e cereali, come testimoniano le “fasce” – cioè i terrazzamenti – sui pendii tutt’attorno. Torniamo poi a Realdo lungo il medesimo sentiero, giusto in tempo per un buon pranzo tipico presso l’Osteria Dësgenà, l’unico punto di ristoro del paese.

Verso la terra francese

A questo punto possiamo rimetterci in macchina e dirigerci oltreconfine, verso il capoluogo della Terra Brigasca, cioè l’ormai francese La Brigue. La strada da Realdo sale di quota, tocca alcune piccole borgate rurali (come Craviti, Borniga, l’Abenin), passa dall’asfalto allo sterrato (ma è comunque sempre ben percorribile) e arriva infine alla Bassa di Sanson (1705 metri slm). Qui passa il confine tra i due Stati. Noi dovremo imboccare la strada sterrata che scende sulla destra, tra boschi di conifere e splendidi panorami alpini. Prima di arrivare a La Brigue, comunque, facciamo un pit stop presso la “piccola Cappella Sistina delle Alpi”, il santuario di Notre Dame des Fontaines, tutta internamente affrescata.

Il paese di La Brigue, in passato Briga Marittima, oggi è interamente francese e la sua eredità italiana e piemontese si nota solo nel centro storico, dove è ancora visibile un cartello in lingua italiana. Caratterizzato da viuzze strette, porticati e architravi in ardesia decorata e intagliata, a La Brigue meritano una visita l’austera Collégiale Saint Martin (l’edificio religioso principale del paese) e il Museo del Patrimonio e delle Tradizioni Brigasche. A questo punto possiamo tornare in Liguria, oppure dedicarci alla scoperta della Val del Roja: a noi la scelta!

Il sentiero dell’avvento del Katschberg

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Il sentiero dell’avvento del Katschberg è una passeggiata invernale immersa nel bosco, a circa 1700 m, nella Riserva Naturale della Valle Gotal sul monte Katschberg, proprio al confine con la regione di Salisburgo. 

Un sentiero dell’avvento nella natura 

Per raggiungere l’inizio del sentiero dell’avvento del Katschberg si può partire dal piazzale davanti all’Alpengasthof Bacher, a circa 1,2 km da Dorfplatz percorribili a piedi o con una navetta taxi. Il percorso che conduce al punto di partenza del sentiero (il rifugio Pritzhütte) è lungo circa 2,5 km, e può essere percorso facilmente a piedi. Illuminata a festa, questa prima passeggiata lungo la strada Wichtelweg è già di per sé un’esperienza suggestiva: sculture luminose immerse tra gli alberi e nella neve, un grande labirinto invernale per i più piccoli e, non ultimo, il panorama oltre la vallata. Per questo primo tratto è disponibile anche un comodo e romantico servizio di trasporto con slitta trainata da cavalli.

All’ingresso del sentiero dell’avvento del Katschberg, pagando il biglietto, viene consegnata una tazza termica da riempire lungo il percorso di tè fumate (gratuito) servito nei numerosi fienili adibiti a rustici punti di ristoro o luoghi per spettacoli musicali e artistici. Il sentiero, illuminato da lanterne, è immerso in un’atmosfera romantica grazie alle luci calde, al profumo del tè e alle melodie dei cori e dei suonatori di corno alpino che aleggiano nel bosco. E quando arriva la notte alzate gli occhi al cielo: sopra di voi un mare di stelle.

La passeggiata è adatta a tutta la famiglia, è lunga 2,5 km si percorre in circa 45 minuti.

Info: maggiori informazioni a questo link.

Il sentiero dell’avvento del Katschberg
Il sentiero dell’avvento del Katschberg (foto: Michael Stabentheiner)

Consiglio: Arriach, il villaggio slow food

Salendo da Villach in direzione Katschberg prevedete una tappa ad Arriach, cuore della Carinzia, e villaggio slow food. 

Questo paese è l’occasione per un ritorno alla tradizione. Oltre alla bellezza paesaggistica, qui è possibile organizzare diversi laboratori legati alle tradizioni artigianali e culinarie del territorio o organizzare soggiorni in fattoria. Divertitevi a creare la vostra corona dell’avvento con gli elementi del bosco, o a preparare piatti tipici come i kärntner Nudeln (tortelloni carinziani) e il Kletzenbrot (pandolce alle pere)

Info: www.arriach.at, arriach@ktn.gde.at

avvento del Katschberg
Corona dell’Avvento (foto: Anna Luciani)

La magia del Natale in Carinzia continua a Villach e sulle sponde del lago Wörthersee: i mercatini di Klagenfurt, Pyramidenkogel e Velden.

Nel numero di “Itinerari e luoghi” di dicembre trovate altri suggerimenti per visitare mercatini di Natale insoliti e poco conosciuti in Alto Adige.

Cineturismo. I luoghi del cinema a Bologna

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Bologna, città di arte e cultura, città di Pasolini, città del cinema. Ecco che oggi osserviamo la città con gli occhi di un registra, alla ricerca dei luoghi del cinema a Bologna, tra film iconici e serie moderne, la città vista in una chiave decisamente diversa dal solito.

Questo percorso ci fa immergere in atmosfere d’altri tempi, vintage possiamo definire, ripercorrendo la storia di cinema e teatri ora riconvertiti e ricordando alcune pellicole storiche che oggi sono parte della storia del cinema.

scena di Edipo Re
Scena da “Edipo Re”

I luoghi del cinema a Bologna: iniziamo da Piazza Maggiore

Questo itinerario alla ricerca dei luoghi del cinema di Bologna inizia da qui, dalla sua bellissima Piazza Maggiore, una delle piazze più belle d’Italia secondo me.

Sui bellissimi gradini di San Petronio ricordiamo il primo set, venne girata una celebre scena di “Edipo Re” del celebre Pier Paolo Pasolini.

Non solo, proprio in questa piazza si nasconde una vera istituzione.

Sotto al volto del Palazzo di Re Enzo, luogo del famoso telefono senza fili di Bologna, potete trovare lo store della Cineteca di Bologna, qualcosa di affascinante, nonché un vanto italiano.

 I luoghi del cinema a Bologna: la cineteca
Store della Cineteca di Bologna

La cineteca raccoglie patrimonio inestimabile dedicato alla cultura cinematografia ma non solo la Cineteca è tra i punti di restauro delle pellicole cinematografice più importanti al mondo. Hollywood stessa fa restaurare proprio qui le sue pellicole, tra cui quelle di Chaplin e di Hitchcock.

Prima di lasciare la piazza fermiamoci da Desigual, non per dello shopping però, ma per ammirare ciò che resta del Cinema – Teatro Modernissimo, un gioiellino in stile liberty. Dentro allo store potete trovare le scale e i soffitti originali, vi consiglio di sbirciare dentro per vederli.

luoghi del cinema a Bologna: cinema teatro modernissimo
Soffitto del Cinema Teatro Modernissimo

Il cinema a Bologna tra serie nuove e pellicole storiche

Incamminiamoci lungo Via Irnerio fino a raggiungere le Due Torri simbolo di Bologna. Se non vi ricordano nulla, ve lo anticipo io, questo è uno dei luoghi più iconici della serie “Ispettore Coliandro”, il burbero ispettore di Carlo Lucarelli che indaga tra le vie di Bologna.

Imbocchiamo Strada Maggiore in direzione del Portico dei Servi, luogo iconico per il mercatino di Natale di Santa Lucia presente tutti gli anni, il più antico di Bologna.

Portico dei Servi a Bologna
Portico dei Servi

Questa zona è uno dei punti pulsanti del cinema bolognese. In Via Borgonuovo, una delle vie che partono direttamente da Strada Maggiore, troverete la casa di Pasolini. Non è visitabile, è visibile solo una targa all’esterno.

Proseguendo lungo il Portico dei Servi, ricordiamo alcune celebri pellicole tra cui

  • “Acapulco prima spiaggia a sinistra”, simbolo della commedia all’italiana di Gigi e Andrea;

titoli di Acapulco prima strada a sinistra

  • “Fatti di gente perbene”, che ripercorre la tragedia del Delitto Murri, fatto di cronaca che sconvolse Bologna;
  • “Il cuore Altrove” film di Pupi Avati con Vanessa Incontrada e Neri Marcorè.

La storia del cinema… in pizzeria

Raggiungiamo quello che era  il Teatro del Corso, in Via Santo Stefano. Se osservate bene la struttura del palazzo, ricorda ancora il teatro. Oggi qui c’è una pizzeria, la Pizzeria Margherita, ma è importante passare qui davanti per ricordare un fatto importantissimo del cinema a Bologna, qui infatti vennero proiettate le prime immagini in movimento che hanno gettato le basi della storia del cinema.

Cineturismo. I luoghi del cinema a Bologna
Portico dove era presente il Teatro del Corso

I luoghi del cinema a Bologna: le piazze del cinema

Proseguiamo questo itinerario nei luoghi del cinema a Bologna con due piazze iconiche. Piazza Santo Stefano, la bellissima Piazza delle Sette Chiese, è stata la location del recente film “L’isola delle Rose”, che potete trovare su Netflix tra l’altro.

luoghi del cinema a Bologna: isola delle rose
L’ISOLA DELLE ROSA Cr. SIMONE FLORENA/NETFLIX © 2020SIMONE FLORENA/NETFLIX
Piazza Santo Stefano a Bologna
Piazza Santo Stefano

In Piazza della Mercanzia ricordiamo invece “Jack frusciate è uscito dal gruppo” in cui troviamo un giovane Stefano Accorsi nei panni del protagonista scritto da Brizzi.

Concludiamo in bellezza

Da Piazza della Mercanzia ritorniamo in centro. Siamo vicinissimi, giusto pochi minuti a piedi attraversando le vie medievali ricche di botteghe storiche.

Da qui, raggiungiamo Via de’ Musei, uno scorcio fotografico bellissimo. Questo particolare tratto di portico bolognese venne definito col tempo “Portico della Morte”. Finiamo questo itinerario con le parole di Paolini: “Il Portico della Morte è il più bel ricordo di Bologna. Mi ricorda L’idiota di Dostoevskij, mi ricorda il Macbeth di Shakespeare, mi ricorda i primi libri. A quindici anni ho cominciato a comprare lì i miei primi libri, ed è stato bellissimo, perché non si legge mai più, in tutta la vita, con la gioia con cui si leggeva allora”.

Parla della Libreria Nanni presente in questo porticato con la sua insegna storica, concludiamo con queste parole questo itinerario nei luoghi del cinema di Bologna.

Sotto le stelle del cinema - I luoghi del cinema a Bologna
Piazza Maggiore allestita durante il cinema all’aperto

Consigli per gli appassionati del cinema

Ogni anno in estate, Piazza Maggiore diventa un cinema a cielo aperto, definito il più bel cinema del mondo. Sotto le stelle del cinema, questo il nome della manifestazione organizzata dalla Cineteca di Bologna, ricorre ogni anno e vi invito a seguire il sito della Cineteca per poter restare aggiornati sulla sua programmazione.

Buona visita (e buona visione)!