Non lontano dal mercatino natalizio di Villach, continua la magia dell’Avvento sul lago Wörthersee: i mercatini di Klagenfurt, Pyramidenkogel e Velden, in questo periodo, si vestono dell’atmosfera magica del Natale.
Il mercatino di Natale a Klagenfurt
Il mercatino di Natale di Klagenfurt è il più grande della Carinzia. Decine di casette di legno dai bancali colmi di prodotti artigianali e di leccornie tipiche della gastronomia del territorio, animano la piazza centrale Neuer Platz, davanti al Municipio. Passeggiando tra le bancarelle provate a raggiungere il centro della piazza. Qui, un po’ nascosto, svetta Lindwurm, il drago alato, simbolo della città.
Il mercatino di Natale è aperto dal 19 novembre al 24 dicembre, tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (la gastronomia fino alle 23.00). Dal 27 al 31 dicembre invece, nella stessa piazza, si svolge il Mercatino di Capodanno.
Numerosi eventi sono organizzati nei luoghi simbolo della città: il Duomo e la Landhaushof. Qui, ogni venerdì del mese, i migliori cori carinziani si esibiscono in splendidi scenari rinascimentali.
Il Mercatino di Natale di Klagenfurt (foto: Franz Gerdl)
Il Mercatino di Natale è l’occasione ideale per visitare la città.
Klagenfurt vanta un impianto rinascimentale tipico italiano caratterizzato da edifici e cortili porticati, veri e propri “passaggi segreti” che collegano le vie del centro. Qua e là, bracieri col fuoco, cuscini appoggiati sui muretti e casette di legno da cui provengono profumi di vin brulé e mele invitano a fermarsi, scaldarsi un po’ per poi proseguire alla scoperta di pasticcerie, negozi e veri e propri tesori nascosti.
Da non perdere: Se siete in città non potete assolutamente perdervi due luoghi che vi lasceranno letteralmente senza parole:
la sala degli Stemmi, all’interno della Landhaus (sede del Parlamento Regionale). Le pareti della Sala sono ricoperte da 665 stemmi. A questi link 1 e 2 maggiori informazioni.
La Cappella di Ernst Fuchs nella chiesa parrocchiale di Sant’Egidio, un’opera d’arte contemporanea unica nel suo genere. Si tratta di Ernst Fuchs, uno dei principali esponenti del Realismo Fantastico Viennese . A questo link maggiori informazioni
Info Mercatino di Natale di Klagenfurt a questo link
Una bancarella nel mercatino di Natale di Klagenfurt (foto: Anna Luciani)
Il mercatino di Natale alla Pyramidenkogel sopra le nuvole
La magia dell’Avvento sul lago Wörthersee si riaccende poco distante da Klagenfurt, dove si erge, altissima, la Pyramidenkogel, la torre di legno più alta del mondo. La torre, alta circa 100 metri e posizionata a 920 metri sul livello del mare, regala uno spettacolare panorama sul lago Wörthersee.
Ai piedi della piramide si trova un delizioso mercatino “sopra le nuvole”. Avvolte nella foschia che sale dai boschi circostanti, una decina di bancarelle offrono il meglio dei prodotti artigianali della Carinzia. Ceramiche, candele, sciarpe, oggetti decorativi fatti a mano, e poi prodotti del territorio: formaggi, marmellate, sciroppi artigianali rendono questo mercatino uno dei più raccolti, intimi e autentici. Durante il giorno, piccoli cori o ensemble musicali suonano live tra le bancarelle.
Una bancarella del Mercatino ai piedi della Pyramidenkogel (foto: Anna Luciani)
Da non perdere. Salire in cima alla torre (a piedi o con il comodo ascensore) e scendere con lo scivolo più alto d’Europa. 50 metri in pochi secondi di puro divertimento (adatto a tutti)
Come arrivare: La PyramidenKogel si può raggiungere in auto, oppure col Battello del Wörthersee da Klagenfurt a Maria Wörth e usufruendo del bus navetta (ogni 14 minuti). Info Battello dell’Avvento: a questo link orari e costi
Info Mercatino di Natale a Pyramidenkogel a questo link
Pyramidenkogel durante l’avvento (foto di: Gert Steinthaler)
La magia dell’Avvento a Velden
Con una piacevole traversata in battello di circa un’ora da Maria Wörth, bevendo vin brulé alle mele e mangiando un bretzel fumante, si raggiunge comodamente Velden.
Velden in questo periodo dell’anno si trasforma nella città degli Angeli e rappresenta uno dei luoghi simbolo della magia dell’Avvento sul lago Wörthersee e in tutta la Carinzia.
Avvicinandosi con la barca all’imbrunire, il piccolo paesino affacciato sul fiume appare come una festa di colori e luci. 80.000 luci accendono piazze, parchi e palazzi, e proprio davanti al porticciolo, un’enorme corona adagiata sull’acqua scandisce il tempo dell’avvento.
Sono in programma numerosi eventi e attività pensate soprattutto per coinvolgere i bambini.
Velden durante l’avvento (foto di: Gert Steinthaler)
CONSIGLIO:
Se decidete di organizzare qualche giorni in Carinzia vi consiglio di attivare la KÄRNTEN CARD. A questo link tutte le attività/ingressi compresi nel costo della carta e gli sconti a cui potete accendere
È arrivato finalmente il momento più magico dell’anno, quello fatto di luci, colori, profumi e tanto buon cibo. Che ne dite di fare una bella gita all’insegna dei mercatini di Natale dell’Emilia Romagna?
Il Natale cambia completamente l’aspetto delle città e visitare di sera diventa ancora più suggestivo, quindi perché no, uniamo una gita di un weekend a qualche mercatino natalizio tra prodotti tipici, artigianato locale, tradizioni e buon cibo da gustare.
I mercatini di Natale di Bologna
Tra i mercatini di Natale in Emilia Romagna, Bologna spicca. Ne ha diversi sia in città che in provincia, ma oggi vi racconterò dei due mercatini più caratteristici del Natale bolognese.
Iniziamo con il mercatino più antico di Bologna, la fiera di Santa Lucia, che da metà novembre e per tutto dicembre illumina il Portico dei Servi lungo Strada Maggiore. Le bancherelle di artigianato e dolciumi colorano un tratto dei Portici Unesco, è davvero una magia.
Per fare invece un tuffo fuori dall’Italia, pur restando sempre a Bologna, non perdetevi il Villaggio di Natale francese in Piazza Minghetti. I profumi e i sapori sono quelli delle regioni francesi, tra formaggi e dolci, con tanto di piccola Tour Eiffel che svetta nel villaggio.
La Fiera di Santa Lucia dall’11 novembre al 26 dicembre. Il Villaggio di Natale francese dal 26 novembre al 24 dicembre 2022
Il mercatino di Natale di Grazzano Visconti
Proprio vicino al confine con la Lombardia, abbiamo il particolare borgo di Grazzano Visconti, un borgo particolare non solo per essere un falso storico, sembra infatti di origine medievale ma risale all’800, ma nasconde anche una particolarità, uno dei negozi dedicati ad Harry Potter più affascinanti di tutta Italia, l’Emporio Stregato.
Qui il Natale diventa ancora più magico, perché i mercatini natalizi si uniscono alle vibes potteriane, il posto perfetto per tutti gli amanti della saga e per chi vuole sognare per un giorno.
Da sabato 12 novembre 2022 a domenica 8 gennaio 2023
Mercatini di Natale in uno dei borghi più belli d’Italia
Si chiama il Borgo di Natale, è l’evento che coinvolge il delizioso borgo di Castel d’Arquato, situato sulle prime alture della val d’Arda, in provincia di Piacenza, con una vista privilegiata sulle colline circostanti.
Qui il borgo cambia completamente volto, con mercatini di artigianato e un vero villaggio di Babbo Natale presso le Grotte di Santo Spirito, perfetto per far sognare i più piccoli.
Un modo diverso di conoscere e vivere i borghi della regione.
Da giovedì 8 dicembre a domenica 11 gennaio 2022
Natale a Ferrara per grandi e piccini
Quest’anno a Ferraraci saranno ben 100km di luminarie natalizie ad abbellire il centro storico. Arriveranno i mercatini di prodotti tipici e di artigianato che resteranno in centro fino all’epifania e ritorna il Winter Park al Parco Colletta, il posto perfetto per i più piccoli, con tante giostre e una gigantesca ruota panoramica.
I mercatini di natale perfetti da visitare in famiglia.
Dal 19 novembre all’8 gennaio 2023.
Natale a Garden Bulzaga
Al Garden Bulzaga di Faenza il Natale è una cosa seria. Il tema di quest’anno? L’Orient Express.
Very Christmas Express è il tema dell’allestimento natalizio di quest’anno, tutto dedicato al fascino e all’eleganza dell’Orient Express e alle tappe iconiche del treno: Parigi, Istanbul, Venezia, Praga, Londra, Budapest, Vienna, Stoccolma.
MiMa Wonderland, i mercatini di Natale a Milano Marittima
Anche Milano Marittima non sarà da meno quest’anno, con l’allestimento “Natale in musica a Milano Marittima…”. Le luminarie riprenderanno il tema della musica mentre casette e il villaggio di Babbo Natale trasporteranno grandi e piccini nel vivo dell’atmosfera natalizia.
Non mancheranno poi spettacoli ed eventi proprio a tema musicale, sarà qualcosa di decisamente affascinante.
Dal 3 dicembre a 8 gennaio 2023.
Mercatini di Natale sull’acqua
I mercatini di Natale dell’Emilia Romagna hanno un animo di terra e uno di acqua, quello di acqua trova la sua massima espressione a Comacchio e Cesenatico.
Comacchio oltre al suo classico mercatino natalizio sull’acqua, ha annunciato anche dei particolari presepi sotto ai ponti del centro storico.
Non è da meno Cesenatico, che questo natale risplenderà creando dei magici effetti di luce sull’acqua. Il 4 dicembre verrà acceso il famoso Presepe della Marineria, un’attrazione unica nel panorama italiano, e verranno accese anche le luminarie in tutto il Borgo fino al 15 gennaio 2023, un vero e proprio natale sull’acqua.
Siete pronti a visitare i borghi e le città di questa fantastica regione in una chiave del tutto nuova? I mercatini di Natale in Emilia Romagna vi aspettano.
Il Natale in Carinzia accende di magia le piazze, i laghi e i sentieri di montagna. Le città si vestono di luci, profumi e tradizioni. Sentori di vin brulé e incenso guidano il viaggiatore lungo le vie del centro delle principali città: il mercatino di Villach è uno dei più importanti e animati.
Villach è una graziosa città affacciata sul fiume Drava. Il suo centro storico, dalle tipiche facciate color pastello, mantiene l’impianto medievale, ed è proprio qui che, dal 18 di novembre, si sono accese le luci del mercatino di natale: il Villacher Advent.
Villach (foto di: Michael Stabentheiner)
Il mercatino di Natale di Villach
Villach, in questo periodo dell’anno, si colora della magia del Natale allestendo uno dei mercatini più suggestivi e ricchi della Carinzia.
50 bancarelle di legno, illuminate da migliaia di punti luce che si arrampicano fino alla cima dell’altissimo campanile della Chiesa di San Giacomo, animano le vie del centro.
Tra gli addobbi e festoni, produttori locali e artigiani vendono prodotti tipici come formaggi, dolci e vin brulé, ma anche decorazioni natalizie, statue in legno intagliate da abili scultori locali, caldi indumenti di lana, candele e incensi dalle mille profumazioni. È tradizione infatti, scaldare, delle ceneri e dell’incenso il giorno della Vigilia e purificare ogni stanza della casa con il fumo profumato come rito di buon auspicio e fortuna.
Nelle settimane prima di Natale sono previsti numerosi eventi legati alla tradizione:
la sfilata dei Perchten, demoni della tradizione pagana devoti a San Nicola, caratteristici per l’uso di maschere Krampus e campanacci rumorosi, durante la quale si dice che vengano scacciati gli spiriti maligni dalla città. 2 di dicembre nel centro di Villach a partire dalle 18.00;
il “Bauernadvent”, avvento contadino, durante il quale Gesù bambino, accompagnato da angeli e dai Re Magi, viene accolto con canti,campane e lanterne luminose. 18 dicembre, nella piazza Hans-Gasser-Platz, a partire dalle 17:00.
Il mercatino di Natale di Villach (foto di: Adrian Hipp)
Oltre alle bancarelle, il mercatino di Villach vanta di luoghi frequentatissimi e vivaci:
il Winter Wunder Land, il Bosco Incantato: 150 installazioni luminose ideate e create da Thomas Brezina, noto scrittore di libri per bambini e ragazzi, allestite nel giardino del Parkhotel. Un vero bosco incantato e magico che saprà regalare un’atmosfera da fiaba a grandi e piccini. Fino al 19 febbraio 2023
Winter Wunder Land (foto: Martin Hofmann)
la pista di pattinaggio sul ghiaccio, nella Rathausplatz, proprio davanti al Municipio, animatissima già dalle prime ore del pomeriggio.
Pista di pattinaggio (Michael Stabentheiner)
Il mercatino di Natale e il presepio sono visitabili da domenica a giovedì dalle 10:00 alle 19:00, mentre il venerdì e il sabato fino alle 20:00. Le bancarelle gastronomiche invece delizieranno i visitatori dalla domenica al giovedì dalle 11:00 alle 22:00, mentre di venerdì e sabato fino alle 23:00.
Dedicato interamente all’artigianato il mercatino “Kunst Advent” verrà allestito in piazza Oberer Kirchenplatz e sarà aperto il giovedì e la domenica dalle 10:00 alle 19:00, mentre di venerdì e sabato fino alle 20:00.
Il Mercatino di Natale di Villach rimarrà allestito fino a sabato 24 dicembre e dal 27 al 31 dicembre i turisti potranno approfittare anche del mercatino di Capodanno.
Natale in Carinzia: il mercatino di Villach ma non solo
Villach è una cittadine piccola, visitabile in un paio di giorni.
Ecco alcune idee su cosa fare a Villach, in città e nel territorio:
visitare il centro storico durante il periodo di Natale
Il centro storico, ancora perfettamente leggibile nonostante il pesante bombardamento avvenuto durante la seconda guerra mondiale, è un grazioso gioiellino dai palazzi dai colori pastello affacciati sul fiume Drava. Attraversate il ponte Stadtbrücke e raggiungete Hauptplatz. Qui, oltre alle prime bancarelle, si affacciano alcuni interessanti palazzi le cui facciate sono impreziosite da stemmi, bassorilievi di personaggi famosi (come Paracelso) o curiose buchette della posta. Sbirciate all’interno delle grandi vetrate degli hotel e delle pasticcerie (ed entrate se non riuscite a resistere al profumo e alla bellezza della pasticceria): oltre ai dolci potrete ammirare le strutture medievali delle case più antiche, dai bellissimi soffitti a volte. Raggiungete la Chiesa di San Giacomo, con l’alto campanile. L’abside è riccamente decorato e il soffitto della navata centrale è impreziosito da motivi che sembrano rami intrecciati che si che partono dalle colonne. Proseguite a sinistra lungo via Widmanngasse e poi svoltate ancora sinistra per ritrovarvi a Mai-platz dove si trova l’ingresso del Winter Wunder Land. Infine tornando verso il fiume potete raggiungere la vivace pista di ghiaccio in Rathaus Platz.
È possibile visitare la città in autonomia, oppure:
con il Citytour di Villach, ovvero guidati da pannelli informativi dotati di appositi QR code che condivideranno informazioni interessanti sulla città (potete sfruttare la connessione wifi gratuita della città).
tour in bicicletta o passeggiata lungo il fiume Drava
Sono numerosi i percorsi che attraversano la città collegandola con il territorio e spingendosi a volte anche oltre il confine. In particolare alcune tra le più interessanti ciclovie passano lungo il fiume Drava che offre numerosi servizi rivolti al ciclista (depositi, centri riparazione ecc.). Il lungo fiume può essere percorso anche a piedi con una piacevole passeggiata. A questo link potete trovare ulteriori informazioni su percorsi/sentieri e mezzi adatti per percorrerli.
La statua di Narren, il buffone di Villach lungo il fiume Drava (foto di: Anna Luciani)
sciare
Le piste dell’Alpe Gerlitzen, aperte dal 2 dicembre 2022 al 9 aprile 2023, sono meta ideale per gli amanti degli sport invernali e dello sci. Le piste sul monte Dreiländereck, aperte dal 17 dicembre 2022 al 12 marzo 2023, sono particolarmente indicate per i principianti e per le famiglie.
visitare il territorio circostante
il Parco Naturale del Monte Dobratsch è ricco di suggestivi sentieri iinnevati perfetti per chi ama fare trekking.
andare alle terme
per chi preferisce un po’ di relax è possibile immergersi nella calda acqua termale in uno dei centri della città, come il KärntenThermedi Warmbad-Villach.
Piste da Sci nella zona di Villach (foto di: Michael Stabentheiner)
Vale la pena
Concedersi una cena gourmet presso il ristorante Lagana. Il ristorante vanta una la romantica vista sulla città affacciata sul Drava e offre piatti di altissimo livello: cucina che interpreta i prodotti del territorio e della tradzione con creatività internazionale.
Per maggiori informazioni sul Mercatino di Natale, visitare il sito Villacher Advent;
Come arrivare: In treno ogni giorno collegamenti diretti con le maggiori città italiane (es. Milano, Venezia, Udine, Bologna, Firenze, Roma). Per dettagli e approfondimenti: www.dbitalia.it ewww.obb-italia.com owww.oebb-italia.com.
Troverete altri suggerimenti per visitare mercatini di Natale insoliti e poco conosciuti, in Alto Adige, nel numero di Itinerari e luoghi in edicola a dicembre.
L’Alta Marca Trevigiana è un territorio da scoprire lentamente, lasciandosi condurre per mano dai suoi profumi, dai sapori, dalla luce soffusa che si spande dalla piana veneto-friulana e s’increspa sulle colline del Prosecco prima di impennarsi verso le Alpi e i loro boschi fruscianti. Terra silente e mormorante, questa, dalla storia lunghissima che affonda le radici negli albori dell’umanità: il modo migliore per visitarla è concedersi il giusto tempo per assaporarne le anime molteplici. Proprio qui, infatti, è stata creata la rete dei Parchi dell’Alta Marca Trevigiana: cinque comuni (Revine Lago, Fregona, Cordignano, Cappella Maggiore e Sarmede) e cinque parchi esperienziali che, collaborando, hanno istituito una rete di visita ed esplorazione del territorio.
Parchi dell’Alta Marca Trevigiana, un itinerario di storia…
L’itinerario lungo i Parchi dell’Alta Marca Trevigiana prende il via da Revine Lago, comune sparso posto sulle sponde di due laghi di origine glaciali e comunicanti tra loro, il Lago di Lago e il Lago di Santa Maria. Si può parcheggiare l’automobile nei pressi del Parco Archeologico-Didattico del Livelet, che sarà la prima tappa del giro. Il parco ha l’obiettivo di valorizzare il vicino sito archeologico di Colmaggiore di Tarzo e di offrire ai visitatori la possibilità di toccare con mano la vita degli uomini e delle donne del passato. All’interno del parco è stato infatti ricostruito un villaggio palafitticolo: con una breve ma ben documentata passeggiata (meglio se accompagnati dalle guide del parco) è possibile immaginare come dovessero vivere i nostri antenati, oltre che apprezzare la magnifica natura lacustre circostante.
Dopo la visita al parco, godetevi ancora un po’ i paesaggi dei laghi grazie al percorso pedonale di facile percorrenza, ben segnalato e pianeggiante, che corre lungo le sponde. Ci vorranno all’incirca tre ore, ma la passeggiata è agevole e molto rilassante. Si passa attraverso canneti, sponde di salici piangenti, un casone per il bird-watching e la suggestiva “Via dei Murales” del comune di Fratta, anch’esso affacciato sul lago, prima di riportarci all’automobile.
…E di cultura
Dirigiamoci ora verso il comune di Vittorio Veneto e concediamoci un buon pranzo in una delle numerose trattorie del territorio e una visita alla città. Da menzionare sono soprattutto la splendida cattedrale di Santa Maria Assunta e san Tiziano Vescovo, il Castello di San Martino, il Duomo di Santa Maria Nova di Serravalle, la trecentesca Chiesa di San Giovanni Battista e la bella Piazza Marcantonio Flaminio circondata da palazzi rinascimentali, tra cui la Loggia di Serravalle, che oggi accoglie il Museo del Cenedese.
Una volta conclusa la visita a Vittorio Veneto, andiamo a Cappella Maggiore per un pit-stop di gusto e sapore. Qui infatti è stato istituito il Parco dell’Olivo, grazie all’attività della Cooperativa Reitia che ha preso in gestione il frantoio cittadino e propone visite guidate alla struttura e agli uliveti, oltre che degustazioni di olio extravergine locale.
Ultima tappa del primo giorno di itinerario tra i parchi dell’Alta Marca Trevigiana sarà invece il “paese delle fiabe”, cioè il comune sparso di Sarmede. Oltre a essere un paese molto suggestivo, è stato anche paese adottivo dell’artista e illustratore di origini ceche Stepan Zavrel. Ed è stata proprio l’influenza di Zavrel a trasformare Sarmede in ciò che è ora: un piccolo borgo montano interamente votato all’arte! Ogni anno vi si svolge infatti una mostra internazionale di illustrazione, oltre che numerosi eventi collaterali, workshop, corsi ed attività dedicati all’illustrazione per l’infanzia e alla fantasia. Non a caso, Sarmede è diventato il Parco della Fantasia, e offre a chi vi si rechi la possibilità di ammirare i numerosi murales dipinti anno dopo anno sulle sue facciate e di perdersi in un mondo di colori e immaginazione.
Natura e tradizione nei parchi dell’Alta Marca Trevigiana
Dopo aver conosciuto l’anima culturale e storica dei parchi dell’Alta Marca Trevigiana, è tempo di assaporarne anche quella più selvaggia. Direzione massiccio del Cansiglio-Cavallo, quindi, e più precisamente il comune di Cordignano, dove è stato istituito il Parco dei Carbonai, proprio nel cuore della foresta del Cansiglio, in località Lamar. La visita al Parco dei Carbonai è l’occasione per scoprire la vita e il lavoro di queste persone che fino a pochi decenni fa popolavano i boschi producendo il prezioso combustibile. Sono stati infatti ricostruiti un casòn dei carbonai e l’aia carbonifera con il pojat, cioè il forno conico in legna e terra per la produzione del carbone.
Il Parco dei Carbonai è anche punto di partenza per numerosi trekking di vari livelli che conducono alla scoperta del bosco del Cansiglio, sfruttato già dai tempi della Serenissima. Ricordatevi di portare con voi il pranzo al sacco e di indossare abbigliamento adeguato alle escursioni in montagna.
Le grotte scavate dall’uomo
Ci dirigiamo infine verso Fregona, e il particolare verso il Parco delle Grotte del Caglieron, un complesso di grotte naturali e artificiali, canyon, cascate e marmitte scavate nella roccia. All’interno del parco si snoda un percorso che conduce alla scoperta dell’articolata geologia della zona, del percorso dell’acqua nelle viscere carsiche della montagna e dell’attività umana di estrazione dell’arenaria, che ha scavato qui sotto grotte di dimensioni titaniche. Di particolare suggestione sono soprattutto i tratti che si snodano lungo le pareti dei canyon, su passerelle in legno recentemente rinnovate. Infine, non dimenticatevi una tappa finale presso l’infopoint del parco. Qui è possibile infatti acquistare alcuni dei prodotti tipici del territorio, non da ultimi i formaggi di grotta stagionati proprio nelle grotte di arenaria, oppure il pregiato Torchiato di Fregona, vino passito DOCG.
Informazioni utili per visitare l’Alta Marca Trevigiana
La settimana scorsa abbiamo esplorato Lucinasco, oggi andiamo a camminare nella verde Valle Impero.
La Valle Impero è meta degli escursionisti e degli amanti dei cammini. Oltre ai numerosi sentieri che collegano i borghi, si possono programmare camminate più impegnative che regalano viste e paesaggi mozzafiato, alternando ambienti di montagna, collina e arrivando persino al mare. Con una buona organizzazione si può rendere questa esperienza unica e anche sostenibile: prendendo come punto di riferimento Imperia, importante città situata sul mare e capoluogo di provincia, è possibile muoversi con i mezzi pubblici per avvicinarsi al punto di partenza desiderato.
Si possono raggiungere le valli da Imperia comodamente in autobus consultando gli orari del sito www.rivieratrasporti.it.
Sono sicura che per tutti gli amanti dei cammini, e quindi della natura, questa scelta sia la migliore, proprio come lo è stato per me: di questi tempi l’alternativa sostenibile è sicuramente da tenere in considerazione.
Scorcio sulla Valle Impero
Una giornata in cammino: il sentiero panoramico alle porte di Imperia
È un trekking abbastanza facile che non presenta tratti tecnici da percorrere.
Da Lucinasco si prende la strada asfaltata fino alla Cappelletta del Monte Acquarone: la si raggiunge dopo circa 200 metri di dislivello (e un’ora e un quarto di camminata). Una piccola sosta per ammirare lo splendido panorama: guardando il mare nelle giornate limpide si possono scorgere persino l’Isola d’Elba, Capraia e la Corsica. Si continua quindi a camminare proprio in direzione del mare, verso Imperia, lungo una via panoramica, per la maggior parte sviluppata in discesa. Il percorso non è complicato e non richiede particolare attrezzatura tecnica se non quella decisa in base al meteo e alle capacità di orientamento: consiglio comunque di portare sempre con sé una cartina e di non improvvisare.
Trekking di due giorni lungo le cime delle Alpi Liguri
Per i più allenati ed esperti di cammino è possibile fare una traversata più impegnativa, della durata di due giorni, per arrivare all’abitato di Cervo, situato proprio sul mare. Consiglio di scegliere Lucinasco come punto di partenza: da qui, dopo due giornate di cammino zaino in spalla, si raggiungerà Cervo attraversando le cime panoramiche più alte e significative delle Alpi Liguri, da cui scorgere e scoprire gli angoli più autentici e naturali di questo territorio straordinario.
Il percorso non richiede particolari accortezze perché il tracciato è semplice, ma esige comunque una preparazione fisica, una buona capacità di organizzazione e un po’ di esperienza nei cammini: si attraverseranno gli ambienti più selvatici e poco turistici della Liguria (prestando sempre molta attenzione in caso di meteo avverso).
Per quanto riguarda l’allenamento, è importante specificare che la difficoltà maggiore di questo cammino sta proprio nella lunghezza del percorso. Bisogna avere le gambe pronte per macinare circa 47,5 km distribuiti nei due giorni, tenendo anche in considerazione il dislivello, che non è da sottovalutare.
I frutti di questa terra sono speciali
Giorno 1 di cammino:
Lucinasco – Colle San Bartolomeo
Il trekking parte proprio da Lucinasco. Dopo 23 km di cammino, 1380 metri di dislivello in salita e 1248 in discesa, si raggiunge la meta della prima tappa che è Colle San Bartolomeo situato a 630 metri di quota.
Lasciato Lucinasco (che si trova a 499 m) si attraversa il Passo delle Ville e si raggiunge Colle d’Oggia a 1100 metri dopo circa 600 metri di dislivello. Successivamente si scende a San Bernardo di Conio, situato a 989 m di quota e si attraversano i pascoli in un continuo saliscendi fino al Monte Guardiabella (1218 m) toccando altre due cime, il Monte Aurigo (1122 m) e il Monte delle Valasse (1206 m), attraversando il Passo del Lupo.
Colle San Bartolomeo (630 m) si raggiunge dopo circa 7-8 ore di cammino, per questo consiglio di sostare qui, degustando un’ottima e meritata cena all’Hotel Ristorante La Pineta (da prenotare per tempo).
Giorno 2 di cammino:
Colle San Bartolomeo – Cervo
La seconda mattina ci si incammina alla volta del Pizzo d’Evigno a 998 m, che per essere conquistato richiede almeno 45 minuti di cammino.
Anche per questa giornata i chilometri da percorrere non sono da sottovalutare: 24,5 km con 1030 metri di dislivello positivo e i continui saliscendi: 1650 metri di dislivello in discesa, assolutamente da tenere in considerazione per le nostre amate ginocchia, distribuiti lungo tutto il percorso che portano fino al mare).
Una cosa però è certa: durante tutta la tappa il paesaggio è incantevole e molto panoramico. Spesso si incontrano animali liberi al pascolo, come cavalli o mucche, che rendono il cammino ancora più fiabesco e selvaggio allo stesso tempo.
La bellezza non è finita qui! Proprio dalla cima del Monte Evigno, raggiungibile dopo il Passo del Ginestro, con la sua croce di vetta, si scorgono Imperia, Diano e Andora affacciate sul mare, quasi come in un dipinto. Superata la cima si prosegue a sinistra lungo una cresta, che ci sorprende anch’essa con una vista mozzafiato. Una volta superato il Monte Ceresa a 911 metri di quota, si procede in direzione Cervo camminando principalmente in discesa, attraversando continui saliscendi per almeno cinque ore di cammino. Al termine di questo ultimo sforzo, ecco raggiunta la quota più bassa: il trekking finisce proprio a Cervo, un incantevole borgo sul mare.
Dopo il meritato riposo sarà semplice tornare a casa, a Imperia o a Lucinasco: raggiunge- re la fermata dell’autobus lungo la statale di Cervo è facile e intuitivo. Questa è di certo un’alternativa comoda per chi ha parcheggiato l’auto al punto di partenza o per chi ha scelto i mezzi di trasporto pubblici.
Un altro scorcio durante il trekking
La mia esperienza e alcuni consigli utili per il trekking
Come in tutti i cammini è possibile fare varianti, in base alle preferenze e al livello di allenamento. In questo caso ho deciso di allungare la prima tappa del trekking per raggiungere uno dei luoghi più curiosi e innovativi che conosco. Non potevo non trascorrere una notte al Wild Camping presso il Passo San Giacomo (FB: wildcamping2019), proprio sotto al Pizzo d’Evigno. Se anche voi volete compiere questa deviazione consiglio di organizzarvi bene e in anticipo perché metterla in pratica significa allungare la prima tappa di ben due ore di cammino. Una fatica che è sicuramente ripagata dalla strepitosa esperienza vissuta; in ogni caso, fate sempre attenzione a non superare i vostri limiti. Questo è un breve trekking di due giorni che ha tutti i comfort necessari di cui ogni viandante può avere bisogno. Una comodità che intendo sottolineare è la vicinanza del tracciato alle strade carrozzabili, che rende tutto più facile perché è possibile mettersi d’accordo con i gestori per farsi venire a prendere o per scegliere punti di partenza diversi in base a preferenze/esigenze. Bisogna però prestare particolare attenzione a due aspetti:
1. lungo il trekking i punti d’acqua scarseggiano. Nella prima tappa c’è una fontanella a San Bernardo di Conio, nella seconda ce n’è solo una al Wild Camping, quindi partite ben attrezzati e riforniti;
2. i sentieri liguri sono ben tenuti e segnalati, ma il territorio attraversato da questi trekking risulta più selvaggio e meno turistico rispetto al resto della regione. Per questo occorre prepararsi bene prima della partenza, avere con sé tutto l’occorrente per affrontare al meglio il cammino – tra cui tutto ciò che serve per orientarsi in modo ottimale – e tenere sotto controllo il meteo. Sulle montagne liguri ci sono periodi in cui è comune avventurarsi nella nebbia, quindi meglio non rischiare.
Tutte le città italiane hanno delle caratteristiche che le contraddistinguono e che per certi aspetti sono dei simboli per questi luoghi, sono il punto di riferimento per i turisti, i must assolutamente da non perdere.
Ma c’è molto altro da scoprire, è proprio nei misteri, nelle stranezze e nelle particolarità fuori dalle rotte turistiche che spesso si scopre l’anima vera di una città.
Ecco perché oggi vi propongo un itinerario insolito per Ferrara, una passeggiata per le vie del centro ma senza andare a cercare il Castello o il Palazzo dei Diamanti, sarà una passeggiata decisamente diversa dal solito, nella curiosità che solo Ferrara sa offrire!
Itinerario insolito per Ferrara: un salto indietro nel tempo
Questo itinerario ci porterà a mano a mano dalla storia medievale di Ferrara fino al suo lato rinascimentale per poi ritornare ancora indietro nella storia, tra le vie in cui sorse il primo nucleo fortificato della città.
Iniziamo la nostra passeggiata all’ingresso del centro storico, lungo Corso Porta Reno, la via che ci conduce alla Piazza della Cattedrale e al Castello.
Qui fermiamoci alla prima particolarità del percorso, l’ultima torre medievale gentilizia di Ferrara, la Torre dei Leuti. Le torri non erano solo a Bologna infatti! Nata come struttura difensiva, questa torre divenne poi un campanile.
Passeggiando verso il centro storico, consiglio di visitare il Museo della Cattedrale. È un museo piccolo, spesso ignorato dal turismo di massa e per questo estremamente piacevole da visitare. Qui potrete ripercorrere la storia della Cattedrale di Ferrara, scoprire il progetto originale del Campanile, vedere degli arazzi enormi e… trovare la Madonna del Crostino!
Museo della Cattedrale
Un nome simpatico dato in via informale nel corso del tempo. A Ferrara il pane tipico è la coppia ferrarese, un pane formato da 4 crostini disposti a croce e un nucleo centrale che li unisce, chiamato erroneamente crocetta, il nome a Ferrara ha un significato molto più romantico, sembra infatti una coppia di profilo che si abbraccia.
La Madonna con Bambino all’interno del Museo mostra una particolarità molto simpatica. Il Bambin Gesù infatti pare tenga stretto tra le mani un crostino, ovviamente è solo una chiacchiera popolare, ma questo è valso il nome di Madonna del Crostino.
La “Madonna del Crostino”
Restiamo sempre accanto alla Cattedrale. Imboccando Via degli Adelardi, si potrà incontrare l’Osteria Al Brindisi, l’osteria ancora in attività più antica del mondo, con tanto di attestato del Guinness World Record.
Frequentata da personaggi del calibro di Ariosto e Copernico, all’epoca per raggiungere l’osteria si arrivava in barca. Dove infatti ora camminiamo, c’era un canale navigabile.
Osteria Al Brindisi
Continuiamo la nostra passeggiata in direzione del Castello Estense ma non concertiamoci su di lui oggi, il nostro itinerario ci porta al Teatro Comunale, alla ricerca della Rotonda Foschini, una vera finestra sul cielo ferrarese.
Uno dei punti più fotografati della città, questa rotonda nacque proprio per agevolare il passaggio delle carrozze per gli spettatori del teatro, così da poter accedere direttamente al portico senza bagnarsi in caso di pioggia.
Rotonda Foschini
Il nostro itinerario ci conduce poi lungo una delle vie più belle d’Europa nel 1500, Corso Ercole I d’Este. Un luogo che ricorda tutto il fasto del passato. Iniziamo a percorrere le vie della Ferrara Rinascimentale.
Proprio in queste vie potete scorgere il centro dell’arte ferrarese: Palazzo dei Diamanti. Sede di mostre temporanee a piano terra e della Pinacoteca Nazionale al primo piano, Palazzo dei Diamanti racconta la storia dell’arte ferrarese da tempo.
Oggi però vi propongo un itinerario artistico diverso.
Giusto a pochi passi dal palazzo, infatti, potete scorgere il volto che conduce al Parcheggio Diamanti, in Corso Porta Mare, qui potrete vedere alcuni esempi di street art molto particolari, ispirati agli artisti che hanno reso Ferrara celebre come De Chirico, Dosso Dossi, Boldini e Previati.
Non solo, dall’altro lato della strada, in Via Dosso Dossi, potete trovare altre opere di street art, questa volta molto gradi, realizzate da artisti locali o comunque regionali.
Dettaglio al Quadrivio degli Angeli
Ritorniamo ora nella parte medievale di Ferrara, il nucleo più antico della città.
Ci basterà passeggiare lungo Corso Porta Mare fino a raggiungere la bella Piazza Ariostea, un punto di ristoro perfetto. Da lì poi, raggiungere Corso della Giovecca e imboccare Via Ugo Bassi, Ferrara cambia volto ancora una volta.
Si percepisce subito la differenza nelle vie in questo lato della città, ci si addentra sempre di più nel primo nucleo storico di Ferrara.
Percorrendo Via Cisterna del Follo potete incontrare un palazzo, ora area museale, totalmente gratuito e davvero delizioso, un’altra chicca poco conosciuta di Ferrara. Parlo di Palazzo Bonacossi. All’esterno non comunica molto, ma all’interno le decorazioni di epoca barocca e neoclassica vi faranno sognare.
Continuiamo il nostro percorso, ci stiamo avvicinando ad un altro caposaldo della cultura ferrarese, Palazzo Schifanoia. A pochi passi dal palazzo, potete visitare la Chiesa di Santa Maria in Vado, una delle chiese più belle di Ferrara, al suo interno potete osservare un ciclo di affreschi del Bononi unico nel suo genere.
La chiesa non ha solo un’importanza artistica notevole, è stata testimone di un eclatante miracolo. Il 28 marzo 1171, proprio il giorno di Pasqua, durante la celebrazione eucaristica, nel momento in cui si spezzò l’ostia, pare che questa divenne sangue e uscì uno schizzo di che raggiunse la volta dell’altare. Se osservate bene, potrete vederlo!
Santa Maria in Vado
Siamo quasi giunti alla fine del nostro itinerario insolito per Ferrara, abbiamo passeggiato davvero tanto!
Vi consigli l’ultimo museo particolare di Ferrara. Ci troviamo al Museo Archeologico di Ferrara, nella bellissima cornice di Palazzo Costabili. Questo museo ha una raccolta enorme di reperti provenienti della città etrusca di Spina, una collezione unica. La sala degli ori è qualcosa di incredibile. Il museo non spicca solo per la sua collazione ma anche per la sua inclusività, è stato studiato un percorso tattile apposito, con immagini e testi a rilievo, guide audio e in braille. Inoltre, in una delle ultime sale è possibile toccare un servizio da simposio in un apposito banco tattile.
Museo Archeologico di Ferrara
Chiudiamo in bellezza con un percorso molto insolito e perfetto per gli amanti della tecnologia. Vicino al Museo Archeologico potrete infatti trovare il Baluardo dell’Amore, ultimo restauro delle mura ferraresi… e se vi dicessi che potreste visitare questo tratto di mura in realtà aumentata?
Vi basterà scansionare il QR Code che troverete a Porta Paola (vicino al Parcheggio Kennedy). Potete fare questo tour come parte iniziale del vostro giro, oppure tenerlo come tappa finale. Una volta entrati a Porta Paola, il centro di documentazione delle mura, potete trovare una mappa del percorso che farete e il QR Code per far partire l’esperienza, tutto gratuito ovviamente. Nel vostro smartphone comparirà niente meno che l’Architetto Giovan Battista Aleotti che vi racconterà storie e aneddoti legati alle mura. Il percorso vi guiderà di punto in punto fino al Baluardo dell’Amore, dove potrete farvi una foto con Aleotti!
Baluardo dell’Amore
Ristoranti e locali insoliti a Ferrara
Considerato questo itinerario insolito per Ferrara decisamente lungo da percorrere a piedi o in bicicletta, penso sia doveroso consigliare qualche locale a Ferrara per una pausa pranzo o per cenare, il tutto rigorosamente insolito!
Il Sebastian Pub è il posto perfetto per famiglie con bambini o per chi vuole mangiare un godurioso hamburger. Ci troviamo sopra una vera nave, nella Darsena della città e tutta l’atmosfera è assolutamente piratesca.
Sebastian Pub
Alla Taverna La Mandragola vi ritroverete catapultati in una taverna medievale. Piatti tipici e piatti rivistati sono in tono con l’allestimento che richiama a tratti il medioevo, a tratti il fantasy e le note del Signore degli Anelli e di Harry Potter. Un posto imperdibile per i fan del fantasy.
Da You and Tea invece, potete fare una rilassante pausa dalla passeggiata, con un buon tè o una tisana e tanti dolci da accompagnare. Oltre ad avere tè da tutto il mondo, potrete anche acquistare dei tè ispirati ai monumenti e personaggi storici ferraresi.
Come avrete notato, questo itinerario insolito per Ferrara passa vicino ai punti principali della città, è quindi perfetto da seguire anche per chi è in visita la prima volta e vuole scoprire sia i luoghi iconici del centro ma avere anche un tocco più insolito da portarsi a casa.
Siamo in Liguria, e abbiamo la vicinanza al mare e il passaggio dal clima della costa a quello delle Alpi in uno spazio ridotto. Il territorio ci consente di ammirare una varietà impressionante di microclimi e una stupefacente biodiversità vegetale e faunistica: un vero e proprio mosaico di specie viventi. Senza contare la bellezza di borghi incantati, dalle secolari tradizioni e caratterizzati dalla calda accoglienza dei suoi abitanti.
L’asinello di famiglia
Alla scoperta di Lucinasco
Lucinasco è un delizioso paese a 25 minuti di auto da Imperia, lungo la Valle Impero, situato nell’entroterra ligure occidentale. Già salendo per i tornanti siamo circondati da ettari di alberi di ulivo ben curati su terrazzamenti che qui chiamano “fasce”. I muri sono realizzati a secco, cioè senza cemento, nel rispetto di una tradizione secolare.
Il paese si trova a 499 m, arroccato sulla cresta della collina. Da una parte si vede il mare in lontananza, dall’altra le Alpi Liguri che d’inverno diventano bianche.
Due lati come se fossero due stagioni, evidenziate anche dal cambio di vegetazione. Il paese è un tipico borgo ligure con la sua chiesa, i suoi vicoli chiamati carruggi, ma con in più un piccolo castello (non visitabile all’interno) e un interessante museo diffuso dell’arte contadina. Il Sindaco attuale sta cercando di tenerli aperti in date fisse, ma ovviamente è meglio informarsi prima. Poco fuori del paese c’è un delizioso laghetto artificiale su cui si riflette la chiesa di Santo Stefano in un quadro idilliaco alla Monet. Un tuffo nel passato testimoniato dal fatto che fino agli anni ’70 la strada per raggiungere il paese era ancora sterrata.
Dove mangiare: azienda agricola di Cristina Armato
All’inizio del borgo vive da generazioni la famiglia di Cristina Armato, proprietaria di un’azienda agricola e di un agriturismo con poche ma accoglienti camere, arredate con mobili d’epoca secondo la tradizione contadina. Sono molto confortevoli e sfatano lo stereotipo del ligure scontroso e sparagnino. L’azienda è a conduzione familiare, tramandata ai proprietari Cristina e Adriano, aiutati dai figli Diego, Mattia, Enrica e dai nonni Silvano e Silvana. Si respira un’atmosfera pacifica e decisamente cordiale, oltre al notevole impegno, che si percepisce per la realizzazione del loro prodotto d’eccellenza: l’olio extravergine di oliva DOP Riviera Ligure.
Si tratta di una delle pochissime aziende a conduzione femminile nella zona: Cristina ha deciso di continuare la tradizione familiare con impegno e dedizione coltivando gli ulivi nel territorio di Lucinasco e più precisamente nel terreno Prao di Conti, scelta che influisce molto sul gusto delizioso del suo olio grazie alla caratteristica esposizione. È possibile sostare qui per degustare i loro prodotti a km 0 e riposarsi immersi nella pace e nel verde.
Bruschette a km zero
Dove andare a piedi
Dopo aver sostato e ammirato le splendide colline coltivate a ulivo, consiglio di fare un giro per la cittadina. Lucinasco, infatti, regala tanti piccoli angoli da scoprire, ricchi di tradizione. Con una facile passeggiata di 35 minuti è possibile raggiungere e visitare la Chiesa della Maddalena, nominata monumento nazionale. Non immaginatevi un edificio nel centro del paese, circondato da altre costruzioni: è un santuario risalente al 1480 che dista 3 km dal centro di Lucinasco. La Chiesa della Maddalena è circondata dal verde, immersa nel bosco, in un ambiente di relax e tranquillità, dove gli abitanti spesso si rifugiano per godersi un momento di pace osservando le colline circostanti. Poco distante dalla chiesa, infatti, c’è un punto panoramico da non perdere: si trova a quota 733 m, proprio nei pressi della Cappelletta del Monte Acquarone. Un luogo quasi magico, anche questo immerso nel verde dei prati. L’edificio di culto in realtà era tradizionalmente chiamato Chiesa del SS. Nome di Maria e risale al 1700 circa. Una vista spettacolare a 360°: da una parte il mare e le verdi colline, dall’altra le Alpi Liguri. Da qui si può scorgere anche Lucinasco.
Dove andare in bicicletta
Lucinasco è perfetta da scoprire anche in sella a una bicicletta. Sono numerosi i sentieri che si addentrano nelle valli laterali, inerpicandosi tra strade bianche sterrate in mezzo alle campagne o altre asfaltate che attraversano i borghi. Sono presenti anche diversi percorsi ad anello, decisamente più comodi per i visitatori che alloggiano proprio a Lucinasco e che desiderano visitare i borghi spostandosi un po’ più velocemente. Attraverso questi percorsi è anche possibile raggiungere la vicina località di Borgomaro:
una caratteristica frazione di origine medievale dove si può vivere la Liguria vera.
La disponibilità della rete sentieristica è davvero molto ampia, tanto da poter scegliere la traccia da percorrere in base alle proprie preferenze e al proprio livello di allenamento: ci sono anche percorsi più tecnici e impegnativi da percorrere in mountain bike.
La vita a Lucinasco
Contatti utili per organizzare un weekend a Lucinasco
Per avere tutte le informazioni necessarie per organizzare il fine settimana presso l’Azienda Agricola Armato, pernottamento e altri dettagli utili alla riuscita del soggiorno, vi consiglio di contattarla direttamente tramite il suo sito ufficiale www.olioarmato.it oppure tramite www.360liguria.com, di cui fa parte. 360 Liguria si occupa della gestione, organizzazione e promozione del territorio, del turismo e degli eventi presenti nell’area della Liguria di Ponente.
Nel prossimo articolo andremo alla scoperta della Valle Impero, tra trekking, canyioning, campeggi selvaggi e, perché no, ottime degustazioni!
Si può conoscere l’anima di un luogo da tante cose, una di queste sono le sue botteghe storiche. Si tratta di quei posti che “ci sono sempre stati” che hanno a tratti trasformato una città o un borgo, che hanno fatto parte della sua storia fino a diventarne un cardine.
Al momento sono ben 27 le botteghe storiche di Ferrara, la maggior parte nel centro cittadino, una piccola parte in provincia, hanno tutte una storia da raccontare ma oggi ci concentreremo su quelle del centro storico, per conoscere la città con un altro punto di vista.
Come diventa un negozio “bottega storica”
Per bottega storica si intendono quelle attività commerciali e artigianali aventi valore storico e/o artistico. Devono rappresentare una testimonianza dal punto di vista storico, culturale, manifatturiero locale.
Ogni città ha il suo albo dedicato e per rientrarci serve rispettare alcuni requisiti:
Esercitare la stessa attività nello stesso locale o nella stessa area pubblica da almeno 50 anni continuativi (25 anni per le osterie) anche con denominazioni, insegne, proprietà o gestioni diverse.
Al loro interno conservano gli arredi ed elementi di interesse storico, artistico, architettonico e ambientale o particolarmente significativi per la tradizione e la cultura locale.
Le riconoscerete perché espongono all’ingresso o all’interno del locale la famosa targa che indica l’appartenenza all’albo delle botteghe storiche.
Le botteghe storiche di Ferrara: itinerario tra le vie del centro storico
Iniziamo questo itinerario tra le botteghe storiche di Ferrara con una buona colazione, per incominciare bene la giornata di passeggio tra le storia e le tradizioni ferraresi.
La prima bottega storica che incontrerete è il Panificio Cappelli.
In posizione strategica, vicino al Parcheggio Centro Storico, perfetto per lasciare l’auto e iniziare ad esplorare la città, proprio all’ingresso delle vie storiche, il suo profumo dà il buongiorno a tutta Ferrara.
Il Panificio Cappelli
Il Panificio Cappelli risale ai primi anni ’70 e continua la sua tradizione a conduzione famigliare. Nei primi anni ’90 viene inserito nel panificio un “corner coffee”. Può sembrare normale ora, ma all’epoca fu qualcosa di unico in città!
Ora addentriamoci nel centro storico.
Passeggiamo lungo Corso Martiri della Libertà, osserviamo la Cattedrale, il Castello e fermiamoci sotto ai bei portici del Teatro Comunale di Ferrara. Tempio della musica e dell’arte, proprio qui incontriamo una bottega storica risalente al 1854, che oggi rappresenta un punto di riferimento in materia di musica a Ferrara: Pistelli e Bartolucci. Se sbirciate all’interno, potete ancora trovare le scaffalature in legno e le foto dell’epoca.
Pistelli e Bartolucci
Consiglio di fare un salto alla bellissima Rotonda Foschini, una finestra sul cielo di Ferrara, e proseguiamo il nostro itinerario sotto ai portici della città.
La Farmacia Navarra conserva l’insegna dell’epoca, spicca tra i negozi delle catene moderne. Siamo davanti al Castello Estense, in un punto particolare.
Qui la tragica vicenda avvenuta nella notte del 1943 unisce storia e cinema. Sono le parole di Bassani che ci guidano indietro nel tempo, in una Ferrara in bianco e nero, ai tempi del fascismo. La tragica vicenda dell’eccidio fascista degli undici cittadini ferraresi è vissuta dagli occhi del farmacista che osservò tutto dalla finestra sopra la farmacia.
Farmacia Navarra
Oggi una targa ricorda quell’evento e quell’insegna della Farmacia Navarra, resta un simbolo del passato.
Facciamo pochi passi lungo il fossato del Castello per incontrare uno dei pochi esempi liberty presenti a Ferrara
La Birraria Giori, non è un errore, è proprio una birraria è all’attivo dal 1881ed era un luogo di ristoro per viaggiatori e mercanti già all’epoca.
Birraria Giori
Proseguiamo la nostra passeggiata ritornando verso la Cattedrale, qui possiamo incontrare due esempi di manifattura locale che, per certi versi, rendono Ferrara un punto di riferimento della moda.
La prima bottega che incontriamo è Schiappelli, nata come cappelleria, qui venivano e vengono ancora venduti i cappelli del celebre marchio Borsalino. Diventato uno dei maggiori rivenditori, il negozio ricevette dalla ditta Borsalino un medagliere con i vari traguardi ottenuti dal marchio. Il medagliere venne rubato ma, cosa più unica che rara, i ladri restituirono poi il medagliere dopo una settimana.
Schiappelli
Facciamo due passi sotto alla moderna Galleria Matteotti per raggiungere un’altra icona dello stile ferrarese.
La casa del Guanto è un negozio piccolo in cui si respira un’elegante atmosfera d’altri tempi. Gli arredi e le foto storiche ricordano un passato alla Grande Gatsby e in una vetrina potete osservare ancora gli strumenti dell’epoca. Qui potete capire il vero significato di “calzare come un guanto”. Le due proprietarie vi trasporteranno indietro nel tempo, a quei tempi in cui si indossavano i guanti come oggetto di stile anche in estate.
Casa del Guanto
Mangiare nelle botteghe storiche
Se volete mangiare la cucina tipica ferrarese respirando l’atmosfera di una bottega storica, dovete assolutamente passare all’Osteria degli Angeli.
Si trova nella suggestiva cornice di Via delle Volte, l’iconica via medievale di Ferrara. In estate potete mangiare direttamente lungo la via.
Cappellacci di zucca al ragùTagliere di salumi tipici, formaggi e piadina
La bottega risale addirittura all’anno 1000, era chiamata locanda di posta. Qui infatti era allestita la dogana per il passaggio delle merci e annessa alla dogana c’era la locanda come punto di ristoro per mercanti e trasportatori.
Come prendere parte ad un itinerario guidato nelle botteghe storiche di Ferrara
Ovviamente potete andare alla scoperta delle botteghe storiche in completa autonomia mentre passeggiate per le vie del centro storico di Ferrara. Se volete però immergervi appieno in questa atmosfera, potete prendere parte al tour guidato organizzato da Visit Ferrara.
Sul sito di Visit Ferrarapotete prenotare l’esperienza e ricevere tutte le informazioni necessarie per prendere parte al tour.
Il costo delle visita è di 12 euro a persona mentre è gratuito per bambini fino a 10 anni.
Alcuni alcuni consigli di luoghi, eventi e itinerari per organizzare nel Collio un week end tra i colori e i sapori dell’autunno.
Nel Collio tra i colori dell’autunno
Nella estrema propaggine orientale del Friuli, proprio al confine tra Italia e Slovenia, delimitata dal fiume Isonzo e dal fiume Judrio, si estende un’area collinare, coronata a nord dalle Alpi Giulie e affacciata sul Mare Adriatico che, anche grazie alla conformazione del territorio, e al microclima dovuto alla collocazione geografica dei suoi pendii, ha fatto della coltivazione della vite e della produzione del vino una delle sue caratteristiche principali.
Questo territorio, che vede le colline vestirsi dei colori più belli proprio in questi mesi, è il luogo perfetto per organizzare un week end all’insegna dello slow tourism, trai colori e i sapori dell’autunno, perdendosi tra la bellezza del paesaggio e assaporando le prelibatezze enogastronomiche.
Boschi lussureggianti, piccoli borghi, castelli e ville immerse in circa 1500 ettari di vigneti che producono alcune tra le più pregiate varietà di vini.
Il Collio in autunno (foto di Massimo Crivellari)
Cosa vedere
Il territorio può essere esplorato partendo da Gorizia, dove si respira un’autentica atmosfera di confine, di “melting pot” dell’area mitteleuropea, crocevia, nei secoli, di culture, religioni, storie e tradizioni, e proseguendo per i piccoli paesi che intervallano le colline coperte da vigneti.
Tra i paesi e i borghi più suggestivi:
Cormons: Questa elegante cittadina è da sempre il punto di riferimento per visitare i piccoli borghi del Collio. Una delle sue caratteristiche sono le belle cente, strutture murarie difensive avvolte come una spirale attorno alla chiesa (una parte può ancora essere ammirata attorno al duomo di Sant’Adalberto).
Cormons (foto di Luigi Vitale)
San Floriano del Collio: Posto nella parte più alta del Collio, a 276 m. s.l.m. è patria dei vini bianchi. Dal borgo si gode di una bellissima vista che spazia verso la vicinissima Brda slovena.
San Floriano del Collio (foto di Luigi Vitale)
Capriva del Friuli: Particolarmente interessanti sono le bellissime dimore storiche erette sui vicini colli: il famoso Castello di Spessa e Villa Russiz a Russiz Inferiore, con la chiesetta di San Giuseppe che ospita il Mausoleo di Theodor de La Tour en Voivre, dedicato al nobile di origini francesi a cui si deve l’introduzione nel Collio dei più rinomati vitigni francesi: Chardonnay, Sauvignon, Merlot, Cabernet, Pinot e Riesling Renano.
Castello di Spessa di Capriva (foto di Marco Milani)
Dolegna del Collio: Situato all’estremo nord della provincia di Gorizia, questo piccolo comune è composto da un gran numero di frazioni rurali e di paesaggi tra i più suggestivi del Collio, mix tra colline vitate e boschi lussureggianti come ad esempio: Scriò e la chiesa di San Leonardo; Restocina con le sue casette bianche; Mernico con la chiesa di Sant’Elena immersa nel verde; Lonzano, terra natia del poeta friulano Pietro Zorutti; Vencò; Ruttars borgo fortificato di cui resta la bella torre quadrata di Marquardo e Trussio con il suo famoso castello del XIII secolo
Farra d’Isonzo: Abitata fin da epoche lontane, era posta in posizione strategica, ai piedi di tre monti fortificati e sulla via Gemina che portava al ponte della Mainizza sull’Isonzo, grande opera costruita dai romani.
I dolci pendii delle colline sono attraversati da percorsi che si snodato tra i filari delle vigne, da percorrere a piedi oppure in bicicletta, o addirittura a bordo di una delle vespe gialle messe a disposizione da alcune aziende del territorio.
itinerari nel collio tra i colori e sapori dell’autunno
Dove andare
Tra gli itinerari nel Collio da percorrere a piedi si segnalano:
la tappa Cormons – Gradisca dell’Alpe Adria Trail, maggiori informazioni a questo link;
il percorso delle Panchine Arancioni di Oslavia, maggiori informazioni a questo link.
il Sentiero delle Vigne Alte, maggiori informazioni a questo link;
sentiero delle vigne alte (foto di Alessandro Michelazzi)
Nel Collio tra i sapori dell’autunno
Il Collio si estende in provincia di Gorizia e gode di un microclima unico, grazie alla collocazione dei suoi pendii che da un lato beneficiano della vicinanza del mare Adriatico e dall’altro della protezione delle Prealpi Giulie rispetto ai venti freddi. La conformazione dell’area inolre, a forma di mezzaluna, crea una ventilazione e un’escursione termica che si sposano perfettamente con la ponka, il caratteristico terreno del Collio, costituito da marne e arenarie stratificate ideale per la coltivazione della vite, eccezionale per i vini bianchi. Non è un caso che l’area vitivinicola del Collio è stata una delle prime, in Italia, ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata (Doc), nel 1968.
Oltre ai vitigni autoctoni come: il Sauvignon, Pinot Grigio e Bianco o lo Chardonnay, i viticoltori del Collio producono gemme autoctone come il Friulano, la Ribolla Gialla, la Malvasia e il Collio Bianco.Non mancano infine grandi vini rossi di struttura, come Merlot, Cabernet e il Collio Rosso.
Insieme alla bellezza paesaggistica, l’enogastronomia è un valido motivo per organizzare un week end tra i colori e i sapori dell’autunno.
Terra di confine e crocevia di popoli, da sempre convivono elementi, prodotti, tradizioni derivanti dalla cultura italiana, slovena e austriaca che caratterizzano, rendendo unica, la cucina tradizionale. Tra i prodotti tipici: il prosciutto di Cormons, la cui forma prevede la conservazione del piedino e una particolare affumicatura; i formaggi a Brazzano ela Rosa di Gorizia, un radicchio di colore rosso intenso e variegature che portano verso il rosa dal sapore amarognolo e croccante.
Nei ristoranti e nelle trattorie del Collio si trovano piatti come il goulasch, i blecs, gli zlikrofi (una sorta di ravioli farciti), gli gnocchi di pane, le patate in tecia, gli gnocchi dolci con susine, cannella zucchero e burro fuso, i kipfel (piccole mezzelune fritte fatte con un impasto simile a quello degli gnocchi), la repa garba e altri dolci tipici come la gubana goriziana o presnitz, la putizza, la pinza, lo strudel con le ciliegie, i krapfen e le palacinke, una omelette di antica origine greco-latina, poi passata nella tradizione austro-ungarica.
Degustazioni di vino bianco
Dove bere e dove mangiare
La zona Doc del Collio fa parte dell’itinerario “Da noi sui Colli” della Strada del Vino e dei Sapori del Friuli Venezia Giulia (qui il sito) che è un progetto che riunisce cantine, ristoranti, gastronomie, enoteche e produttori della Regione che condividono e garantiscono il rispetto dei valori di qualità, genuinità, professionalità e unicità dei prodotti.
Sul sito, nella sezione Luoghi del Gusto/Da noi sui colli (qui il link), sono indicate cantine, ristoranti e produttori aderenti alla Strada che quindi rispettano i criteri di qualità e accoglienza collocate nella zona collinare e quindi del Collio.
La Strada del Vino e dei Sapori del FVG mette a disposizione per i viaggiatori il Passaporto della Strada del Vino e dei Sapori del Friuli Venezia Giuliache vi guiderà alla scoperta delle cantine della regione e vi darà diritto a 3 degustazioni gratuite che prevedono 2 calici di vino in tre delle cantine aderenti. Dopo degustazioni potrete ritirare una bottiglia omaggio presso uno degli infopoint. A questo link potete trovare tutte le informazioni e scaricare il vostro passaporto.
Eventi in autunno nel Collio (e in tutta la Regione)
Gli eventi che in questo periodo celebrano il territorio in tutta la regione possono essere un ottimo pretesto per organizzare un week end tra i colori e i sapori dell’autunno nel Collio.
In particolare, nel mese di novembre, si segnala:
Cantine aperte a San Martino: Le cantine di tutta la Regione aprono le porte in occasione dell’ “ultima estate” dell’anno. È l’occasione per incontrare i produttori nella magica atmosfera autunnale e gustare le eccellenze enologiche del territorio in abbinamento alla gastronomia regionale secondo il gusto dei produttori. Cene e laboratori emozionali saranno alcune delle attività e delle esperienze a cui potrete partecipare. In particolare potrete provare due proposte gourmet: A Cena con il vignaiolo, e il Piatto Cantine Aperte a San Martino. Sabato 12 e domenica 13 novembre 2022. Per informazioni: cantine aperte
Vigneti Aperti: L’evento promuove incontri e momenti conviviali immersi nei bellissimi vigneti della regione. Visite ai vigneti e/o in cantina, aperitivi in vigna, laboratori sensoriali, picnic, visite e percorsi guidati nei vigneti, Cene con il Vignaiolo, concerti e molto altro ancora. Dal 8 ottobre fino al 27 novembre tutti i week end, ad eccezione dell’ 11 e 12 novembre Maggiori informazioni a questo link
PromoTurismoFVG, Villa Chiozza – Via Carso 3, 33052 Cervignano del Friuli (Ud), tel. +39 0431.387191
Altri consigli per organizzare un week end tra i colori e i sapori dell’autunno li potete trovare nel nuovo numero di Itinerari e Luoghi in edicola da Novembre.
In Umbria, la ciclabile che va da Spoleto ad Assisi è un viaggio nel segno dell’acqua alla scoperta di un fazzoletto di terra che si racconta con le mani, l’ingegno, il cuore di contadini, artisti, cuochi e artigiani.
di Enrico Caracciolo
La pista ciclabile tra Spoleto e Trevi (PG), Umbria, Italia, Europa
ITINERARIO VALLE UMBRA (bici)
Punto di Partenza: Spoleto
Punto di arrivo: Santa Maria degli Angeli (Assisi)
Distanza: 51 km (54 km con la deviazione alle Fonti del Clitunno)
Dislivello: irrilevante (circa 270 m complessivi)
Tipo di strada: percorso protetto in sede propria (fino a Cannara) e poi strade secondarie a uso promiscuo.
Difficoltà: nessuna difficoltà tecnica
Periodo: aprile – ottobre
Note: percorso in linea che può essere integrato col trasporto ferroviario tra le stazioni di Santa Maria degli Angeli e Spoleto. Il punto di partenza della ciclabile si raggiunge lasciandosi la stazione ferroviaria di Spoleto alle spalle. Poco dopo si seguono le indicazioni per Todi imboccando via Guglielmo Marconi. Alla rotatoria si prosegue dritti in direzione Montefalco – Castel Ritaldi. Arrivati nei pressi di un’evidente curva, si oltrepassa un ponte sul canale e, nei pressi di alcuni pini, si gira a sinistra raggiungendo l’inizio della strada ciclabile in località Le Mattonelle riconoscibile da un ponte in mattoni, dove sorgeva una vecchia fornace, bella testimonianza di archeologia industriale.
Emma Di Filippo, Azienda Vinicola”Di Filippo”, Cannara (PG), Umbria, Italia, Europa
Cannara: Azienda Agraria Di Filippo, Vocabolo Conversino 153, tel. 0742.731242, www.vinidifilippo.com: la storia di ottimi vini e la storia di una famiglia; prima delle etichette la passione per il lavoro in campagna.
Montefalco: Arnaldo Caprai, Loc. Torre, tel. 0472.378802, www.arnaldocaprai.it: l’azienda simbolo di Montefalco e del Sagrantino.
Bevagna: Tenuta Castelbuono, Vocabolo Castellaccio 9, tel. 0742.361670, www.tenutacastelbuono.it: tempio del Sagrantino e cantina di design firmata Arnaldo Pomodoro.
Trevi: Museo della Civiltà dell’Ulivo, Complesso Museale di San Francesco, Largo Don Bosco 14, Trevi; tel. 0742.381628: dedicato alla cultura dell’olio e alla coltura dell’olivo.
Bevagna: Museo delle Tradizioni Umbre (via Matteotti, 72; tel. 0742.360031) e Circuito Culturale dei Mestieri Medievali (Via Matteotti, 70).
PRODOTTI TIPICI
Carlo Caporicci, Tenuta San Pietro a Pettine “Tartufi”, Trevi (PG), Umbria, Italia, Europa
Fabio e Brunello tartufai, San Pietro a Pettine, Trevi (PG), Umbria, Italia, Europa
Tartufi e prodotti derivati presso la Tenuta San Pietro a Pettine (Loc. San Pietro a Pettine, Trevi; tel. 0742.386637, www.sanpietroapettine.com); la trasformazione dei tartufi avviene presso il laboratorio e la commercializzazione nell’annesso punto vendita.
Gian Piero Lucarelli, agricoltore e fornaio, Granarium – Azienda Agricola Lucarelli (dal grano al pane), Bevagna (PG), Umbria, Italia, Europa
Farine, pane, focacce, dolci da Granarium (Via Madonna della Pia 14, Bevagna, tel. 329.1882651, www.granarium.it) dove il grano diventa pane, dalla coltivazione fino ai prodotti da forno esempio straordinario di filiera cortissima.
Latte, formaggi, gelato, yogurt, carni, olio e salumi prodotti in azienda seguendo i dettami della filiera corta presso la Fattoria Morella (Fraz. Bovara, Trevi, tel. 0742.781110, www.fattoriamorella.it).
OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA
Ottimo quello prodotto dall’azienda già citate nel “Dove Dormire”: I Mandorli di Trevi e Le Due Torri di Limiti di Spello
Quindi il Frantoio di Spello, Via Banche 1/B, Spello, tel. 0742.651662, www.frantoiodispello.it: degustazioni, vendita e area camper.
INFORMAZIONI UTILI
Associazione Strada dell’Olio extravergine d’oliva Dop Umbria, Piazza Mazzini 21, Trevi, tel. 0742.332269, www.stradaoliodopumbria.it: informazioni pratiche sul territorio e prenotazioni.
DOVE DORMIRE
Spoleto: Agriturismo “Podere Bosco”, Fraz. Protte, tel. 0743.260056, cell. 335.5360693, www.poderebosco.net: immerso nel verde e nella tranquillità, vicino alla partenza della pista ciclabile.
Trevi: Agriturismo “I Mandorli”, loc. Bovara Fondaccio 6, tel. 0742.78669, www.agriturismoimandorli.com: nel segno dell’ospitalità delle sorelle e di mamma Wanda Zappelli e dell’olio extravergine d’oliva; il gusto della vera ospitalità familiare con calore e gentilezza.
Ceci, fagioli e lenticchie, Azienda Agrituristica “I Mandorli”, Bovara di Trevi (PG), Umbria, Italia, Europa
Country House Casco dell’Acqua, Via Casco dell’Acqua 15/d, fraz. Matigge di Trevi, tel. 0742.391208, www.cascodellacqua.it: in bella posizione, cura dei particolari e senso dell’ospitalità.
Spello: Agriturismo Le Due Torri, Via Torre Quadrano 1, tel. 0742.651249, cell. 335.7783400, www.agriturismoleduetorri.com: in piena campagna, accoglienti casali in azienda agricola con coltivazione di vite, olivo, tartufi, cereali e allevamento di bovini di razza chianina; degustazioni di olio extravergine e cucina del territorio.
Agriturismo “Le Due Torri”, Spello (PG), Umbria, Italia, Europa
Assisi: Agriturismo Malvarina, Via Pieve Sant’Apollinare 32, Loc. Capodacqua, tel. 075.8064280, www.malvarina.it: albergo diffuso di campagna, prodotti da coltivazioni biologiche; ottime colazioni e cucina del territorio.
DOVE MANGIARE
Trevi: Lo Striolo, loc. Coste di Trevi, tel. 0742.381958, cell. 328.9321171: semplice, nel segno della tradizione; buono il cibo e i prezzi.
Bevagna: Osteria del Podestà, Corso Matteotti 67, tel. 0742.361832: pasta fatta in casa, bocconcini di agnello ai carciofi, ravioli al tartufo e zafferano.
Montefalco: Enoteca l’Alchimista, Piazza del Comune 14, tel. 0742.378558, www.montefalcowines.com: cucina sensibile alle peculiarità del territorio; da provare gli strangozzi con formaggio e zafferano di Cascia, la vellutata al sedano nero; la barbazza (guanciale) di maiale; anche wine bar e vendita di prodotti tipici.
Spello: La Cantina di Spello, Vai Cavour 2, tel. 0742.651775, www.lacantinadispello.com: solo prodotti del territorio; gnocchi alle patate rosse di Colfiorito, sformato di patate al tarufo, inslata di rapunzoli; sapori e atmosfere d’Umbria.
Foligno: Cucinaa, Viale Firenze 138/A, tel. 0742.22035, www.cucinaa.it: progetto gastronomico originale e interessante, semplicità e grande qualità, materie prime selezionate e le conoscenze di chef importanti al servizio della quotidianità.
Marco Gubbiotti e Ivan Pizzoni, Ristorante Cucinaa, Foligno (PG), Umbria, Italia, Europa
NOTE DI VIAGGIO
Parte da Spoleto e termina ad Assisi. Una cinquantina di chilometri piatti come l’Olanda, intensi come un viaggio, in armonia col genius loci della terra umbra.
Tutti sanno che l’Umbria è terra di santi e lavoratori, non tutti sanno che è meta di pedalatori.
L’acqua è il filo conduttore di questa pedalata lungo argini, borghi e movimentate campagne.
ITALIA, UMBRIA, ASSISI (PG).
La Valle Umbra è luogo di veloci transiti e nell’immaginario collettivo tra Assisi e Spoleto esistono solo borghi isolati fatti di pietre antiche e nobili.
Cattedrale di Santa Maria Assunta (XI sec), Spoleto (PG), Umbria, Italia, Europa
In pochi sanno che esistono Casco dell’Acqua, il fiume Topino e l’olivo di Sant’Emiliano. In pochissimi rallentano per scoprire com’è l’Umbria a 15 km/h.
Dalla primavera all’autunno il paesaggio mostra i suoi aspetti più affascinanti.
Si passa dalle fioriture, ai colori solari dell’estate per finire nel meraviglioso autunno umbro. Ottobre e novembre sono i mesi dedicati tradizionalmente alla raccolta delle olive. In particolare, il territorio che circonda Trevi è un trionfo di verde argento senza soluzione di continuità.
Ci troviamo, infatti, nella culla della civiltà dell’olio, un’antichissima cultura che caratterizza tutti i paesi mediterranei e che, in Umbria, affonda le sue radici proprio nella zona di Trevi.
In Umbria quando le mani non vengono usate per pregare passano il tempo a lavorare. Ma non solo. Le mani umbre raccontano storie più profonde di preghiere; trasformano la materia e i prodotti della terra in opere d’arte.
Questo fermento è percepibile quasi ovunque. Dalle mani di Maria Zappelli che hanno accompagnato milioni, forse miliardi di olive, dalle piante al frantoio; alle mani di Emma Di Filippo e Maria Rosa Bartoloni che trasformano le uve in vini pregiati.
E cosa dire delle mani preziose di Brunello, “storico” cavatore di tartufi incontrato nella Tenuta di San Pietro a Pettine dove Carlo Caporicci e la sua famiglia accarezzano e trasformano i preziosi tuberi.
Cucinaa è il loro nuovo progetto gastronomico dove l’alta gastronomia abbandona il ristorante per trasferirsi in una bottega di alimentari, che nobilita i concetti di salumeria e tavola calda: servizi essenziali, niente fronzoli, costi ridotti su tutto tranne che sulle materie prime, tutte rigorosamente del territorio.
Nella sua semplicità Cucinaa è un progetto rivoluzionario di democratizzazione dell’alta cucina. E cosa vogliamo dire delle mani di Gian Piero Lucarelli che hanno concretizzato l’idea geniale di un panificio a km 0? Gian Piero si racconta così: “Sono il contadino che produce la farina con il suo grano, la panifica e vende il pane al consumatore finale”.
Granarium si chiama il suo progetto che ha avuto la genialità di concentrare in due mani l’agricoltore, il mugnanio e il panificatore.
Il valore di tutte queste mani, come dice ancora Gian Piero, sta nel “cercare di tramandare in modo autentico ai grandi e piccini le nostre origini, i sapori dimenticati di un passato recente e la semplicità che è negli occhi di chi, come noi, ha fatto sempre il contadino”.
A noi che viaggiamo in bici le mani servono di meno ma bisogna avere buone gambe anche se tra Spoleto e Assisi, salvo deviazioni, non servono muscoli particolarmente allenati. Anche il chilometraggio che non supera i 60 km potrebbe trarre in inganno perché 3 o 4 giorni sono appena sufficienti per scoprire questo territorio che offre tappe tutte da vivere.
A cominciare da Spoleto dove oltre al fascino del centro storico si può sperimentare a due passi dal Ponte delle Torri e dalla fortezza Albornoziana, il silenzio del Monteluco, luogo di isolamento e meditazione per gli eremiti siriaci e per San Francesco.
Da Trevi, la città dell’olio, letteralmente abbracciata al colle che sovrasta la via Flaminia, il panorama sulla valle è mozzafiato. A Bovara, poco distante dal borgo, si trova un monumento naturale: l’ulivo di Sant’Emiliano, nove metri di circonferenza alla base, plurimillenario sopravvissuto a gelate e intemperie è il simbolo di una natura forte e generosa; merita un viaggio.
ITALIA, UMBRIA, MONTEFALCO (PG):
In piena valle sorge il colle di Montefalco, gioiello di pietra noto come “la ringhiera dell’Umbria”, dove il panorama a 360 gradi va da Perugia a Trevi, dai Monti Martani ai percorsi d’acqua del Topino e del Clitunno.
In bici tra Bevagna e Cannara (PG), Umbria, Italia, Europa
Tappa importante del viaggio sarà la splendida Bevagna, importante municipio romano e cittadella medievale fortificata. In pochi lo sanno ma i bevanati sono conosciuti come quelli dai nomi originali.
Basta una passeggiatina al cimitero dove si può recitare un requie per Coriolano, Preziosilla, Euterpe, Tersicore, Aristeo, Menelao o Pilade; in passato hanno vissuto a Bevagna il generale Crisippo e il fratello Milziade; mentre negli anni ’40 il fabbro del paese, il signor Giove chiamò i tre figli Saturno, Nettuno e Venere.
Il viaggio finisce ad Assisi, volendo con una deviazione tra le pietre nobili di Spello. Forse è più facile incontrare San Francesco tra i silenzi della ciclabile che tra l’onda di turisti che affollano la Basilica di Santa Chiara e la Basilica di San Francesco.
L’ITINERARIO
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Spoleto (PG), Umbria, Italia, Europa
La Cattedrale di Santa Maria Assunta, Spoleto (PG), Umbria, Italia, Europa
Centro storico, Spoleto (PG), Umbria, Italia, Europa
Dal Terminal della località Le Mattonelle la ciclabile raggiunge un ponte (Pontebari) che va oltrepassato scendendo sulla sinistra per percorrere la destra orografica del torrente.
Il tracciato prosegue fino ad un’evidente curva sulla sinistra dove si interrompe per oltrepassare un ponte e seguire la sinistra orografica del corso d’acqua.
La ciclabile procede oltrepassando due intersezioni con strade principali sul Ponte San Giacomo (S.P. 454 “di Protte” tra Protte e San Giacomo) e il Ponte Settecamini (S.P. 457 “di Beroide”); percorsi 10 km dalla partenza si incontra sulla sinistra un boschetto con cipressi e lecci e una biforcazione nei pressi di un ponte (un ramo passa sotto, l’altro lateralmente) che costituisce l’inizio della deviazione (1,5 + 1,5 km) per raggiungere le Fonti del Clitunno.
Bella la vista sul borgo di Pissignano. Si gira a destra e, oltrepassato il ponte, si gira ancora a destra e poi subito a sinistra sullo stradello che passa sotto alla S.S. 3 “Flaminia” raggiungendo Campello sul Clitunno.
Dopo il semaforo si transita sotto la vecchia Flaminia, si risale il ponticello piegando a sinistra e costeggiando la vecchia Flaminia (che non va imboccata) fino a una curva a U che immette nel paese di Pissignano in direzione sud.
ITALIA, UMBRIA, Fonti del Clitunno (PG).
Si attraversa il paese e dopo un brevissimo tratto sulla Via Flaminia si raggiunge l’ingresso delle Fonti del Clitunno. Per tornare alla ciclabile si percorre in senso inverso la deviazione.
Arrivati alla ciclabile si continua a destra (direzione nord) lungo la sinistra orografica del fiume fino ad un ponte in mattoni (Ponte di Chiesa Tonda) che consente il proseguimento sulla riva destra del torrente Marroggia (in prossimità del ponte, girando a sinistra si raggiunge l’Azienda La Morella, una delle realtà più interessanti nel campo delle produzioni a filiera corta come carni, latticini e cereali).
Si prosegue intercettando in successione i ponti San Lorenzo e Cannaiola: da qui (circa 15 km dalla partenza) si gode di una bellissima vista su Trevi con gli sconfinati uliveti e si può effettuare una deviazione per raggiungere il borgo.
La ciclabile prosegue in sede protetta lungo il torrente Marroggia senza alcuna difficoltà di orientamento e dopo circa 4 km transita nei pressi del grazioso borgo fluviale di Casco dell’Acqua che merita una breve deviazione dall’omonimo (Casco dell’Acqua) ponte: a destra si va verso la piccola frazione (500 m), a sinistra, oltrepassando il torrente si continua sulla riva sinistra verso il Ponte dell’Occhio, il Ponte Torre di Montefalco e la vicina Bevagna (27 km dalla partenza), tappa obbligatoria di questo viaggio umbro.
In questo tratto la ciclabile transita nella pianura sottostante Montefalco, visibile sulla sinistra con i suoi rinomati vigneti, luogo di produzione dell’apprezzatissimo Sagrantino.
Il borgo è raggiungibile con una deviazione dal Ponte Torre di Montefalco.
Piazza Silvestri, Bevagna (PG), Umbria, Italia, Europa
Bevagna, una delle città più belle dell’Umbria, merita una sosta. Dalla piazza Filippo Silvestri si imbocca via Guglielmo Marconi, a destra passando dietro la cattedrale e tenendo ancora la destra si esce dal paese lungo via Ponte delle Tavole in direzione Torre del Colle. Si passa davanti ad un grande parcheggio (area sosta per camper).
Prima del ponte sul fiume Timia si gira a destra in via del Maceratoio imboccando la pista ciclabile (a utilizzo promiscuo). Si segue fedelmente il tracciato del fiume Timia pedalando alla base dell’argine fino ad arrivare ad incrociare la strada provinciale n° 403 di Bevagna (al km 20).
Qui si lascia la ciclabile che prosegue verso destra per prendere la strada che passa sotto al ponte della strada provinciale risalendo sulla destra. Si pedala per un centinaio di metri paralleli alla strada per poi girare a sinistra in via Cantone nei pressi di una fermata del bus.
Arrivati all’asfalto si torna indietro oltrepassando il Ponte dell’Isola in mattoni sul fiume sul Timia e parallelamente alla strada asfaltata di via di Cantalupo si arriva in fondo per immettersi sulla stradina asfaltata che segue l’argine sinistro del fiume Timia: in pratica, oltrepassato il ponte sul percorso inghiaiato, dove si incontra l’asfalto, si fa una curva a U sulla propria destra andando a riprendere l’argine del Timia.
Dopo circa 500 metri, invece di proseguire diritto in via Campagnoli, si piega a sinistra in via Santa Caterina verso alcune abitazioni.
Subito dopo il caseggiato la strada piega leggermente a sinistra e qui si lascia il tracciato principale per girare a destra nella traversa secondaria. Si oltrepassa un ponticello e, all’incrocio a T, si prosegue sulla destra seguendo l’argine del canale.
Mantenendo il tracciato principale e ignorando tutte le possibili deviazioni sulla sinistra si arriva nell’abitato di Cannara imboccando via Arcatura che dopo circa 350 m si immette in via Bevagna. Qui si va a destra verso il centro del borgo raggiungendo il Comune.
Dal centro di Cannara (36 km dalla partenza) si oltrepassa il Ponte di Cannara sul fiume Topino e si piega subito a sinistra.
Dopo circa un centinaio di metri, nei pressi della chiesa di San Donato si gira a destra in via San Donato fino ad un incrocio con semaforo.
Si prosegue dritti sulla piccola strada secondaria per circa 3 km fino ad un’evidente curva a destra e subito dopo a sinistra fino all’incrocio a T dove si piega a sinistra e poi subito a destra fino ad attraversare il ponte sotto la ferrovia.
Si continua lungo via San Petrignano passando nei pressi dell’agriturismo Il Quercione (sulla destra) fino ad un incrocio a T dove si piega a sinistra costeggiando il tracciato della S.S. 75 “Centrale Umbra” per 1,2 km fino al ponte che passa sotto la superstrada.
Subito dopo il ponte si gira a sinistra seguendo via Santa Maria Maddalena costeggiando sulla destra il cimitero e raggiungendo in breve la stazione ferroviaria di Santa Maria degli Angeli (51 km dalla partenza).