
È stato un 2025 importante quello di IT.A.CÀ, il Festival del Turismo Responsabile che ha tagliato il traguardo finale della sua diciassettesima edizione snocciolando numeri da record: più di 23.000 partecipanti, 230 eventi in 11 regioni italiane e quanto alla comunicazione – quest’anno Itinerari e Luoghi ha accompagnato il progetto come media partner – sono stati più di 7 milioni gli utenti raggiunti online tra giugno e novembre. Eppure i numeri raccontano solo una parte della storia di un festival che da anni rappresenta il punto di riferimento nazionale per il turismo responsabile.
Un festival diffuso che mette al centro i territori
Le 20 tappe hanno percorso l’Italia dalle Alpi trentine alla Sicilia e dai colli marchigiani alle pianure lombarde: IT.A.CÀ ha invitato i viaggiatori a scoprire 93 luoghi speciali tra parchi, riserve, borghi e siti Unesco. Il tema di quest’anno, “Custodire il futuro: dalle scelte di oggi, il volto del domani”, è stato interpretato attraverso trekking e cicloturismo, visite guidate ed eventi culturali, attività artistiche o naturalistiche e iniziative per famiglie. Un viaggio lento, diffuso e collettivo, che ovunque ha proposto pratiche concrete di sostenibilità: mobilità dolce, valorizzazione delle ferrovie storiche, ospitalità diffusa, turismo accessibile e connessioni autentiche con le comunità locali.
Una rete che cresce e si rafforza
Il festival si conferma infatti come una sorta di catalizzatore di buone pratiche. Oltre alle realtà storiche come AITR e Legambiente, nel 2025 si è aggiunta la nuova collaborazione con Borghi Autentici d’Italia, ampliando la rete che oggi conta più di 420 organizzazioni coinvolte. Quasi 200 volontari hanno supportato la macchina organizzativa, confermando che IT.A.CÀ è prima di tutto un progetto comunitario. «L’energia collettiva di chi vive i territori è il vero motore del festival», tengono a sottolineare i fondatori Sonia Bregoli e Pierluigi Musarò.
Il viaggio, strumento di cambiamento
Il successo dell’edizione 2025 testimonia una trasformazione in atto: il turismo responsabile non è più una nicchia, ma qualcosa che può divenire leva di sviluppo culturale ed economico per molte aree d’Italia. Come ha evidenziato Sebastiano Venneri di Legambiente, è in crescita «una piccola imprenditoria legata ai nuovi turismi, capace di generare buona economia e costruire relazioni solide». In effetti, le testimonianze raccolte nelle varie tappe fanno perno su territori che nella tutela dell’identità e insieme della voglia di sperimentare ritrovano quella fiducia che in precedenza è spesso mancata. Il turismo diventa così occasione di ascolto, scambio e soprattutto cura del paesaggio.
Il valore educativo del turismo responsabile
Tra le iniziative più significative di quest’anno, la partnership con Strade Maestre, progetto di outdoor education che vede studenti delle superiori attraversare l’Italia a piedi per oltre mille chilometri, accompagnati da guide ambientali. Un percorso che unisce formazione e cammino, esperienza diretta e visione del futuro; il festival ha ospitato anche il Premio Cambiare 2025, con la vittoria del progetto bolognese Migrantour, esempio virtuoso di turismo interculturale e rigenerazione sociale. Ma il cammino continua: IT.A.CÀ già guarda al 2026. Perché prepararsi al futuro è parte integrante della missione di questo festival: oltre a custodire correttamente il territorio, bisogna valorizzarlo per restituirlo a chi verrà dopo di noi nelle migliori condizioni possibili. Un applauso, e arrivederci al 2026.