La bellezza dell’Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro e le tradizioni antiche che permeano i vicoli del centro storico di Campobasso rendono questa regione una delle più autentiche e interessanti del nostro paese.

di Anna Luciani

L’ITINERARIO

  • Punto di partenza: Campobasso
  • Punto di arrivo: Bojano
  • Lunghezza: 30 km 
  • Durata: 40 minuti in auto
  • Note: si consiglia di percorrere l’itinerario in tre giorni: due a Guardiaregia, visitando il borgo e l’Oasi e una mezza giornata a Bojano per l’escursione lungo il Biferno in canoa.

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HIGHLIGHTS

Campobasso luogo di transumanze

Campobasso nel 1500 fu uno dei centri più importanti nelle tratte di transumanza. Ancora oggi le sue vie e le mani sapienti dei suoi artigiani parlano di storie e saperi antichi, tramandati con passione e radicati nel territorio.

Passeggiando tra i vicoli ed entrando nelle numerose botteghe che animano il centro è possibile conoscere realtà imprenditoriali che affondano il loro sapere nel passato e che si fanno portavoce di un nuovo futuro, umano, creativo, fortemente identitario.

Antico Caseificio Monforte

 

Antico Caseificio Monforte

Luoghi come l’Antico Caseificio Monforte Di G. Gianfagna & Co., mantengono vive le tradizioni di lavorazione del latte, offrendo ad abitanti e viaggiatori prodotti freschi ogni giorno.

Dietro al bancone Giuseppe accoglie i clienti con il sorriso e l’entusiasmo di chi sa di avere tra le mani prodotti del territorio eccellenti.

L’attività è una cosa di famiglia da generazioni, fu suo nonno a fondarla.

Nel laboratorio Giovanni, uomo di poche parole, dallo sguardo concentrato affonda le mani nella pasta filante e con movimenti che sembrano una danza dà forma al caciocavallo.

La Fattoria dell’Oasi a Guardiaregia

È nata dal sogno di prendersi cura di questo ambiente, promuovendone la valorizzazione e tramandandone le tradizioni culinarie.

Sono venuta varie volte in questo angolo di pace: nel laboratorio dal grande camino ho sempre incontrato la signora Giovanna, intenta a far bollire latte appena munto, rompere la cagliata, formare i caciocavalli o pressare le ricottine fresche da vendere o servire al tavolo sotto la tettoia.

Pietro ha deciso di creare una fattoria in cui allevare mucche, maiali e realizzare un maneggio. In sella ai suoi cavalli organizza escursioni nell’Oasi raggiungendo la vetta del Monte Mutria, al confine con la Campania.

Da qui, oltre a una vista incredibile sul Lago del Matese, nei giorni particolarmente limpidi si può vedere addirittura il Golfo di Napoli.

Esperienze nella natura

  • Molise Avventura (via Turno 149A, Bojano, tel. 328.9325008, www.moliseavventura.com) propone escursioni in canoa canadese sul fiume Biferno: organizzate da guide U.I.S.P, hanno una durata di circa due ore (pause escluse), 25 €; l’attrezzatura necessaria per la navigazione in sicurezza è inclusa. E poi altre attività: arrampicata, birdwatching, rafting, MTB.
  • Dimensione Explorer (Contrada Lammerti, 29, Oratino, tel. 347.7305781, www.dimensioneexplorer.com).  E’ specializzato in tour in fuoristrada a cui possono essere affiancate attività sportive culturali e ricreative. Offre itinerari turistici, avventura ed eventi estremi. È possibile partecipare con i mezzi dell’organizzazione o con il proprio veicolo. Le escursioni possono avere durata di una giornata o più giorni. Si rimanda al loro sito per maggiori informazioni.
  • La Fattoria dell’Oasi, Contrada Formelle, Guardiaregia, tel. 0874.785268 e cell. 329 6237391, lafattoriadelloasi.weebly.com, organizza escursioni a cavallo per adulti e bambini, esperti o principianti, sempre accompagnati da guide qualificate. Il maneggio è affiliato alla FIDETREC ed è gestito da personale esperto dotato di patente “A2” e brevetto “ACC ESC” autorizzato a guidare sui sentieri fino a un massimo di dieci cavalli con rispettivi cavalieri. Per informazioni sulle escursioni si consiglia di contattare direttamente la struttura.

INFORMAZIONI UTILI

DOVE DORMIRE

Campobasso

Guardiaregia

DOVE MANGIARE

Campobasso

  • La Grotta di Zi’ Concetta, via Larino 7, tel. 0874.311378.
  • Ristorante Il Sagittario, via Michelangelo Ziccardi 74, tel. 0874.698413.
  • Miseria e Nobiltà, via Sant’Antonio Abate 16, tel. 0874.94268,
  • Ristorante Aciniello, via Torino 4, tel. 328.5585484.

Guardiaregia

  • La Fattoria dell’Oasi, Contrada Formelle, tel. 0874.785268 e 329.6237391.
  • Il Grifone, Contrada Mencaro, tel. 0874.785352

 INFORMAZIONI TURISTICHE

Associazione Centro Storico Campobasso ONLUS, Vico Carnaio 15, tel. 3387474373, www.centrostoricocb.it: organizzazione di volontariato onlus impegnata nel rilancio sociale ed economico del Centro Storico di Campobasso nel rispetto delle caratteristiche ambientali, culturali e storiche del luogo.

Promuove attività di valorizzazione e promozione turistica, ma anche progetti volti al miglioramento e alla risoluzione di problematiche di tipo urbano e sociale. L’Associazione organizza diversi tour: “Il giro delle 12 Chiese”, percorso che si snoda sulla collina Monforte; “Il giro delle 6 Porte” (adatto a disabili e anziani). Per maggiori informazioni e per prenotazioni telefonare o scrivere a info@centrostoricocb.it.

L’ITINERARIO

Per raggiungere Guardiaregia, dal centro di Campobasso (piazza G. Pepe), percorrete viale Roma fino a piazza della Vittoria, imboccate via U. Petrella, a sinistra del Monumento ai caduti e proseguite su viale Duca d’Aosta fino a immettervi nella SS17.

Superata la Zona Industriale Campobasso-Bojano, alla rotonda prendete la terza uscita e percorrete la SP331.

Giardiaregia dall’alto

Arrivati ai piedi di Guardiaregia, se volete visitare il borgo mantenete la destra su via Roma e parcheggiate lungo la strada o in piazza degli Eroi.

Se invece volete raggiungere la Fattoria dell’Oasi allora proseguire lungo la SP331 per 1,5 km fino al tornante con il cartello che indica l’Oasi WWF a destra.

Imboccate la ripida stradina davanti a voi: dopo pochi metri sulla sinistra troverete il cancello dell’agriturismo. Guardiaregia può essere inoltre il punto di partenza per un tour di un’intera giornata in jeep nel Matese con Alessandro di Dimensione Explorer.

La terza tappa dell’itinerario prevede l’esplorazione del fiume Biferno che nasce presso la città di Bojano.

Da Guardiaregia la si raggiunge percorrendo Contrada Santa Maria. Superato il ponte sulla sorgente del Biferno, in località Pietre Cadute, fermatevi nel parcheggio sulla sinistra. L’escursione sul fiume parte da un piccolo attracco che dista pochi metri. Al punto di arrivo vi attenderà un mezzo che vi riporterà all’auto.

NOTE DI VIAGGIO

Zio Baldo appena ci vede nel giardino della sua casa immersa nel bosco, poco fuori Guardiaregia, esce e abbraccia forte Peter. Poi mi guarda, mi stringe la mano e ci invita a entrare, con quel calore tipico del sud che ti accoglie e non ti lascia più andare via.

Proprio come è successo a Peter, nato e cresciuto nello stato di New York ma che, appena finita l’università, ha deciso di scoprire dove fosse il Molise, la terra da cui erano partiti i suoi bisnonni per trovare fortuna oltre oceano.

Gardiaregia

Arrivato a Guardiaregia senza preavviso alcuno è riuscito a bussare alla porta dei suoi lontani parenti: zio Baldo è stato il primo ad aprirgli. Proprio come ha fatto ora con me.

Sulla tavola di legno una tovaglia stesa, del pane e un bicchiere di rosso per accompagnare qualche fetta di caciocavallo che Baldo stacca dalla corda appesa alla trave vicino alla finestra.

È la genuinità e l’autenticità di queste zone che colpisce e rapisce i viaggiatori: una sincerità che permea i luoghi, gli incontri, le storie e i suoi paesaggi. È questa unicità che rende il Molise una realtà rara.

Tradizioni e saperi antichi animano un territorio per molti aspetti ancora poco conosciuto e ti accompagnano in un viaggio che attraversa storia e natura.

Oggi Peter vive a Campobasso. Mi accompagna a Castel Monforte da dove lo sguardo spazia lontano sul paesaggio circostante e inizia a parlarmi delle tante persone che ha incontrato e che gli hanno fatto capire che per lui l’“America” è qui.

Cavalli, jeep e canoa nell’oasi di Guardiaregia e Campochiaro

Le gole del Quirino

Il piccolo borgo di Guardiaregia si staglia ai piedi del monte Capraro e si affaccia sulle strette Gole del Quirino che, assieme al Monte Mutria e all’area carsica di Campochiaro caratterizzano l’importante Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro, compresa nel Parco del Matese.

Sul lembo occidentale dell’edificato una passeggiata regala una splendida vista sul profondo canyon e sulla cascata di San Nicola, formata dal torrente Vallone Grande, che con un salto di circa 100 metri si getta nel fiume.

È qui che mi accompagna Pietro de Francesco per mostrarmi la ragione che dieci anni fa l’ha portato ad abbandonare un “lavoro sicuro” per amore del suo territorio. L’Oasi nasconde numerosi luoghi di interesse: spelonche, tra le più profonde e grandi d’Europa, zone archeologiche, boschi e antiche vie della transumanza.

Il Tratturo Pescasseroli-Candela è uno dei più importanti del Molise e lo attraversa delimitato da rigogliosi arbusti di rosa canina, prugnolo, biancospino e more. A bordo della jeep di Alessandro Colombo, fondatore di Dimensione Explorer, è possibile spingersi alla scoperta del Matese più selvaggio seguendo itinerari suggestivi e affascinanti.

Il mezzo affronta con facilità gli ampi tratturi e si inerpica sui sentieri di montagna raggiungendo luoghi nascosti. Addentrandosi nei fitti boschi la vegetazione varia al cambiare della latitudine.

I lecci fanno ombra ai sentieri, sostituiti poi dal corniolo e dai castagni. Raggiunti i mille metri compaiono gli imponenti faggi, intervallati da agrifogli e da alcuni tassi, oggi molto rari a causa del loro grandissimo utilizzo, in passato, nelle botteghe degli armaioli e dei liutai.

Questi luoghi custodiscono la storia più antica del territorio: in prossimità di Campochiaro, nella necropoli di Vicenne, a fine ‘900 furono rinvenute numerose tombe di cavalieri con cavallo di epoca longobarda, una di queste è esposta a Campobasso nel Museo Sannitico.

Altro luogo degno di nota, risalente al IV secolo a.C., è il Santuario Sannitico in onore di Ercole, importante eroe nel Sannio Pentro. La faggeta di Costa del Carpine cela invece uno dei luoghi più iconici e misteriosi di tutta l’Oasi: Pozzo della Neve, una cavità carsica che si abissa nelle viscere della terra per 1048 metri.

Quando si parla di Matese spesso non si considera la pianura a valle, anch’essa di notevole interesse paesaggistico, caratterizzata dalla ricca presenza di acqua.

Biferno

Presso Bojano vi è la sorgente del fiume Biferno.

A Pietre Cadute ho appuntamento con Pietro Mastrobuono, di Molise Avventura, sguardo gentile e pieno di passione. Scarica la canoa canadese dal portapacchi dell’auto e mi dice di seguirlo.

Attraversiamo un campo di erbe e fiori officinali e raggiungiamo la banchina di legno sul fiume. Il primo istinto è quello di immergere la mano: l’acqua è cristallina e freddissima. La corrente del fiume ci culla dolcemente lungo il corso del Biferno.

La canoa canadese trasporta due passeggeri, ognuno dotato di una pagaia, ma ammetto che decido quasi subito di godermi il paesaggio mentre Pietro aggiusta la direzione e mi guida alla scoperta di questo habitat ricchissimo e affascinante.

La vegetazione ripariale è fitta e segna con esuberanza il percorso, ogni tanto qualche tronco caduto rende la navigazione più avventurosa, ma Pietro muove sicuro la canoa.

Mentre navighiamo mi racconta il grande impegno che Molise Avventura sta mettendo nella valorizzazione del fiume, non solo con la promozione turistica di questi percorsi, ma anche attraverso opere di manutenzione del letto del fiume e degli argini, un’attività di sensibilizzazione alle tematiche ambientali rivolte principalmente ai giovani.

Campobasso, il borgo e gli artigiani

Campobasso. Piazza Palombo

Da sempre il Molise è stata una regione di passaggio, solcata da vie antichissime che valicavano paesaggi dalla bellezza selvaggia, lungo i quali si spostavano persone, animali e si incrociavano culture e tradizioni.

Campobasso è una città silenziosa e avvolgente.

Il borgo storico, abbracciato al colle di Monforte, si sviluppa a ventaglio lungo le pendici del versante orientale, denso di case e attraversato da stretti vicoli.

Passeggiando verso la cima lo sguardo sfugge verso direzioni sempre diverse, rischiando di perdere dettagli importanti. Per fortuna incontro Paolo Morattini, presidente dell’Associazione Centro Storico, la guida ideale per conoscere la città.

Le sue parole scorrono come fiumi tra le strade, spaziando dalle piazzette ai muri, dagli stemmi decorati alle insegne delle botteghe.

La più bella delle sei porte d’accesso alla città, quella di San Leonardo, mi dice, oggi non esiste più: i resti furono inglobati dalle abitazioni di via Cannavina, che un tempo si chiamava “Strada del Borgo” ed era il luogo di accesso al mercato.

Nel XVI secolo infatti furono situati in prossimità della porta il mercato, la dogana, i fondaci del sale, del tabacco e della farina.

Non è un caso che proprio dietro all’elegante dimora storica di Palazzo Cannavina si faccia largo la graziosa piazzetta “Fondaco della Farina” e che lungo la via, incastonata in uno dei muri di facciata, si trovi la famosa “mezza canna”, esempio dell’unità di misura della dogana.

Attorno a Largo San Leonardo e all’attuale Piazza Gabriele Pepe erano concentrate numerose attività artigianali, come si può dedurre dai nomi delle antiche vie che da qui partivano: Strada delle Concerie (attuale via Marconi), delle Scarperie, degli Orefici, dei Cerari, via dei Fabbri Ferrai (ora Ferrari) un tempo sede di officine dove si lavorava il ferro.

Campobasso, considerato luogo sicuro e ricco di acqua, era diventato un centro di sosta per i pastori che, accompagnati da greggi di migliaia di pecore, raggiungevano la città durante la transumanza.

In quel tempo sorsero le prime importanti macellerie e iniziò l’attività di cesellamento dell’acciaio, introdotto dai Monforte per fini militari, una vera e propria arte che rese Campobasso famosa in tutto il mondo. Cesellare l’acciaio serviva originariamente per alleggerire le armi, solo in seguito si convertì in produzione di attrezzi agricoli, forbici e coltelli, caratterizzati da una minuziosa ed elegante qualità artistica.

Nacque così, nel ‘700, l’arte dell’Acciaio Traforato, oggi patrimonio custodito da pochissimi artigiani. Il Maestro Aldo Perrella è uno di questi.

Quando entro nella bottega mi sorride timidamente, si siede alle postazioni di lavoro, nel suo laboratorio, e inizia a mostrarmi gli strumenti e le tecniche ideate secoli fa che grazie alle sue mani sapienti e precise riescono a trasformare una semplice lastra di acciaio in un’opera d’arte attraverso la “traforatura” del metallo.

Colpi netti seguono linee arabesche disegnate a matita sull’acciaio fino a ottenere eleganti intarsi.

È interessante notare come ancora oggi, lungo le vie del borgo siano sorte o sopravvissute, in controtendenza rispetto a tanti altri capoluoghi italiani, botteghe artigiane, macellerie, caseifici, attività che partecipano da secoli alla vita della città, in grado di raccontare l’animo di una comunità che proprio per questo suo carattere così a misura d’uomo riesce a differenziarsi da qualsiasi altro centro urbano.

Nell’Antico caseificio Monforte Giovanni accenna un sorriso che distende i tratti del volto e racconta: “Qui iniziamo alle 6 della mattina, tutti i giorni. Il latte è portato a ebollizione. Dopo che ha riposato si separa la pasta dal siero che è ribollito. La crema che sale in superficie serve per fare la ricotta” e mi indica decine di cestelli di ricottine messe a riposare. “La pasta invece è rimacinata perché perda l’acidità, poi è lavorata con acqua calda per renderla filante e facile alla lavorazione. Ho iniziato a fare questo lavoro nel 1971, quando il nonno e il bisnonno di Giuseppe, che avevano aperto il caseificio nel 1941, in via Firenze, si sono trasferiti in questo laboratorio”.

Da decenni utilizzano solo latte proveniente da animali allevati nel Matese per produrre scamorza, bocconcini, nodini, trecce, treccione e soprattutto caciocavallo.

Tornando in via Cannavina fate attenzione al bagliore che la mattina esce da un’anonima vetrina bianca. Affacciatevi: Gino vi accoglierà felice di poter parlare delle sue opere, della città, di filosofia e cultura.

È un signore anziano, magro magro ma dalla vivacità frizzante. Lui lavora qui, intagliando il vetro e creando sculture di specchi colorati, ognuna con una storia. Le sue opere non sono in vendita, ma può capitare che vi regali qualche oggetto. “Se li vendessi diventerebbero un lavoro e quando ci sono di mezzo i soldi si perde qualità, si sostituisce l’amore per ciò che si fa con la fretta, l’approssimazione, perché inevitabilmente l’obiettivo diventa il profitto. Io queste opere le faccio per me, perché mi piacciono e mi diverto”.

La stessa passione, a Campobasso, è custodita dietro ogni insegna, nei laboratori artigianali che animano la città.

 

 

 

 

 

 

 

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