Il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, là dove Liguria e Piemonte si incontrano
Quando si pensa al Monferrato, di solito si immaginano colline dalle forme morbide e vitate: così si presenta la zona nominata Patrimonio Unesco, a nord della provincia di Alessandria.
Ma esiste un altro Monferrato, sorprendentemente wild e suggestivo; un luogo dove si incontrano ambienti mediterranei e montani, con borghi, castelli e paesaggi incontaminati.
Siamo nell’Alto Monferrato, nella zona dell’ovadese (la parte a sud della provincia di Alessandria, affascinante per i suoi 19 castelli e nota per il suo vino docg Dolcetto), nell’Appennino a cerniera con la Liguria.
Qui, a un’ora da Torino e Milano e a pochi km da Genova, si trova il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo,
a un’altitudine compresa tra i 335 m. e i 1172 m. della vetta più alta, il Monte delle Figne.
Dal punto di vista amministrativo il Parco ricade interamente nel Piemonte, ma mantiene indissolubili legami storici, culturali e ambientali con l’entroterra ligure, in particolare genovese.
Nasce così un’affascinante contaminazione che si ritrova nell’enogastronomia del luogo, nell’architettura dei borghi e persino nell’accento degli abitanti.
E anche la flora alpina e mediterranea convive spesso con esemplari di piante rare che in primavera offrono fioriture emozionanti, mentre in autunno l’incanto è dato dai colori caldi dei boschi di faggio, castagno e rovere.
Per la fauna, varia e ricchissima, il simbolo dell’area protetta è il biancone, aquila migratrice che nidifica nel Parco.
Paradiso degli amanti della natura e degli sport all’aperto, il Parco delle Capanne dà il meglio di sé dalla primavera all’autunno.
Dal trekking alle escursioni in bicicletta o a cavallo, offre ogni tipo di attività outdoor.
Non mancano le aree picnic e le baite con ristorazione tipica, che rendono il soggiorno perfetto anche per le famiglie con bambini.
Dal punto di vista paesaggistico, da non perdere le perlustrazioni lungo il fiume Gorzente, sin dai tempi dei romani noto per le sue sabbie aurifere, il Lemme, il Piota e lo Stura, tra canyon, pendii e discese.
Magnifiche anche le escursioni ai laghi della Lavagnina e ai laghi del Gorzente, dove l’azzurro delle acque si fonde con quello del cielo, in una dimensione fuori dal tempo.
Il santuario della Bendicta è invece uno struggente luogo di pace nel cuore del Parco, teatro dell’eccidio dell’aprile del 1944 di 147 partigiani, per lo più giovanissimi.