N°. 266 Dicembre/Gennaio

Carissimi lettori, permettetemi di dedicare l’editoriale di questo mese alla tragedia che ha coinvolto la Liguria, terra della quale in questi anni, noi di Itinerari e luoghi abbiamo descritto gli angoli più suggestivi e caratteristici. Oggi è una regione in ginocchio, fiaccata da due eventi che l’hanno segnata gravemente. Il 14 agosto, il crollo del ponte Morandi, che ha causato la morte di 43 persone provocando lo strazio di chi della loro vita faceva parte e di chi vicino alle campate che hanno ceduto, han visto svanire in pochi istanti le proprie case e le proprie attività commerciali, per alcuni versi la loro intera vita. E quando a fatica la città ha cominciato a rimboccarsi le maniche e a rialzare a fatica la testa, leccandosi le ferite, la micidiale ondata di maltempo ha inferto senza pietà un altro duro colpo. E da Levante a Ponente la costa è stata devastata dalla furia del mare.

“La peggiore tempesta degli ultimi 50 anni” ha detto il capo della protezione civile. L’immagine che resterà impressa negli occhi di tutti è quella passeggiata di Rapallo e di Santa Margherita, dove la furia del vento e dell’acqua hanno travolto stabilimenti balneari, locali celeberrimi (il Covo di Nord Est letteralmente sbriciolato), barche e grandi yatch, catapultati, uno sopra l’altro, sulle banchine del porto, sui piccoli tratti di spiaggia, che non ci sono più. Lungomare allagato, ogni tipo di rifiuto sulle strade, danni alla diga del porto e ai pontili a Santa Margherita, pescherecci affondati.

E poi Portofino, uno dei simboli dell’Italia nel mondo, che chissà quando sarà di nuovo raggiungibile: il tratto di strada che tutti hanno percorso almeno una volta, rapiti dalla bellezza del costone a picco sul mare e dell’orizzonte azzurro del mare, non c’è più! Poco importa adesso, di fronte a questa tragedia, attribuire le colpe. Tante, peraltro, e tanti i colpevoli! I nostri occhi registrano immagini che arrivano al cuore e rattristano profondamente.

Ma i liguri, si sa, sono gente “tosta” che difficilmente si fa piegare. Si sono già rimboccati le maniche e a testa bassa avranno la forza di rimettersi in piedi e di ricominciare. Più forti di prima.

…mentre scrivo giungono le notizie del ciclone in Trentino e dei boschi perduti per sempre per il cedimento del terreno a nord, e dell’alluvione in Sicilia, che ha portato via con sé un’intera famiglia. Lo sgomento aumenta, la rabbia ammutolisce. La natura si sta ribellando, speriamo che tutti ne prendano atto e che tutti, anche nel proprio piccolo giardino cominciamo a riconsiderare la “vita” in un’ottica più consapevole. Quella consapevolezza della quale tutti ci riempiamo la bocca ultimamente.

Noi continueremo a raccontare della Liguria, del Trentino, della Sicilia (Palermo è proprio uno degli Itinerari di questo numero) e di tutte le infinite ricchezze che la nostra Italia regala; nel nostro piccolo un modo di sostenere la ripresa e proteggere la memoria.

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