Luogo di ispirazione per grandi fotografi e viaggiatori, ispirati dagli aspetti naturalistici e umani di un territorio magico

di Pasquale Caranfa

Il 19 ottobre 1957 Mario Giacomelli scattò la foto “Il bambino di Scanno”, esposta oggi al Moma di New York.

Così scriveva l’autore dopo la visita:

“Scanno è un paese da favola, di gente semplice, dove è bello il contrasto tra mucche, galline e persone; tra strade bianche e figure nere, tra bianche mura e neri mantelli.

Ho cercato di fermare alcune di quelle immagini per dare anche agli altri l’emozione che ho provato di fronte ad un mondo ancora intatto e spontaneo”.

Già allora il paese era luogo di culto della fotografia, per l’aura magica, fuori dal tempo, che si respirava in questo presepe di pietra, abitato da figure nere, operose e riservate, figlie, mogli e madri di pastori transumanti e poi di emigranti.

Giacomelli e l’amico Tortelli ripercorrevano i passi di altri grandi fotografi che avevano fatto di Scanno una tappa imprescindibile del loro Grand Tour per immagini.

Dalla tedesca Hilde Lotz-Bauer, negli anni ’30, fino al più grande, Henri Cartier-Bresson, nel 1951, che qui aveva scattato quella che lui stesso definì “la foto perfetta”.

Destinazione umana per viaggiatori romantici

Da allora fotografi famosi e semplici amatori, di ogni nazionalità, continuano a svolgere un pellegrinaggio rituale, per “interpretare” le stesse immagini, prive delle silenziose e operose figure nere che caratterizzavano il paese fino a 30 o 40 anni fa, ma ancora intrise della stessa aura magica del borgo, della natura, persino dei profumi di un’ambiente incontaminato, di montagne e boschi popolati delle specie più rare, dove orsi e lupi convivono da millenni insieme agli armentari, un tempo produttori della lana che arricchì il paese, oggi rinomatissimi produttori di formaggi, venduti nel mondo su internet.

Gli emigranti divennero, nel secondo dopoguerra, imprenditori turistici e oggi Scanno è meta di viaggiatori esigenti, alla ricerca di aria pura, prodotti e servizi di qualità, grazie ad alberghi, B&B, agriturismi, campeggi, maneggi, sentieri attrezzati, sci e pesca sportiva.

Il lago di sbarramento naturale più grande d’Italia, immerso in una natura selvaggia, ricchissimo di molte specie ittiche, amatissimo dai romantici, che percorrono numerosi il “sentiero del cuore”, per fotografarne la forma fascinosa.

Nel borgo, fra gli innumerevoli scorci, archi e scalinate, le 14 chiese, il Museo della lana e dell’arte sacra, botteghe artigiane che conservano l’antica maestria della filigrana e dei merletti al tombolo, il visitatore trascorre le tranquille serate, prima di godere della ricca e genuina gastronomia, fatta di prodotti locali e di ricette che vanno dagli antipasti ai dolci della tradizione.

Tradizioni secolari

Il secolare isolamento ha favorito la conservazione di molte tradizioni, religiose e laiche, che si svolgono lungo le varie stagioni.

Tradizioni “vissute” dai giovani e dai meno giovani locali.

Ne citiamo solo tre “laiche”: le “Chezette (calzette)”, del 5 gennaio, il “Catenaccio”, del 14 agosto e le “Glorie” di San Martino, del 10 novembre.

La notte del 5 gennaio, spesso sotto le bufere di neve, i vicoli dell’antico borgo diventano scenario di divertenti serenate in dialetto, che gruppi di cantori, con le tradizionali cappe di panno, intonano sotto le finestre delle innamorate.

Il “Catenacce”(catenaccio), che simboleggia il legame indissolubile del matrimonio, rievoca, ogni 14 agosto, il corteo nunziale, che accompagnava gli sposi il giorno del matrimonio.

Il 10 di Novembre, la sera che precede la festa di San Martino, a Scanno si rinnova un rito del capodanno contadino, con forti significati iniziatici per i giovani partecipanti delle contrade del paese.

Tre enormi falò, costruiti in mesi di lavoro dai giovani, illuminano a giorno i colli, creando un clima suggestivo, con grande partecipazione dei locali e dei turisti.

Per completare un’esperienza di vacanza unica, arricchita dall’ospitalità tradizionale abruzzese, una visita a Frattura, che domina il lago, con l’antico borgo distrutto dai terremoti e ai paesi vicini, come Villalago, Anversa e Cocullo, dove il primo maggio si svolge la processione di San Domenico, con i serpenti che avvolgono la statua.

Per info e contatti:

  • Comune di Scanno
    tel. 0864.74545
    www.comune.scanno.aq.it
  • I.A.T. di Scanno (Ufficio del Turismo)
    tel. 0864.74317
  • Associazione Culturale La Foce
    rif. Pasquale Caranfa
    cell. 335.7712104
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