Erica Balduzzi è di Bergamo.

Ha 34 anni, ama le montagne e adora scrivere di luoghi isolati, dimenticati. Di paesi fantasma e di storie lontane, di tempi andati e persone che vivono ancora legate alle arti, ai mestieri e alle tradizioni di territori di un’Italia minore, selvaggia. Vera.

Erica è una delle firme di Itinerari e Luoghi, con cui ha avviato una collaborazione da poco più di un anno, con grazia e sensibilità.

In realtà ho iniziato questa attività come giornalista di cronaca all’Eco di Bergamo. Ma a me piace raccontare, approfondire e la cronaca mi lasciava un senso di incompiuto incredibile”.

Da qui la decisione di passare al No Profit e, visto che ad Erica non piacciono le cose scontate, si è occupata di contrasto alle mafie, seguendo progetti antiusura. “Dopo alcuni anni mi sono ritrovata con un peso importante nel cuore – ci racconta Erica – mi portavo a casa situazioni, vissuti, esperienze assurde e non ce la facevo più a reggere quella vita”.

Un altro cambio. Un’altra sfida si e resa indispensabile.

La sua curiosità e le sue passioni l’hanno condotta al giornalismo di viaggio. “Sto lavorando con DooG Reporter (https://doogreporter.com/https://doogreporter.com/candele-nella-roccia/) e, da poco più di un anno, con Enrico Caracciolo per le pagine di questa rivista davvero speciale che amo molto”.

Perché?

Perché mi permette di realizzare quello che è il mio vero sogno, che poi coincide con una mia esigenza interiore, ovvero raccontare storie di luoghi e di genti che possano restare nel tempo, che non svaniscano, che rivelino il rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive. Storie che non svaniscono”.

Cosa ti piace raccontare?

Io sono una creatura di montagna. Cerco altezze e prospettive più ampie. Cammino e mi perdo alla scoperta di valli e paesi nascosti, isolati, carichi di tracce del passato, di vite vissute, memorie e testimonianze del passaggio della storia. Io cerco le persone prima di tutto. Quando arrivo in un posto nuovo mi siedo al bar e inizio a chiacchierare. Parlo con tutti e mi faccio svelare i segreti di dove del posto. Mi piacciono le persone vere, i luoghi che parlano attraverso le genti. Sto sempre lontana dai periodi di maggior flusso turistico perché le persone sono meglio disposte a passare del tempo con me”, ci racconta Erica.

Che luoghi hai amato fino ad oggi?

L’Irlanda, perché è un Paese di cui amo lo spirito e il vento. La Grecia. Creta in particolare: terra antica, fiera, bellissima. In cui ho potuto cogliere nelle sue genti molta nostalgia. Di quel che era e di quel che è adesso. Ma la montagna resta nel mio cuore”.

Erica ci parla di un posto in particolare. Della Valle Argentina, che si snoda per 35 chilometri, tra Arma di Taggia e il Monte Saccarello, passando dal clima mite del Mediterraneo a quello alpino.

Una valle selvaggia, spopolata. Ci sono frazioni che contano 7 persone! Qui sorge Triora, il paese delle streghe che ha visto celebrare il primo vero processo per stregoneria ancor prima di Salem”.

Una passione profonda per la montagna che ha portato Erica a dare vita a Montanarium bellissimo blog che racconta di storie di montagna “Storie di vita, di mestieri, di tradizioni. Ma anche di imprenditoria, di sviluppo sostenibile, di nuove prospettive: Montanarium vuole raccogliere le voci dei montanari, le loro parole, la loro visione di vita. Voglio dare la parola a chi la montagna la vive e la tiene viva quotidianamente, scontrandosi con potenzialità e criticità della vita in luoghi impervi. Un racconto corale di memoria e di ricordi, ma anche di idee e di prospettive per il futuro delle terre alte…”.

Erica ci saluta e noi non possiamo che aspettare con curiosità la pubblicazione dei suoi prossimi articoli sulle pagine della nostra rivista, certi che ci porteranno laddove non avremmo mai sognato di arrivare. Di salire.

a.m.

 

 

 

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