L’alta Valle Argentina e la Terra Brigasca sono uno dei territori più alpestri e selvaggi della Liguria. Sono considerate un paradiso del trekking, grazie alla fitta rete di sentieri del CAI ben segnalati e al passaggio di tratte anche di lunga percorrenza, come l’Alta Via dei Monti Liguri e la Via del Sale. Con questo itinerario proponiamo un percorso facile e piacevole, dedicato specificatamente alla scoperta dei borghi e delle radici brigasche dell’area.

Alla scoperta della Terra Brigasca ligure

L’itinerario prende il via da Verdeggia, piccola borgata posta ai piedi del Monte Saccarello, in Alta Valle Argentina. Più che “da vedere”, c’è molto da vivere in questo minuscolo paese pietroso, a cominciare dalla calma dei carugi e dalla bellezza del panorama. Curiosiamo nell’abitato dopo una bella colazione al bar-ristorante Il Ritrovo degli Amici, e concediamoci il tempo per visitare anche la Ca’ de Vitoriu (casa-museo che ricostruisce gli ambienti quotidiani di vita e di lavoro della comunità brigasca), oltre che il forno comunitario posto all’imbocco del paese.

Spostiamoci poi in auto a Realdo, detto anche Ca’ da Roca, altra suggestiva frazione del comune di Triora (IM) caratterizzata da una posizione spettacolare, aggrappata com’è sull’orlo di una falesia rocciosa di alcune centinaia di metri. Possiamo lasciare qui l’auto, e girare tra gli stretti carugi a piedi, apprezzando gli scorci caratteristici e romantici. Il paese mantiene i tratti caratteristici dell’architettura rurale antica. Tre le strade – o carugi – principali: Er Carùgë, Ër Carùg dë mégë ed Ër Carùgë Sutàn, quest’ultimo fiancheggiato dagli orti posti sul limitare della falesia. Interessante anche Ër Carùgë di Ebréu (attuale via Rogli), che ospita una vecchia casa-palazzo in passato abitata da ebrei (commercianti di lana). Merita ovviamente una visita il museo A Ca’ di Brigaschi, con testimonianze documentali sulla comunità brigasca franco-ligure-piemontese, ma meglio contattare in anticipo per organizzare la visita!

Borgate rurali brigasche

Realdo è molto piccolo, quindi lo si visita piuttosto in fretta. Una volta concluso il tour nell’abitato, ci dirigiamo a piedi verso la borgata di Borniga. Il sentiero prende il via a ridosso del torrente, a monte dell’abitato di Realdo, laddove finiscono le case: superiamo un ponticciolo in legno e seguiamo il tracciato, ben visibile e in leggera salita, all’interno di un bosco verdeggiante e suggestivo. Dopo una cappella votiva dedicata a San Francesco, il sentiero si fa più ripido e si ricollega – in circa tre quarti d’ora di cammino – alla carrozzabile tra Realdo e La Brigue.

Alla vostra destra ecco le case della minuscola frazione di Craviti! Borniga invece è situata alla nostra sinistra: la raggiungiamo in dieci minuti di cammino lungo la strada. La borgata è considerata la principale tra le borgate realdesi ed è chiamata “la terrazza sulla Valle Argentina” in virtù della posizione panoramica alle pendici del Monte Saccarello. Situata su un poggio soleggiato, ha mantenuto intatta l’atmosfera di un tempo, con le caratteristiche architettoniche rurali dell’area brigasca. Oggi il borgo si ripopola principalmente nei mesi estivi, mentre in passato la popolazione era stabile e praticava la pastorizia e la coltura di patate e cereali, come testimoniano le “fasce” – cioè i terrazzamenti – sui pendii tutt’attorno. Torniamo poi a Realdo lungo il medesimo sentiero, giusto in tempo per un buon pranzo tipico presso l’Osteria Dësgenà, l’unico punto di ristoro del paese.

Verso la terra francese

A questo punto possiamo rimetterci in macchina e dirigerci oltreconfine, verso il capoluogo della Terra Brigasca, cioè l’ormai francese La Brigue. La strada da Realdo sale di quota, tocca alcune piccole borgate rurali (come Craviti, Borniga, l’Abenin), passa dall’asfalto allo sterrato (ma è comunque sempre ben percorribile) e arriva infine alla Bassa di Sanson (1705 metri slm). Qui passa il confine tra i due Stati. Noi dovremo imboccare la strada sterrata che scende sulla destra, tra boschi di conifere e splendidi panorami alpini. Prima di arrivare a La Brigue, comunque, facciamo un pit stop presso la “piccola Cappella Sistina delle Alpi”, il santuario di Notre Dame des Fontaines, tutta internamente affrescata.

Il paese di La Brigue, in passato Briga Marittima, oggi è interamente francese e la sua eredità italiana e piemontese si nota solo nel centro storico, dove è ancora visibile un cartello in lingua italiana. Caratterizzato da viuzze strette, porticati e architravi in ardesia decorata e intagliata, a La Brigue meritano una visita l’austera Collégiale Saint Martin (l’edificio religioso principale del paese) e il Museo del Patrimonio e delle Tradizioni Brigasche. A questo punto possiamo tornare in Liguria, oppure dedicarci alla scoperta della Val del Roja: a noi la scelta!

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