Torna a Surriento

Vide ‘o mare quant’è bello!
Spira tantu sentimento,
comme tu a chi tiene mente,
ca scetato ‘o faie sunnà.
Che tesoro tene ‘nfunno;
chi ha girato tutto ‘o munno
nun l’ha visto comm’a ccà.

La penisola “dalle linee e dai contorni irreprensibili è una terra di sobrietà classica, di calcare, di mare azzurro”, così come apparve a Norman Douglas nel periodo in cui visse in questi luoghi. Un viaggio nella terra delle sirene promette emozioni lungo un percorso che tocca i sentimenti attraverso atmosfere impregnate di poesia. Il presente è ancorato a storie intrise di romanticismo, vedute che tolgono il fiato e regalano sogni raramente slegati dal tema dell’amore.
Alla fine dell’Ottocento Leone Tolstoj scriveva che “Sorrento è il paese di una pace infinita”. Lo stesso tono ritorna nelle parole di Matilde Serao che considerava Sorrento “il paese della bellezza indicibile, della poesia profonda, del fascino voluttuoso e pur sereno”. Sorrento si distende su un imponente zoccolo di tufo che precipita verso il mare. È curioso pensare che i bagnanti raggiungano la spiaggia in comodi ascensori; molti alberghi infatti sono collegati verticalmente con le calette che si nascondono sotto la falesia.

Marina Grande, Sorrento (NA), Penisola Sorrentina.

Luogo di potenti ispirazioni

Se è vero che i versi di una poesia e le note di una canzone hanno il potere di rendere eterni luoghi e persone, Sorrento e la sua Penisola possono essere considerati luoghi infiniti, senza tempo. “Torna a Surriento” è forse la canzone più famosa. In pochi lo sanno ma parole e musica di questo capolavoro che ha portato l’anima di Sorrento in tutto il mondo attraverso le voci gloriose di Caruso e Gigli, Pavarotti, Carreras e Domingo, Murolo e Venturini, Dalla e Bo- celli, Sinatra e Presley, sono il frutto di un lavoro a più mani.

Marina Grande, Sorrento (NA), Penisola Sorrentina.

Nel 1873 fu composta dal poeta e musicista di Meta di Sorrento Camillo Paturzo, in occasione della visita a Sorrento della Zarina di Russia. Nel 1902 il sindaco di allora, Guglielmo Tramontano, chiese a Giambattista De Curtis di comporre una melodia in onore di Giuseppe Zanardelli, Presidente del Consiglio dei Ministri in visita a Sorrento. Il poeta, con l’aiuto del fratello Ernesto, aggiunse due quartine alla canzone. La storia romanzata vuole che l’obiettivo del sindaco di Sorrento fosse quello di celebrare l’illustre ospite per ottenere in cambio l’apertura di un ufficio postale, ma in realtà non fu così.

Bagli della Regina Giovanna, Villa romana di Pollio Felice (I sec), Sorrento (NA), Penisola Sorrentina.

Terra di sirene

La leggenda individua nella penisola di Sorrento il luogo delle Sirene che con il loro ammaliante canto attiravano improvvidi marinai. La realtà invece ci restituisce storie di uomini ispirati, capaci di esprimere la propria genialità con mani semplici e creative. La lavorazione del legno è di casa a Sorrento. In particolare, sono circa duecento anni che nella cittadina della Penisola artisti e artigiani svolgono l’opera tanto raffinata quanto difficile d’intarsiare il legno. L’arte della tarsia lignea ha vissuto il suo momento di massimo splendore all’inizio dell’’800 e consiste nella raffigurazione di paesaggi, nature morte, ritratti e decori, utilizzando sottilissime lamine di legno di diversi colori e tonalità, alternate con altri materiali come madreperla e avorio.

Delizia al limone, Ristorante “O’ Parrucchiano”, Sorrento (NA), Penisola Sorrentina.

Il centro storico (via San Nicola e via dell’Accademia) ospita dai primi dell’’800 le botteghe artigiane dedite alla tarsia; oggi è rimasto ben poco rispetto a qualche decennio fa per i problemi economici che hanno costretto molti artigiani a chiuder bottega. Nobili testimonianze del passato sono conservate nel Museo Correale dove si può ammirare la collezione Saltovar. Il compito di recuperare e rilanciare questo enorme patrimonio culturale è svolto oggi dall’Istituto Statale d’Arte, dove l’insegnamento dell’intarsio ligneo costituisce una delle attività principali.

Luigi Landolfi, Tarsia del legno, Sorrento (NA), Penisola Sorrentina.

L’Hotel Mediterraneo per un soggiorno “stellato”


L’hotel Mediterraneo ha una lunga tradizione di ospitalità e una storia che risale a oltre 100 anni fa. Costruito nel 1912 come residenza privata, fu trasformato in hotel più di 60 anni fa da Antonietta Lauro (sorella dell’armatore), “nonna Etta”, bisnonna e nonna di chi attualmente gestisce l’hotel. Nascosta nelle antiche fondamenta di tufo, la spa dell’Hotel Mediterraneo Sorrento è un’oasi di relax, illuminata da luce naturale di giorno e da una suggestiva volta stellata di sera. I Signature rituals sono il punto di forza, per intraprendere un meraviglioso viaggio tra le essenze della terra campana. Il trattamento di punta prende il nome della spa “Le Pietre Ritual” che, come suggerisce il nome, utilizza le pietre sia basaltiche vulcaniche che conservano più a lungo il calore, sia le pietre provenienti dal nostro mare che conservano il freddo!!! Un’esperienza che coinvolge in modo armonioso fisico e mente: il sale per purificare e le pietre per riequilibrare. La ristorazione è declinata in diversi modi per dare agli ospiti esperienze molto differenti nel segno della qualità. La ricerca dell’Executive Chef Giuseppe Saccone, che ha vinto negli ultimi tre anni il premio 100 Chef Awards, è volta a esaltare le eccellenze campane con ricette tradizionali interpretate in chiave contemporanea ed è fondamentale l’utilizzo di prodotti DOP. Il ristorante Vesuvio Roof, un luogo elegante, raffinato e romantico con un’incredibile vista sul Golfo di Napoli, sulle isole e naturalmente sul Vulcano. L’Aqua Pool Lounge: grill & pizza bar aperto a pranzo; il Vista Sky Bar con un panorama mozzafiato, è il roof-top bar dell’Hotel Mediterraneo Sorrento. Aperto nel 2015 da subito è diventato una realtà di riferimento per gli splendidi tramonti e le serate musicali in Penisola Sorrentina.
Info: Hotel Mediterraneo, corso Marion Crawford 85, Sant’Agnello (NA); tel. 081.8781352, www.mediterraneosorrento.com

Villa Marina di Capri


Calette, spiagge e rocce, sentieri e belvedere, vicoli giardini e piazzette. Tutto questo, e ancora di più, è Capri, un’isola che ormai è un a vera e propria icona nel mondo. Per ammirare lo spettacolo della natura e del mare e per assaporare niente di meglio di un soggiorno nell’hotel Villa Marina, un boutique hotel 5 stelle dove lusso vuol dire natura, cultura, libertà. L’ispirazione viene dalla Capri di inizio Novecento, una Capri letteraria, artistica, coraggiosa, edonista, inedita e unica nelle sue manifestazioni. Dalla passione di quel periodo è nata la volontà di dedicare ogni camera a un personaggio che caratterizzò l’isola di quel tempo. La villa è un’oasi in stile mediterraneo dove i colori esaltano la natura e ogni dettaglio è pensato e realizzato per conferire ai vari ambienti atmosfera e personalità. La cucina del ristorante Ziqù, fondata sulla tradizione, esalta i sapori e gli aromi locali con il tocco innovativo e creativo dello chef Manuele Cattaruzza. Ogni piatto unisce le ricette della tradizione mediterranea alle emozioni, alla storia e alla sperimentazione e diventa un’esperienza indimenticabile per il palato e per la vista.
Info: Villa Marina Capri, via Prov. Marina Grande 191, Capri (NA); tel. 081.8376630, www.villamarinacapri.com

 

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