In Garfagnana la Toscana sfida la forza di gravità, protegge come figli uomini forti, offre strade e sentieri che penetrano nell’anima di una terra che si manifesta con l’energia della natura. Un’autentica ‘isola’ verde attraversata dal fiume Serchio questa valle, vicina ad importanti centri storici e città d’arte come Lucca, Pisa, Firenze ed alla vivace Versilia, è rimasta isolata, vivendo quasi una propria storia che ha lasciato segni indelebili sul territorio.

Corone rocciose, mura, frontiere naturali (Alpi Apuane ad ovest e Appennino a est), blindano la valle come un eldorado della natura, anche dalle storiche vie di accesso che hanno osato sfidare le montagna, come la Clodia tra la Lunigiana e Roma, la Lucente tra Pescaglia e Camaiore o la settecentesca Via Vandelli, che da Modena portava a Massa, attraversando arditamente le Apuane al Passo della Tambura. Quest’ultima fu costruita su incarico del duca di Modena Francesco d’Este. L’abate, cartografo, geografo e naturalista Vandelli progettò e fece realizzare tra il 1738 e il 1751 l’ardita strada, per unire Pievepelago e l’entroterra con Massa e la costa tirrenica, attraversando Appennino e Apuane, senza mai uscire dai confini del Ducato. L’avveniristico progetto stradale, prese la linea guida dal tracciato di polvere di gesso che fuori usciva dal sacco appositamente bucato, posto sul d’orso di un asino ‘costretto’ a rintracciare una via di passaggio tra le vertiginose pareti delle Alpi Apuane.

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La grande foresta

La Garfagnana è una sconfinata foresta con l’estensione boschiva per provincia più fitta della Toscana, un polmone inesauribile di freschezza. Saggezza e intraprendenza, donano pregio a questi boschi, dove il castagno importato e impiantato nei secoli si spinge sino ai 1000 metri e dove oltre sino quasi ai 2000 metri il faggio regna incontrastato. Un’autentica foresta dopo tutto non lontana dal mare e sapientemente attraversata da carrabili che consentono ora una appropriata fruibilità del territorio. In questa immensa massa verde compaiono, quasi all’improvviso, arroccati su alture, adagiati sugli altopiani che digradano verso il fiume oppure a strapiombo su vertiginose pareti rocciose, i numerosi piccoli borghi di pietra che caratterizzano la valle. In questo piccolo mondo il tempo scorre più lento e tutto sembra più umano, ad iniziare dalle relazioni che sono rimaste autentiche e armoniose.

Isolati un poco da tutti i territori confinanti, i garfagnini sono stati per secoli, contadini, pastori, boscaioli, cavatori; e oggi dopo la forte migrazione tra le due guerre, si è nuovamente radicata una società industriosa: prevalentemente operai, artigiani, impiegati e commercianti che, anche in tempi di globalizzazione, continuano a conservare vive le loro radici e i valori di un tempo.

La cultura della castagna

La capacità di adattamento e la creatività dei garfagnini, sempre in sintonia con l’ambiente severo e al tempo stesso ospitale di Apuane e Appennino, hanno creato le condizioni per dare vita a tradizioni gastronomiche decisamente identitarie. In cucina questa eredità è ancora viva, e costituisce lo specchio di gente abituata al lavoro, bisognosa di sostanza più che estetica, tipica dell’alimentazione di montagna. La castagna è stata alla base della catena alimentare e ha costituito il cibo principale per intere generazioni assicurando nutrimento anche quando i le condizioni di vita richiedevano grossi sacrifici. Ecco allora la “polenta di neccio”, come si chiama qui la farina di castagne, ora con marchio DOP, spesso accompagnata con gli “ossi di maiale” o le “tullore” (castagne secche bollite nel latte). Le carni sono sostanzialmente quelle di maiale o degli altri animali da cortile, ma anche le trote, famose già al tempo dei Medici, come la fulva vacca garfagnina, compaiono spesso sulla tavola.

Noti e custoditi con orgoglio nei vivai della forestale di stato e dei privati, ci sono gli antichi sementi del farro garfagnino che, oggi garantito dal marchio di Indicazione Geografica Protetta è usato nelle minestre, nelle torte salate e nei “farotti”. C’è ancora la polenta di granturco o come la chiamano qua “di formenton otto file”, i fagioli giallorini, e i dolci, semplici e ancora di farina castagne il “castagnaccio e i necci”. Più elaborata, quasi una ricetta che ogni massaia tiene segreta, quella della “pasimata”, tipico dolce del periodo pasquale.

Vacanze attive ma anche esperienze indimenticabili per viaggiatori buongustai sono motivi d’ispirazione per un viaggio in Garfagnana che rimarrà un punto di riferimento per chi ama i luoghi autentici.


TERRA DI BRIGANTI

I briganti della Garfagnana, complice un territorio vasto e impenetrabile e l’obbligo di passaggio tra l’entroterra e la costa, ha reso per secoli pericolosa tutta la val di Serchio.  Non di rado sino a tutto il secolo XIX sui percorsi di fondovalle come quelli a mezza costa, in Garfagnana si registravano ‘attacchi’ alle carovane di merci che venivano derubati da bande di briganti. Apparivano all’improvviso dalla fitta boscaglia dove si rifugiavano subito dopo il furto. Non c’era violenza, ma piuttosto tanto chiasso per disorientare i malcapitati, agire fulmineamente e sparire. Leggende narrano di azioni alla Robin Hood, cosi come trasporti blindati con scorte armate dal Medioevo sino agli ultimi episodi. E questo spirito è diventato eroico durante l’occupazione dell’esercito tedesco nella Seconda Guerra mondiale.

IL PAESE SOMMERSO

Nel 2021 il lago di Vagli, bacino artificiale nel cuore dell’Alta Garfagnana, in provincia di Lucca, sarà svuotato. E dall’acqua riaffioreranno le vecchie rovine di Fabbriche di Careggine, il ‘paese fantasma’ costruito in epoca medievale e sepolto sotto decine di metri d’acqua. In origine borgo di fabbri provenienti da Brescia, che lavoravano il ferro estratto dal Monte Tambura, tra il 1947 e il 1953, dopo il completamento della costruzione di una diga alta 92 metri, la zona fu evacuata e sommersa dalle acque del torrente Edron. In questi decenni la diga, di proprietà dell’Enel, è stata liberata dall’acqua quattro volte per lavori di manutenzione, a intervalli di 10 anni. Così l’antica Fabbriche di Careggine è riemersa ogni volta per qualche mese. Nel 2021, a 27 anni dall’ultimo svuotamento avvenuto nel 1994 (evento che attirò nel paesino della Toscana un milione di turisti) l’operazione si ripeterà.

DA NON PERDERE

La Garfagnana ha una morfologia molto movimentata che ha generato una civiltà eclettica. Le differenti altitudini come esposizioni ai cardini terrestri, hanno causato forme di adattamento sia per uomini che animali, molto diversificati tra di loro. Turisti e viaggiatori trovano in questo territorio una dimensione estremamente varia in cui si integrano passato e futuro, relax e avventura, arte, cultura e buona cucina. Il filo conduttore è l’armonia con un ambiente di grandi suggestioni. Ecco alcuni spunti che possono ispirare esperienze di grande valore:

Per gli amanti della vacanza attiva e l’adrenalina ecco i punti di riferimento:

INFO UTILI 

Dove dormire

  • Albergo-ristorante “Ai Canipai”, via Roma, San Romano in Garfagnana; tel. 0583.392083, www.aicaipai.com: struttura versatile, pratica e comoda; buon rapporto qualità prezzo; 13 camere, ristorante, piscina scoperta riscaldata.
  • Agriturismo “Ai Frati”, località Ai Frati 19/A, Pieve Fosciana; tel. 392.4189497: ambientato nel quattrocentesco convento di San Francesco; 5 appartamenti e una camera doppia, piscina; in bellissima posizione.
  • Villa Bertagni, via del Colletto 5, località Torrite, Castelnuovo di Garfagnana; tel. 0583.641326, 345.4588526, www.villabertagni.it: villa storica del ‘500; eleganza e buon gusto.

Dove mangiare

  • L’Antica Norcineria Bellandi, via Rinascimento 6, Ghivizzano – Coreglia; tel. 0583.77008, www.anticanorcineria.it: ristorazione speciale curata da una famiglia di norcini; paradiso del prosciutto Bazzone, presidio Slow Food.
  • Trattoria Marchetti, via Fulvio Testi 10, Castelnuovo di Garfagnana; tel. 0583.639157: cucina casalinga nel segno della tradizione garfagnina.
  • Ristorante Col d’Arciana, località Col D’Arciana 59/bis, Castiglione di Garfagnana; tel. 0583.649060: cucina tipica, specialità locali.

Con Naturaviaggi

Splendide le proposte di Naturaviaggi, punto di riferimento per organizzare vacanze attive in Garfagnana. Tra le proposte un’idea di turismo attivo all’insegna del benessere soggiornando in agriturismo dove i contenuti e le attività naturalistiche, si susseguono in piena armonia con programmi costruiti su misura: relax, sport, gastronomia, arte, cultura e una guida ambientale a disposizione per le escursioni. E poi per gli amanti del turismo sportivo il più bel trekking di montagna della Toscana con la traversata integrale delle Alpi Apuane, tra cielo e mare: uno splendido viaggio a piedi di 5 giorni completo di servizi come una guida ambientale escursionistica, pensione completa in tenda presso i rifugi, assicurazione medica e bagagli, transfer e rientro a fine trekking. Per informazioni e condizioni scaricare il coupon con il buono sconto di 50 euro.

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