Racconta l’anima di questi luoghi dagli anni ’20 a oggi.

Nel parco di Villa Chigi un inaspettato uliveto circondato da palazzi, cani e padroni. A novembre non posso fare a meno di raccogliere le olive rimaste e imbarattolarle in salamoia.

E poi Villa Ada, misteriosa, selvaggia.

Luogo prediletto per dedicarmi all’arte dell’acquarello con Giovanni mio amico e stimato maestro. Ricca di angoli sconosciuti ai più, con sentieri labirintici nei boschi, bunker, capanne in legno dove si trovano libri di ogni tipo da leggere lì o altrove, luogo di incontri con personaggi che la conoscono in fondo all’anima.

C’è anche una sequoia ma nessuno lo sa. E molti fabbricati in stato d’abbandono che raccontano segrete storie. C’è pure un uomo che vive da molto tempo in una tenda/capanna circondato da una fitta vegetazione e rete metallica.

A pochi passi, attraversando via Salaria, La Casa del Cremolato (più conosciuta come De Angelis) che ha superato i 50 anni: un’istituzione, una delizia per il palato. Quello di fichi è il mio preferito. A piazza Vescovio il più bel portone anni ‘50 con mosaici persino sulle maniglie.

E la libreria Eli in Viale Somalia?

Incontri, mostre ed eventi interessantissimi in un quadro che ricorda locali underground newyorkesi. Per me una famiglia. Dimenticavo Cavalletti in via Nemorense con il suo leggendario millefoglie che si racconta venga inviato periodicamente ai Reali inglesi. E i mitici tortellini di Gatti proprio lì a fianco.

E poi Romana, la mia amica polacca con il suo buchetto tutto bio e tutto fresco in via Montebuono, dove passo lunghi momenti in chiacchiere mentre svuoto il negozio.

Elisabetta Caracciolo

 

UNO SPAZIO PER VOI

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