Situazione neve nelle dolomiti: com’è andato l’inverno?

L’arrivo della primavera porta con sé l’aspettativa di temperature più miti e giornate più lunghe, ma il 2023 ci sta dando i segnali per avvisarci che forse quest’estate sarà decisamente molto meno sopportabile delle scorse. Le temperature sembrano essere già molto alte a Marzo, considerando la media nazionale. La situazione delle Dolomiti ha già attratto molta attenzione durante il periodo invernale, dove la scarsità di piogge ha reso la problematica ancora più critica. Ma perché le Dolomiti sono così importanti per capire il clima e perché dovremmo preoccuparci se non nevica abbastanza e, di conseguenza, non piove sufficientemente? In questo articolo proveremo a spiegare in maniera semplice le questioni appena poste e analizzeremo l’effetto della siccità invernale sulle temperature estive.

Le piogge, la neve e la siccità: un ciclo unito

Le piogge invernali sono fondamentali per la formazione della neve. Quando le
temperature sono sufficientemente basse, come sappiamo l’acqua piovana si congela e si trasforma in neve. Tuttavia, se la stagione invernale è caratterizzata da una scarsità di piogge, va da sè che la formazione di neve diventa difficoltosa, creando una serie di problemi molto ampia, fra cui le ovvie difficoltà del mantenimento degli impianti sciistici. Quello che accade a livello meteorologico è che le temperature non si abbassano mai come conseguenza dell’assenza di neve, perché l’aria non viene mai “asciugata” e ripulita da piogge e nevicate, che appunto assorbono l’umidità dell’aria per verificarsi. Infatti una delle basi per cui ci si può aspettare una nevicata è quando l’aria è particolarmente asciutta, condizionale ideale appunto affinché le gocce di pioggia si trasformino in fiocchi di neve. Se la temperatura non si abbassa sufficientemente, però, può essere anche possibile che la neve scenda, ma non rimanga a terra, in quanto si scioglierebbe velocemente, non avendo la possibilità di accumularsi in modo adeguato. In questo caso si parla del fenomeno come di “siccità invernale”.
Il fenomeno della siccità in inverno non è però soltanto legato alla stagione, perché influisce sul clima di tutto il resto dell’anno, comprese le temperature estive. In assenza di una buona quantità di neve, il terreno si asciuga molto velocemente e una volta che la stagione estiva inizia, la mancanza di umidità nel terreno aumenta la temperatura dell’aria. Questo, ovviamente, rende l’estate molto più calda di quanto dovrebbe essere, ripercuotendosi su tutto: corsi d’acqua, piante, animali e persone. Ne abbiamo visto un esempio durante il 2000 e il 2001, dove la siccità invernale si è ripercossa sulla totale o quasi mancanza di piogge in estate, specialmente sulle regioni del sud Italia.

La situazione delle Dolomiti del 2023, ad esempio, è abbastanza preoccupante. Le
temperature elevate di quest’inverno hanno reso la formazione di neve difficoltosa, a cui si è aggiunta una scarsità di nevicate, di fatto insufficienti per accumulare uno strato adeguato di neve. Se però il danno appare inizialmente solo quello puramente economico, con gli impianti sciistici fermi per molto più tempo del dovuto, sono le conseguenze climatiche che devono farci preoccupare. Dopotutto le Dolomiti sono un patrimonio dell’UNESCO, considerate una delle zone più affascinanti ed emblematiche delle Alpi, quindi il turismo invernale è davvero elevato e un ritardo nell’avvio della stagione porta con sé molti problemi, ma non ci sono di certo solo quelli.
Senza una copertura nevosa adeguata sulle montagne, il suolo si riscalda più
rapidamente, aumentando la temperatura dell’aria circostante. Questo in pratica si traduce in una maggiore evaporazione dell’acqua dai fiumi e dai laghi della zona, che a loro volta possono essere colpiti da una riduzione dei livelli di acqua e portare alla siccità estiva.

Che dire poi della flora montana? La mancanza di neve e l’effetto sulla temperatura
circostante sono uno stress per tutti. Molte piante delle Dolomiti hanno adattato il loro ciclo di crescita alle stagioni e il cambiamento repentino di queste temperature influisce sulla loro fioritura e crescita.

Photo by Erik Rosner on Unsplash

E per il futuro?

Quest’anno, in alcune zone la quantità di neve, grazie alle nevicate abbondanti di fine inverno, si sono rese sufficienti per mantenere gli impianti sciistici aperti, mentre in altre la situazione è stata molto meno favorevole. Questo si traduce in tutti quegli effetti climatici che abbiamo spiegato finora, ma anche in un’assenza di attività per gli appassionati di sci, che hanno dovuto scegliere con attenzione la loro destinazione o, in alternativa, trovare altro da fare.

Certo, è ovvio che anche senza neve esistano alternative, dopotutto i giri di trekking più famosi, i percorsi per mountain bike e tutto il resto rimane a disposizione, persino aggiungendo le attività più “casalinghe”, come passare del tempo online in compagnia di amici, facendo una partita a qualche videogioco o facendo un giro sui numerosi casinò online (mi raccomando scegliete solo i siti di casinò sicuri online per stare lontani dalle truffe) oppure passare le giornate con gli amici, godendosi comunque il fascino della baita in inverno.

Alcune piste di sci hanno ovviato alla mancanza di nevicate utilizzando la neve artificiale, che però risulta una soluzione costosa e molto problematica dal punto di vista ambientale.

In conclusione, anche se non ovunque, la situazione attuale della neve, specialmente in Italia, è stata preoccupante, confermando un trend che poggia le sue radici indietro negli anni. Se a questo aggiungiamo le temperature già estive che ci ritroviamo a Aprile, sicuramente non fa ben sperare per il futuro.

Il nostro augurio è che la Primavera porti con sé piogge abbondanti, che riescano a sopperire alla situazione che si genererà in estate e l’inevitabile riscaldamento climatico che stiamo accelerando.

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