La località migliore per godersi l’estate in alta quota è la Val di Fassa. Il numero più elevato di impianti a fune aperti durante i mesi caldi sulle Dolomiti – e probabilmente nell’arco alpino italiano – si trova qui: sono una trentina, tra funivie, cabinovie e seggiovie, i mezzi di trasporto che bene si integrano con l’ambiente riconosciuto, dal 2009, Patrimonio Unesco.

Fassa, da questo punto di vista, brilla anche all’interno del Dolomiti SuperSummer (versione estiva del Dolomiti Superski) che, nella bella stagione, annovera un centinaio di impianti in funzione nei suoi dodici comprensori. La maggior parte degli impianti, appartenenti ai comprensori Val di Fassa – Carezza e San Pellegrino – Alpe Lusia (corrispondenti alle skiarea), è in funzione da giugno a ottobre ma alcuni, come la funivia del Sass Pordoi, per quasi sei mesi di fila: dal 18 maggio al 3 novembre. Periodi e cifre che se analizzati nel dettaglio mettono in evidenza anche altri aspetti interessanti. Delle 29 tra funivie, cabinovie e seggiovie attive: 17 sono accessibili alle persone diversamente abili, 16 trasportano bike, 27 ospitano amici a quattro zampe e soprattutto 28, dall’1 giugno al 6 ottobre, permettono di viaggiare con PanoramaPass. Si tratta della tessera (unita alla Val di Fassa Card dei soci della locale Azienda per il Turismo per agevolazioni su attività ed escursioni) per l’uso illimitato degli impianti, proposta in tre formule, a seconda della durata del soggiorno: 3 su 6 giorni (si sale sugli impianti 3 giorni a scelta all’interno di 6 giorni consecutivi di validità della tessera; costo adulti 56 euro con Val di Fassa Card anziché 65 euro), 6 su 6 giorni (costo adulti: 79 euro con Val di Fassa Card, anziché 92 euro) e 7 su 13 giorni (sempre a scelta nel periodo di validità; costo adulti 92 euro anziché 106 euro).

PanoramaPass (che include pure gli spostamenti con i bus di linea), a fronte dell’ampia proposta, si ripaga in pochi tragitti. Specie quest’estate che vede l’integrazione, rispetto al 2018, di questa mobilità di altre quattro tra cabinovie e seggiovie. «Avviamo una sperimentazione – spiega Daniele Dezulian, presidente del consorzio impianti a fune Val di Fassa e Carezza – per soddisfare l’esigenza di diversi ospiti di raggiungere con gli impianti percorsi semplici e panoramici, preferibilmente ad anello. Una tendenza, quella del collegamento anche a itinerari brevi, che si evidenzia pure in altre località alpine. Se il trend dovesse continuare è probabile che, in futuro, amplieremo ulteriormente l’offerta impiantistica estiva». Tra il resto, alcune delle cabinovie e seggiovie aperte quest’estate per la prima volta facilitano l’arrivo green ai passi Sella e Pordoi: «Incrementiamo i nostri mezzi per raggiungere anche i valichi dolomitici, con il fine di disincentivare, in parte, l’uso delle auto». Meno automobilisti sulle strade e più escursionisti in funivia e seggiovia: l’indirizzo che, da qualche anno, in Val di Fassa si tenta di perseguire per ridurre il traffico, durante la bella stagione, sia sui passi, sia sul fondovalle. Info: www.fassa.com

7 SENTIERI PER 7 GIORNI IN VAL DI FASSA

Nel corso di una settimana di vacanza, nella patria del trekking dolomitico, ogni giorno si può affrontare una nuova escursione, alternando itinerari celebri ad alcuni più insoliti pieni di sorprese paesaggistiche. Se volete scoprire la vera anima dei Monti Pallidi mettetevi in ascolto e, soprattutto, in cammino. Passo dopo passo, arriverete nei luoghi dove i miti prendono forma: la Val di Fassa, culla delle leggende ladine più famose e dimora del mitico Re Laurino, è terra non di “comuni escursioni”, ma di “Trek King”, con oltre 2000 km di sentieri. Una scelta vastissima. E, se si ha a disposizione una settimana di vacanza, ogni giorno, si può partire per un’avventura dolomitica nuova, tra itinerari celebri e percorsi insoliti che sorprendono dal punto di vista paesaggistico. Tra le numerose possibilità, ecco una selezione di 7 escursioni per 7 giorni di abbuffate di panorami, salite, discese, soste in rifugio e soprattutto grandi soddisfazioni. Munitevi di mappa, “PanoramaPass” – la card conveniente per l’uso illimitato degli impianti, proposta in tre formule a seconda della durata della vacanza – e macchina fotografica o cellulare per fissare bellezza dolomitica ed emozioni e condividerle in tempo reale con gli amici. Info: www.fassa.com

Sulla Terrazza delle Dolomiti: dal Sass Pordoi, al Piz Boè

Da Passo Pordoi (m 2.239) si sale in funivia al Sass Pordoi (m 2.950) sulla celebre Terrazza delle Dolomiti. Una volta ammirato il panorama, attraverso facili roccette si arriva alla vicina forcella Pordoi (0.20 ore). Si prosegue dritti e si prende il sentiero n. 638 che porta alla base del Piz Boè. Se ne risale il versante sud a gradoni e cenge detritiche, lungo un sentiero esposto, attrezzato in parte con cordino metallico, si raggiunge la cima accanto a Capanna Piz Fassa a m 3.152 (1.15 ore; 1.35). Dopo una sosta per ammirare a 360° lo straordinario paesaggio, si scende sul versante di nord-ovest, si supera, per cengia attrezzata con cordino metallico, un salto roccioso per raggiungere in breve il Rifugio Boè a m 2.871 (0.30 ore; 2.10). Si rientra alla forcella Pordoi (ore 0.45; 2.50), attraversando le gradinate che costituiscono la base del Piz Boè. Si torna alla funivia risalendo fino al Sass Pordoi (0.20 ore; 3.15).

In Marmolada: da Pian dei Fiacconi al Passo Fedaia

Da Passo Fedaia (2060 m) si prende, la storica cestovia  per l’ultima estate – infatti nel 2020 l’impianto sarà rinnovato – che sale ai 2626 metri del Rifugio Pian dei Fiacconi: ci si ritrova alle falde del ghiacciaio della Marmolada, la vetta più alta delle Dolomiti con i suoi 3343 metri. I più esperti, con adeguata attrezzatura, possono raggiungere la cima attraverso la “via normale” (ghiacciaio e tratto di ferrata), ma il consiglio sempre valido è di farsi accompagnare da una guida alpina. Chi invece, una volta ammirata la vista verso l’alto del ghiacciaio e verso il basso del lago Fedaia ai piedi della Marmolada, può ritornare al Fedaia lungo il sentiero n. 909 che, all’altezza del Col de Bousc, diviene n. 606. L’itinerario tra rocce e vegetazione d’alta quota attraversa uno dei luoghi più severi e di maggior fascino delle Dolomiti.

Ai piedi del Sassolungo: sul sentiero Friedrich August

Da Campitello, con la funivia, si arriva al punto panoramico del Col Rodella (2480 m), da dove si scende per raggiungere il Rifugio Friedrich August (2298; 0.10 min). Qui ci si immette nel sentiero 557-4 che porta il nome dell’ideatore l’imperatore Friedrich August, che ne promosse la realizzazione un centinaio di anni nell’intento di collegare il valico del Sella attraverso il Col Rodella all’ex rifugio “Seiseralpe”. Il tracciato si sviluppa alle pendici del Sassolungo e, seguendo la curva di livello, raggiunge prima il Rifugio Sandro Pertini (2300 m) e, poi, il Rifugio Sasso Piatto (2301 m; 2.15 ore circa). Attraversando alcuni ripidi pendii erbosi su terreno vulcanico, si giunge al Passo Duron (2204 m; 1 ora circa), quindi si svolta sul sentiero 532 e, attraversando tutta la Val Duron, si scende a Campitello (1.45 ore circa; 5.15 ore circa).

Nel cuore del Catinaccio: da Gardeccia all’Antermoia a Campitello

Raggiunta la conca di Gardeccia da Pera, con le seggiovie (35 minuti) o con la funivia da Vigo (0.50 ore) si segue la mulattiera n. 546 fino ai Rifugi Preuss e Vajolet. Si prende il segnavia n. 584 e, con erta serpentina, si giunge al Rifugio Passo Principe (2.600 m; 1 ora; 2). Si va a destra e ci si eleva a zigzag fino al Passo Antermoia (2.770 m; 0.30 ora; 2.30). Si scende il versante costeggiando il lago fino al Rifugio Antermoia (2.497 m; 0.45 ora; 3.15). Si prosegue per il sentiero n. 580 al Passo Dona, quindi si scende a destra e si prende il sentiero n. 555 fino in Val Duron immettendosi sul sentiero n. 532 che arriva al Rifugio Micheluzzi (1.850 m; 1.45 ora; 5) e da qui, su ampia strada, a Campitello (0.45 ore; 5.45 circa). Si rientra a Pera sul sentiero di fondovalle lungo l’Avisio (1 ora circa) oppure con bus di linea.

Nel regno di Re Laurino: dalla Roda di Vael al Ciampedie

Da Passo Carezza (1745 m), a pochi chilometri da Vigo, si giunge con la seggiovia Paolina al Rifugio Paolina (2125 m). Da qui si continua a salire sull’ampio sentiero panoramico a gradoni n. 539 fino a incontrare il n. 549 che, in un bel tratto in falsopiano, porta al Rifugio Roda di Vael (2280 m; 1.15 ora) nel cuore del Catinaccio. Si prosegue sul segnavia n. 541, continuando in parte a salire fino al Pas del Vaiolon e quindi sul “Vial da le feide” che regala un’ampia vista sulle cime e sulla valle sottostante conducendo fino al Ciampedie (2000 m; 2 ore). Dalla conca panoramica sopra Vigo si rientra in pochi minuti a valle con la funivia (3.30 ore circa). Si torna al Carezza con bus di linea.

Sulle creste di area vulcanica: da Pozza a Sella Brunèch alla Val San Nicolò

Dal paese di Pozza si arriva in quota con la cabinovia al Buffaure (2.060 m), antica zona vulcanica, per poi scendere il pendio fino alla sella e subito salire dal Rifugio Baita Cuz e da lì fin sulla cresta. Si va, quindi, verso il Sas de Adam e, dopo breve discesa, si arriva alla Sella Brunéch (2.428 m; 2 ore; 7 ore). Sul sentiero n. 613 si riguadagna la cresta che chiude a sud la conca del Ciampac e poi ci si sposta verso la Val San Nicolò. Si scendono alcuni tornanti, aiutati in certi punti scoscesi da fune metallica, e si raggiunge una sella erbosa. Dopo una breve salita si scende il declivio fino al Rifugio Passo San Nicolò  (2.468 m; 2 ora; 4). Si rientra per la Val San Nicolò fino alla Baita Ciampié e da qui a Pozza su strada asfaltata (1.30 ore; 6.30).

Alla scoperta del San Pellegrino e dei Monzoni

Da Passo San Pellegrino si sale con la seggiovia Costabella a quota 2280 metri e si intraprende il sentiero n. 604-A che porta al Passo delle Selle e al Rifugio Bergvagabunden Hütte (2528 metri; 0.45 ore). Il panorama che si gode da lì è spettacolare con le creste di Costabella da un lato, i Monzoni dall’altro e le cime di Focobon e le Pale di San Martino di fronte. Chi si sentisse appagato così può rientrare lungo lo stesso tracciato e poi raggiungere il San Pellegrino sul facile “Troi de la seggiovia” n.637 che, nella parte finale, si innesta nel n. 604. Chi invece ama le escursioni più lunghe prosegue sul tracciato n.604, abbassandosi nel primo tratto con una certa pendenza fino a raggiungere lo storico Rifugio Taramelli (2040 m; 1.15 ora). Da lì, svoltando a destra lungo il segnavia n. 603, si attraversa in costante discesa l’aspra Val Monzoni sino a incontrare la Malga Monzoni (1862 m; 1 ora), per entrare poi in Val San Nicolò fino alla Malga Crocifisso (1526 m; 0.50 ore) e da lì scendere a Pozza a piedi (0.45 ore; 4.30 ore circa).

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