Valle Aperta

Viaggio intorno a Città di Castello lungo imprevedibili strade che si snodano tra Rinascimento e Pop art attraverso un paesaggio armonico toccando con mano  una storia viva e un’arte dirompente, nel segno della contaminazione.

Di Enrico Caracciolo

Lama (PG): la pista ciclabile lungo il fiume Selci verso la confluenza con il fiume e la ciclabile del Tevere.

Itinerario: (auto, camper, moto, bici)

  • Punto di partenza e arrivo: Città di Castello
  • Distanza: 92 km
  • Dislivello: 1.800 metri circa
  • Durata: una giornata
  • Tipo di strada: prevalentemente asfaltate secondarie.
  • Note: Per affrontarlo in bici è indispensabile un buon allenamento di base su percorsi di 100 km. I punti di sosta/ristoro consigliati lungo il percorso sono Pietralunga, Montone e Monte Santa Maria Tiberina. Possibile organizzare un anello in 2 giorni con pernottamento a Montone.

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UMBRIA, ALTOTEVERE, Città di Castello (PG): Piazza Matteotti.

HIGHLIGHTS

Città di Castello

  • Pinacoteca Comunale, via della Cannoniera; tel. 075.8520656.
  • Collezione Burri, Palazzo Albizzini, Via Albizzini 1; Ex Seccatoi del Tabacco, Via Pierucci; tel. 075.8554649, www.fondazioneburri.org: le opere di Alberto Burri, artista di importanza mondiale.
  • Tela Umbra, Piazza A. Costa; tel. 075.8559071, 075.8554337, www.telaumbra.com: laboratorio e collezione tessile fondata nel 1908.
  • Museo della Grafica, Tipografia Grifani-Donati, Corso Cavour 4; tel. 075.8554349, cell. 3333232573, www.grifanidonati.it: dal 1799 a Città di Castello e ancora operativa, produzione tipografica e calcografica, litografia su pietra, restauro di libri antichi.

    UMBRIA, ALTOTEVERE, Città di Castello: il borgo di Monte Santa Maria Tiberina.

Morra

Poco distante dal centro abitato di Morra, sviluppatosi attorno alla romanica Pieve di Santa Maria, sorge l’Oratorio di San Crescentino, costruito nel 1420 per soddisfare le esigenze di culto dell’omonima Confraternita e ampliato nella forma attuale nel 1507, come ricordano le iscrizioni murate sulla facciata.

L’Oratorio si presenta come un vero scrigno d’arte che custodisce al suo interno un interessante ciclo di affreschi attribuiti a Luca Signorelli e alla sua scuola.

La maggior parte della critica colloca l’impresa pittorica tra il 1507 e il 1510. La tradizione vuole che il pittore, spostandosi dalla natia Cortona a Città di Castello per far fronte alle molteplici commissioni di lavoro, si fermasse a Morra, abituale luogo di sosta dei viandanti.

L’edificio presenta una facciata a capanna con un portale sovrastato da una lunetta decorata con un motivo ad intreccio, un’ampia finestra e due finestrelle laterali, aperte nel Seicento.

L’interno, coperto a capriate, termina con una bella nicchia finemente scolpita e affrescata dal Signorelli; in alto è rappresentato il Padre Eterno, con in mano il Libro della Vita, tra due bellissimi angeli, Santa Maria Maddalena ed un altro santo.

Località Morra (20 km da Città di Castello) – Tel. 075 8574193 

Artigianato tipico

  • Lavorazioni di lino, lana, canapa e cotone per la realizzazione di tessuti per arredamento, tovaglie e asciugamani di raffinata eleganza da Busatti (Via del Popolo, Città di Castello; tel. 075.8520154, www.busatti.com)

Escursioni in canoa

  • Aquamove, c/o Canoa Club Città di Castello, piazza Porta San Florido; cell. 328.4927873 (Massimo), tel. 075.8553656, info@aquamove.it: escursioni guidate, corsi  di canoa e noleggio attrezzature.

INFORMAZIONI UTILI

DOVE DORMIRE

Città di Castello

  • Hotel Tiferno, Piazza Raffaello Sanzio; tel. 075.8550331, www.hoteltiferno.it: centrale, comodo, elegante.
  • Residenza Antica Canonica, Via San Florido 23/b; tel. 0758523298, appartamenti spaziosi, accoglienti, dimora storica adiacente al Duomo.

Montone

  • Hotel Fortebraccio, Via dei Magistrati 11; tel. 075.9306400, www.hotelfortebraccio.it: centro benessere con sauna, bagno turco e doccia sensoriale, gustosa la cucina.

DOVE MANGIARE

Città di Castello

  • Città di Castello (PG): Ristorante “Le Logge”, Tortelli di Patate sui Fonduta di Parmigiano e Petali di Tartufo

    Le Logge, Piazza Matteotti c/o Logge Bufalini; tel. 075.8642304, www.ristorantelelogge.com: elegante e semplice, piatti interpretati con gusto e delicatezza; flan di mozzarella con sfogliette di melanzane e fondente di Pachino, tortelli di patate su fonduta di Parmigiano e petali di tartufo.

  • Trattoria Lea, Via San Florido 38; tel. 075.8521678: ambiente rustico, non deludono mai le ricette a base di tartufo e funghi.

Montone

  • L’Antica Osteria, Piazza Fortebraccio 5/6; tel. 075.9306271: piatti tradizionali curati nelle materie prime, ambiente familiare, piacevole tappa gastronomica.

COSA COMPRARE

  • Il “Sollucchero”, prezioso liquore ottenuto dalle visciole, particolare varietà di ciliegia della zona di Pietralunga presso l’Azienda Monte Valentino (Pietralunga, tel. 075.9462092, www.sollucchero.it).
  • Salumi e carni locali, tra cui lo speciale “Mazzafegato” particolare salsiccia arricchita con fegato di suino presso la Macelleria Giulietti (Corso Cavour 13, Città di Castello; tel. 075.8554371, www.giulietti.it).
  • Tartufi bianchi e neri dell’Alta Valle del Tevere e prodotti aromatizzati come formaggi, salse, polenta e miele e degustazioni a tema presso Tartufi Bianconi (Loc. S. Stefano del Piano 21, Città di Castello; tel. 075.8511591, www.tartufibianconi.it).

    Città di Castello (PG): Località Santo Stefano del Piano; “tartufi Bianconi”, Pilade Pecorari, tartufaio.

CON CHI

  • Circolo degli Esploratori, Via dei Servi 25, Sansepolcro (AR); tel. 0575.750000, www.thecircle.it: l’Umbria in bici, a piedi o a cavallo; vacanze attive, curiose e gustose in questo territorio, dall’escursione giornaliera al week end o il viaggio di più giorni; tour con accompagnatore o itinerari self-guided.
  • IAT Città di Castello, Piazza Matteotti, Logge Bufalini, Città di Castello; tel. 0758554922, www.cittadicastello.regioneumbria.eu.
  • Associazione Pro Loco Montonese, Via San Francesco 1, Montone;  www.comunemontone.it

NOTE DI VIAGGIO

Città di Castello (PG): Corso Cavour.

Ci sono luoghi dove la storia è il presente, forte, palpitante e ti travolge con l’energia di uomini e donne, spazi e colori, pensieri e idee che affondano le radici nel Rinascimento e anche molto più indietro nel tempo ma ti spingono verso una luce vitale che ti invita a respirare con la mente e pensare con le emozioni. Questo ho vissuto e percepito attraversando l’Alta Valle del Tevere in bici, a piedi, in canoa, immobile davanti a segni e colori di Alberto Burri e Luca Signorelli.

Città di Castello (PG): a piedi sul Sentiero Italia tra Bocca Serriola e Bocca Trabaria.

Terra di confine senza confini

Tutto ciò avviene nel piccolo grande mondo che ruota intorno a Città di Castello: da una parte l’Umbria, dall’altra la Toscana; al centro le acque verde smeraldo del Tevere che segnano un confine tra le terre aretine a ovest e il pre-appennino Umbro-Marchigiano a est. Occidente e oriente d’Italia si danno appuntamento qui scoprendo inaspettatamente che il cuore d’Italia è insofferente a qualsivoglia mura di cinta, fortificazione e dogmatico confine.

Menti aperte

Impossibile contenere l’anima di questo italianissimo territorio nel proprio sé. Città di Castello abbraccia le sue diverse anime storiche medievale, rinascimentale, moderna, così come sembra offrire alla sua gente un territorio particolare che ha insegnato a uomini e donne a gettare il ponte oltre la riva senza circondare i propri orizzonti.

Un segno forte, nel senso di modernità e contaminazione, è stato lasciato dalla Baronessa Alice Hallgarten, moglie americana di Leopoldo Franchetti che, giunta nel 1900 a Città di Castello e viste le condizioni di stenti e miseria materiale e culturale in cui vivevano i coloni della sua tenuta, pensò di intervenire aborrendo la sterile beneficenza.

Ma cercando di aiutare la gente del posto in un percorso formativo lavorando sul grande patrimonio della tessitura artigianale messa in pericolo, a suo vedere, dalle nuove tecniche meccanizzate che stavano invadendo l’Europa.

Genio assoluto

Città di Castello (PG): “Collezione Burri” presso gli Ex Seccatoi del Tabacco (via Pierucci).

Fuori da ogni schema, ispirato da un’assoluta genialità, è stato Alberto Burri, capace di traghettare nell’eterna modernità Città di Castello. Su una riva Luca Signorelli e Piero della Francesca, dall’altra parte del fiume Alberto Burri: tra loro un ponte di cinque secoli che sintetizza l’arte di comunicare per immagini; un luogo dove le parole sono superflue.

Palazzo Albizzini ma soprattutto gli Ex Seccatoi del Tabacco sono una scarica di energia e il trionfo dell’”arte informale”. Gesto, materia e segno comunicano liberamente la forza delle pulsioni interiori di Burri, autore di forme, colori, espressioni che hanno anticipato la Pop art.

Il tabacco che per secoli ha alimentato l’economia del territorio è ormai un prodotto di nicchia e gli immensi seccatoi vuoti, tra l’altro utilizzati nel 1966 per asciugare tutti i libri affogati nell’alluvione di Firenze, sono stati acquistati dall’artista pochi anni prima della sua morte (1995) per installare qui i suoi cicli di opere.

In quei 109 metri cubi la forza dell’arte sfonda le dimensioni dello spazio.

Archeologia arborea

Il New Yorker, senza esagerare, l’ha definita “un’avventura unica al mondo” e così è in realtà la storia di Livio Della Ragione e sua figlia Isabella che  hanno raccolto, salvato e riprodotto specialissimi testimoni di biodiversità alimentare. La geniale trovata di Livio, antropologo scomparso all’alba del terzo millennio, è stata quella di riscoprire frutti dimenticati ormai destinati a sicura estinzione.

Città di Castello (PG): loc. Lerchi, “Archeologia Arborea” (associazione per il recupero e la conservazione delle piante da frutto in via di estinzione), Isabella Della Ragione.

Oggi sua figlia Isabella, agronoma, sta proseguendo questo lavoro nel segno di un’autentica biodivesità. Livio si definiva “archeologo degli orti perduti” e diceva di aver speso una vita per far rinascere ciò che era stato distrutto dall’agricoltura industrializzata. U

n sognatore? “Tutt’altro” afferma orgogliosa Isabella passeggiando tra i quasi quattrocento alberi da frutto, alcuni dei quali risalenti al Rinascimento o ancora precedenti.

Tra le specie rare nel “frutteto collezione” dell’azienda agricola di San Lorenzo di Lerchi ci sono – come amava raccontare Livio – la mela bianchina e la pera briaca, che Castore Durante da Gualdo usava per fare il vino perche’ se andava a fondo significava che il vino era puro, se restava a galla significava che era mischiato ad acqua.

Poi ci sono i frutti che prendono il nome dall’epoca di maturazione, come la mela rossa al presepe o la pera luglia. E ancora la mela del castagno, la renetta del cardinale. L’elenco e’ infinito, come infiniti sono i modi di dire, le conoscenze e le tradizioni legati a una cultura della terra che si e’ ormai praticamente persa.

Info e contatti: Archeologia arborea, Voc. San Lorenzo, Lerchi, Città di Castello; tel. 075.8553867, 075.5172190, www.archologiaarborea.org.

L’ITINERARIO

Lama (PG): la pista ciclabile lungo il fiume Selci verso la confluenza con il fiume e la ciclabile del Tevere.

Si parte da piazza Garibaldi, nota come la “piazza del pullman”.

Si esce dalla cittadina girando a destra lungo le mura urbiche e proseguendo dritti in direzione Gubbio – Umbertide.

Dopo meno di 1 km, in presenza di una rotatoria nei pressi degli ex seccatoi del tabacco (a sinistra) che ospitano le opere di Alberto Burri, si gira a sinistra fino ad un vicino incrocio a T dove si piega a destra verso Pietralunga sulla S.P. 106 “della Baucca”.

Si passa per la frazione di Baucca fino a raggiungere la località Il Sasso (6 km dalla partenza) dove si trova un punto ristoro con area pic-nic in riva al torrente Soara, ideale per provare la ciaccia con i salumi.

Si prosegue in direzione Pietralunga che si raggiunge dopo una ripida salita di circa 3 km, il passaggio per la località I Terzi e un’altra salita di circa 3 km fino ad un incrocio a T dove si va a destra verso il paese.

Si continua verso Umbertide sulla S.P. 220 “di Pietralunga” passando nei pressi del bar-trattoria La Botticella, l’agriturismo La Cinciarella e il bivio a sinistra per l’agriturismo Monte Valentino.

Si segue la S.P. 220 fino a un bivio: questo punto richiede molta attenzione perché il bivio a destra non è supportato da alcuna indicazione – se si esclude il retro, dunque non leggibile – di un cartello che indica l’Osservatorio Astronomico.

Lasciata la S.P. 220 si imbocca la S.P. 201 “di Pietralunga” oltrepassando due ponti (il secondo sul torrente Carpina) ed evitando la deviazione a destra per l’osservatorio astronomico, raggiungendo Montone e le mura medievali fino alla Porta del Verziere.

Lasciato il borgo alle spalle, dopo circa 1.5 km, nei pressi del B&B Natura Cavallo, si lascia la strada principale che prosegue in direzione Umbertide, per piegare a destra verso Montecastelli in discesa sulla S.P. 201.

Si transita per Coldipozzo, si sottopassa la E45 Perugia – Cesena, alla rotatoria si prosegue dritto e, raggiunto l’incrocio a T, si piega a destra in direzione Città di Castello sulla S.S. 3 bis “Tiberina”. A questo punto si evita l’ingresso nella E45 seguendo le indicazioni per Promano e Trestina.

Dopo circa 2 km, alla rotatoria, si va a sinistra per Trestina proseguendo per Morra sulla S.P. 104. Si attraversa il paese fino al cartello che indica a destra San Martin Pereto e l’Oratorio di San Crescentino che merita una visita per ammirare gli affreschi di Luca Signorelli.

Si prosegue in salita verso la località Toppo fino allo scollinamento per scendere mantenendo sempre la strada principale verso San Martin Pereto e ignorando la deviazione a sinistra per Muccignano. Oltrepassata la località Marcignano, al bivio si va a sinistra per Monte Santa Maria Tiberina.

Subito dopo all’incrocio a T si va a sinistra e inizia una ripida salita fino all’innesto su una strada di crinale dove si va a destra fino all’incrocio: si va dritti per Monte Santa Maria Tiberina. L’itinerario torna a Città di Castello seguendo le indicazioni per la “Panoramica Montesca”, vale a dire la S.P. 103 di S.M. Tiberina III tratto: la strada perde quota rapidamente e offre grandi vedute passando in località Uppiano e successivamente sotto il ponte della E45  fino ad un incrocio a T dove si va a destra entrando nella zona urbana di Città di Castello.

Il centro città si raggiunge tenendo la sinistra al primo incrocio.

Dopo il ponte sul Tevere, alla rotatoria, si va a destra su viale Leopoldo Franchetti in direzione Umbertide fino ad un semaforo dove si piega a sinistra, al successivo semaforo dritti e poi a sinistra nella piazza Garibaldi.

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