Un castello medievale circondato da 14 incantevoli giardini, immerso in un’atmosfera da sogno e arricchito da opere d’arte: tutto ciò è il Castello di Rivau, trasformato dall’amore e dall’impegno della famiglia Laigneau in un luogo magico, stravagante e fatato che soddisfa l’interesse degli appassionati di botanica, di storia e d’arte. Infatti il Rivau, che si trova nella Valle della Loira, a due ore e mezza da Parigi – immerso nel cuore del “Giardino di Francia”, come viene definita la regione del Centro -, offre ai suoi visitatori moltissimi spunti di interesse: dalla visita al castello, costruito nel 1420 e che in passato ha ospitato molti personaggi illustri (anche Giovanna d’Arco e Rabelais sono passati di qui…), ai 14 Giardini che hanno nomi magici come l’Orto di Gargantua, la Foresta Incantata, il Giardino dei Filtri d’Amore o il Giardino della Principessa Raperonzolo e che si evolvono al ritmo delle stagioni con le loro meravigliose collezioni botaniche, al ristorante dove vengono serviti piatti realizzati con i prodotti coltivati nella Fattoria e nell’orto del Castello. Il tutto punteggiato da opere d’arte contemporanea che aggiungono un tocco d’ironia e di stravaganza. Ideati da Patricia Laigneau oltre 20 anni fa, i Giardini del Castello di Rivau sono stati classificati come “Jardin Remarquable” dal Ministero della Cultura francese. Sono inoltre Conservatorio della Rosa Profumata – con oltre 450 varietà di rose profumate – e Conservatorio degli Ortaggi della Regione del Centro, con la coltivazione di prodotti locali come il Cavolo rapa giallo di St. Marc, il Fagiolo del Barangeon, la Lattughina del Berry, la Zucca di Touraine. Il Castello di Rivau si trova a 10 km da Chinon, tra Tours e Poitiers, ed è un’ottima base per escursioni di uno o due giorni nei dintorni.

Il Castello

Il Castello medievale di Rivau è intimamente legato alle vicende dell’illustre famiglia dei Beauvau: fu infatti costruito nel 1420 e portato in dote nel 1438 da Anna de Fontenay al momento del matrimonio con Pietro di Beauvau, Primo Ciambellano di Carlo VII. Fu lui che, nel 1442, ottenne l’autorizzazione per far fortificare il maniero, che divenne così uno dei primi castelli della Loira. Trasformato nel corso del Rinascimento, in parte castello ornamentale e in parte fortezza, il Rivau è considerato uno dei siti più importanti della Turenna. Nel 1768 fu acquistato dal marchese Michelangelo di Castellane, signore di Villandry, e rimase nelle mani della sua dinastia fino al 1796. Nel 1918 il Castello venne classificato tra i Monumenti Storici di Francia e, tra il 1960 e il 1992, venne abitato dal pittore Pierre-Laurent Brenot. Acquistato alla fine del XX secolo da Patricia Laigneau e dalla sua famiglia, il Rivau è tornato ora al suo antico splendore dopo un lungo e attento restauro.

Chateau du Rivau

Esternamente l’edificio si presenta come una fortezza, dotata di torrione, fossati, di un ponte levatoio ancora funzionante e di un cammino di ronda, ma il Rivau è anche un castello ornamentale e nelle sue vaste sale si respira un’atmosfera di grandiosità. Ogni elemento contribuisce a rafforzare questa impressione: dai monumentali caminetti gotici ai muri rivestiti di calce bianca, come si trovano in Toscana; dalla sontuosa tappezzeria di Bruxelles alle sedute in pietra, poste davanti alle bifore e provviste di cuscini, sui quali i visitatori sono invitati a sedersi per contemplare i giardini. Una particolarità propria del Rivau è anche la collezione familiare di trofei di arte venatoria, nella quale si sono intrufolate opere di artisti contemporanei. I visitatori sono sfidati a riconoscerle!

Chateau du Rivau

I 14 Giardini

Ben 14 sono i Giardini del Castello di Rivau, vere eccellenze botaniche che stupiscono i visitatori per la loro originalità, coniugando collezioni botaniche, senso dell’umorismo, gioco e creazioni artistiche. Ciascuno di essi è ispirato a leggende medievali e con i loro nomi evocano atmosfere da fiaba: l’Aiuola di Lavanda (con Iris e lavande), l’Orto di Gargantua (con zucche e oltre 43 varietà di cucurbitacee), Il Bosco Innamorato (con gli alberi che si protendono irresistibilmente uno verso l’altro), la Foresta Incantata (con piante di sottobosco, bulbi, ellebori, scille siberiche…), Il Giardino di Pollicino (con graminacee ornamentali), Il Labirinto di Alice nel Paese del Rivau (dedicato all’eroina di Lewis Carroll), Cassinina (di ispirazione mitologica, il nome infatti deriva dal mitico giardino in cui Zeus conobbe Mnemosine, la musa della memoria, e concepì Atena, la dea della guerra giusta), Il Viale dei Profumi (con Peonie, rose bianche e Muscaris Areniacum), Il Frutteto del Paradiso (con antiche varietà di meli, ciliegi, nespoli e mandorli, abbracciati a rosai rampicanti), Il Giardino dei Filtri d’Amore (con piante dai poteri magici, come la salvia officinale o la mandragola, ma anche con una bellissima collezione di rosai porpora), I Giardini Segreti (con rose inglesi), Il Giardino della Principessa Raperonzolo (con aglio e raperonzoli), La Tartufiera (con querce tartufaie e funghi odorosi), Il Viale delle Fate (un campo di fiori simile a quello dove Pollicina incontra il suo principe nell’omonima fiaba). La particolarità dei giardini del Castello di Rivau è la loro evoluzione nel corso delle stagioni: da aprile a novembre essi si trasformano incessantemente, seguendo il ritmo delle fioriture e offrendo ai visitatori uno spettacolo sempre differente. La biodiversità e l’attenzione all’ambiente sono al centro delle riflessioni sull’ideazione e la gestione dei Giardini del Castello di Rivau: è stato privilegiato l’uso di piante indigene, che attirano la fauna predatrice dei distruttori di giardini; i fiori semplici, più visitati dagli impollinatori, sono preferiti agli ibridi orticoli, fragili e meno favorevoli alla biodiversità; le sinergie favorevoli tra piante sono sistematicamente praticate; vengono favoriti gli equilibri naturali nell’intento di attirare gli insetti ausiliari. I giardinieri del Rivau, inoltre, lavorano nel rispetto dell’ambiente senza l’utilizzo di concimi chimici.

Il Conservatorio degli ortaggi e il Ristorante della Fattoria

Il Castello di Rivau ha scelto di valorizzare le varietà di verdure locali della Regione del Centro, facendosi vero e proprio “ambasciatore” di questa ricchezza ortiva regionale. E così nell’Orto di Gargantua vengono coltivati il Cavolo rapa giallo di St. Marc, il Fagiolo del Barangeon, la Lattughina del Berry, la Zucca di Touraine… Tutti questi ortaggi sono poi proposti ai visitatori, a seconda delle stagioni, nel Ristorante della Fattoria, che propone piatti semplici come insalate, quiches e zuppe ma realizzati solo con i prodotti del Castello o delle fattorie vicine.

Arte contemporanea

Il suggestivo percorso vegetale dei Giardini del Castello di Rivau è arricchito dalle opere di artisti contemporanei: 20 opere monumentali collezionate tra il 1990 e il 2010 che, grazie alla loro originalità e singolarità, contribuiscono a distinguere questo castello medievale dagli altri, tra ironia e stupore. Tra queste opere, “A mon seul désir” (Al mio unico desiderio, 2004) di Cécile Pitois: appena varcata la soglia d’ingresso, il visitatore è invitato a prendere un dolce al miele dalla bomboniera in porcellana: se ascolta le indicazioni che riceve all’arrivo, se resiste al piacere immediato procurato dalla degustazione dei dolci e affida la leccornia e il segreto del suo più intimo desiderio alla lucertola che abita in fondo al pozzo situato nel Giardino Segreto del castello di Rivau, il suo desiderio si avvererà… Più terra terra è “Taupologie” (Talpologia, 2011) di Ghyslain Bertholon, una talpa gigante che maliziosa emerge dalle viscere della terra nell’Orto di Gargantua, sembra prendere aria e salutare i visitatori fin dall’arrivo nel meraviglioso mondo del Rivau.

Non lontano si trova “Old Woman shoe” (Scarpa di donna anziana, 2009), l’opera monumentale dell’artista Amy O’ Neill che rimanda agli oggetti simbolici delle fiabe e annuncia il viaggio nel paese dell’immaginario leggendario dei giardini del Rivau.

Poco distante fluttua sull’acqua l’opera in ceramica di Fabien Verschaere, “Novel for life” (Romanzo per la vita), con personaggi del mondo dell’infanzia: l’orsacchiotto, la paperella, la bella principessa… Di fronte, l’installazione “Encore et toujours” (Ancora e per sempre, 2009) di Pierre Ardouvin, una giostra inaccessibile simbolo dell’immaginario che aleggia sui castelli delle leggende ma che rimanda anche all’ebbrezza provocata dall’incessante turbinìo del mondo contemporaneo.

Entrando nei giardini del Castello, valicato il fossato, il visitatore può scorgere “La Ronde” (La Ronda) di Céline Turpin al collo di un castagno mutilato da un tempesta. Questa collana ricorda gli oggetti magici delle fiabe ed è una sorta di talismano magico che ha il potere di tramutare il banale in meraviglioso. Passeggiando tra agli alberi del frutteto si scopre poi “Invendus – bottes” (Invenduti – Stivali, 2008), di Lilian Bourgeat: due stivali sovradimensionati che colpiscono il visitatore per le loro dimensioni. Lo stupore aumenta ancora quando si scopre che sono due piedi sinistri! Secondo l’artista, i due piedi sarebbero rimasti invenduti in un negozio per giganti. Nei Giardini si trova un altro lavoro di Lilian Bourgeat, “Le Vaisseau de jardin” (Il vaso da giardino), un innaffiatoio sovradimensionato alquanto singolare, poichè ha una capienza massima di 5 litri e il becco è al contrario… Questo strano oggetto, che sembra avere subìto magiche trasformazioni, invita a rivalutare la frontiera tra sogno e realtà.

Poco più in là, l’opera di Nicole Tran Ba Vang “Après la pluie” (Dopo la pioggia, 2004) riprende la forma e il principio del tradizionale bicchiere da saké, che incorpora al suo interno un’immagine erotica. Il piacere di sorprendere con l’immagine dissimulata sul fondo del bicchiere ne fa un’opera d’arte dentro l’arte, con lo scopo, tra l’altro, di stupire lo spettatore con il suo nuovo sguardo sul mondo. A ciò si aggiunge la nozione di voyeurismo: il piacere di sorprendere l’immagine dissimulata sul fondo del bicchiere è simile a quella del visitatore, felice di scoprire un luogo proibito.

Patricia Laigneau, l’ideatrice dei Giardini di Rivau

Patricia Laigneau, che ha studiato storia dell’arte alla Scuola del Louvre e ha frequentato la Scuola Nazionale del Paesaggio di Versailles, è una vera artista di giardini: il suo spirito visionario e creativo le ha permesso di concepire i Giardini del Castello di Rivau.

Unendo competenza botanica e occhio artistico, Patricia Laigneau ha creato dei Giardini davvero originali, lontani dai tradizionali giardini alla francese e più vicini ai giardini all’inglese o ai giardini naturalistici, ma influenzati dai concetti dell’arte contemporanea.

Associazioni botaniche inedite, composizioni con colori in chiaroscuro e un’attenzione particolare agli effetti delle masse vegetali, legata all’amore di Patricia per la scultura, rendono i Giardini del Castello di Rivau qualcosa di straordinario agli occhi dei visitatori.

Informazioni pratiche

Nel 2019 il Castello di Rivau è aperto dal 1 aprile al 3 novembre.

Biglietti Adulti: 11 €; bambini dai 5 ai 18 anni: 7,00 € (gratuito per i bambini di età inferiore ai 5 anni); studenti. Per i gruppi su prenotazione: visite guidate (1h-1h30) disponibili tutto l’anno anche in italiano. Per i visitatori singoli: visite libere con dépliant e/o audioguide anche in italiano.

 

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